Resta alta la tensione tra i sindacati, che oggi scioperano, e l’esecutivo. Alla vigilia delle manifestazioni che porteranno al blocco di 4 ore dei trasporti e di 8 ore di scuola, università, sanità e poste, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, attacca nuovamente il governo. L’obiettivo principale è, ancora una volta, il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, «colpevole» di avere precettato gli addetti di tram, bus, treni e traghetti, obbligando così i sindacati a ridurre le ore di sciopero nel settore trasporti da 8 a 4, proprio per evitare le sanzioni che in caso di violazioni della precettazione avrebbero colpito i lavoratori. Tanto che Landini bolla la mossa di Salvini e del governo come «un attacco al diritto di sciopero e alla Costituzione a 360 gradi», oltre che un atto senza precedenti nella storia dell’Italia democratica. Toni durissimi, insomma, corredati dall’annuncio che «Cgil insieme alla Uil sta lavorando per presentare il ricorso contro la precettazione. Abbiamo — spiega Landini — dato mandato ai legali per predisporlo nei tempi previsti, quindi in pochi giorni».
Lo scontro politico tra Cgil e Uil e il governo sembra, peraltro, destinato a proseguire. «Penso che le piazze saranno piene e non siamo che all’inizio», scandisce il segretario della Cgil, specificando:«Non ci fermeremo finché non avremo ottenuto di cambiare le politiche economiche e sociali. Non ci intimoriscono né con le precettazioni, né con altre iniziative con cui vogliono fermarci». La protesta di oggi muove dalla volontà di ottenere aumenti salariali e assunzioni, richieste che vanno di pari passo con la contrarietà al giro di vite sulle pensioni, previsto dal governo nella legge di Bilancio.
In questo quadro dall’esecutivo è lo stesso Salvini a rivendicare la precettazione nel settore dei trasporti. «Lo sciopero è un diritto previsto dalla Costituzione, noi lo abbiamo garantito per quattro ore sui mezzi pubblici, ma il diritto allo sciopero di un’estrema minoranza non può ledere il diritto alla mobilità, alla salute, allo studio e al lavoro di decine di milioni di italiani», ha spiegato il vicepremier, aggiungendo:«Non è una vittoria di Salvini, della Lega o del governo, ma domani (oggi, ndr) 20 milioni di italiani potranno prendere i mezzi pubblici per andare a lavorare, a studiare, a fare visite mediche. Quindi diritto allo sciopero sì, ma anche diritto al lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani». Mentre la segretaria Elly Schlein ribadisce la linea del Pd: «Noi sosteniamo fortemente le ragioni dello sciopero e il diritto costituzionale, sacrosanto, allo sciopero. Quindi il Pd ci sarà con una delegazione». Allo sciopero non parteciperanno né Cisl né Ugl. Il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, punta sulla mobilitazione in piazza fissata per domani e rilancia sulla necessità di un patto sociale, mentre dall’Ugl, guidata da Francesco Paolo Capone, il messaggio è che lo sciopero si ripercuote sui cittadini, rivelandosi un errore a danno dei lavoratori. «Siccome Sbarra dice che noi abbiamo sbagliato ad andare in piazza ricordo che la Cisl non fa uno sciopero unitario con Cgil e Uil da 10 anni. È una scelta legittima e rispettabile, ma diciamo allora che c’è una diversità di vedute», osserva il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Oggi a fermarsi saranno per 4 ore (dalle 9 alle 13) tram, bus, metro, treni, navi e traghetti. I treni garantiti effettueranno comunque servizio. Sciopero di 4 ore anche per i vigili del fuoco. Lo stop di 8 ore riguarda, invece, le categorie della sanità, pubblico impiego, scuola, università e servizi postali. Il trasporto aereo sarà regolare.
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17 nov 2023
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