Wef, crescita debole o molto debole in Europa. Torna la volatilità sui mercati

Wef, crescita debole o molto debole in Europa. Torna la volatilità sui mercati Wef, crescita debole o molto debole in Europa. Torna la volatilità sui mercati

Dal World Economic Forum di Davos, che comincia lunedì 15 gennaio sulle montagne svizzere, niente di buono sul fronte dell’economia. L’incertezza che ha dominato le prospettive nell’ultimo anno continua ad offuscare anche gli sviluppi a breve termine: più della metà dei principali economisti prevede un indebolimento dell’economia globale nell’anno prossimo e 7 economisti su 10 temono che la frammentazione geo-economica accelererà, secondo il Chief Economists Outlook che ha sostituito l’Economic Outlook del Fondo monetario internazionale, in passato presentato nella giornata inaugurale Forum a Davos.

Sebbene ci siano alcuni sviluppi positivi, ad esempio il calo dell’inflazione dai livelli record sia negli Usa che in Europa, e i progressi nel settore dell’intelligenza artificiale generativa (AI), il futuro si presenta con forti venti contrari e una persistente volatilità, mentre l’attività economica è lenta, le condizioni di mercato restano restrittive e le tensioni geopolitiche e sociali continuano ad aumentare.

La situazione economica attuale insomma resta «precaria», sintetizza Saadia Zahidi, managing director del Wef. «Sebbene l’inflazione rallenti, la crescita è in stallo, le condizioni di mercato restano restrittive, le tensioni globali si stanno approfondendo e le disuguaglianze aumentano», afferma. Da qui «il bisogno urgente di cooperazione globale per dare slancio a una crescita economica sostenibile e inclusiva». Sulla quale gli economisti però restano pessimisti.

A livello globale, il Rapporto mette in luce economie divergenti e l’Europa, come spesso accade, fa peggio delle altre aree. Il Sud Est Asiatico è la regione dove c’è più ottimismo per l’economia, ma questa volta la Cina è un’eccezione, con l’attesa di una crescita “moderata” nel 2024 soltanto per il 69% degli economisti, a causa della debolezza dei consumi, minore produzione industriale e le preoccupazioni per il mercato immobiliare, che frenano un rimbalzo più robusto.

In Europa l’outlook economico si è «indebolito significativamente» rispetto allo scenario registrato lo scorso settembre con la percentuale degli economisti che ora si aspettano «una crescita debole o molto debole» quasi raddoppiato al 77%.

Anche negli Stati Uniti, in Medio Oriente e nel Nord Africa l’outlook è peggiorato, e solo 6 economisti su 10 ora stimano una crescita moderata o più robusta, in caduta dal 78% e 79% rispettivamente del sondaggio di settembre.

Se le aspettative sull’inflazione elevata sono state ridimensionate per il 2024, con la convinzione che i picchi siano ormai alle spalle in tutte le regioni mondiali, la grande maggioranza degli economisti ha fiducia che anche il mercato del lavoro (77%) e le condizioni finanziarie si allentino (70%).

Questa edizione del Rapporto si concentra su due fenomeni chiave che avranno un impatto sull’economia globale, gli sviluppi geopolitici e i progressi dell’AI. L’accelerazione del processo di frammentazione, attesa quest’anno dal 70% degli economisti, alimenterà la volatilità nell’economia globale (87%) e sui mercati azionari (80%), rafforzerà la localizzazione (86%) e amplierà il divario Nord-Sud (57%) nei prossimi 3 anni.

Anche l’AI, accolta da molti come un game changer in molti settori, in realtà finirà per far crescere le disuguaglianze a vantaggio dei Paesi ad alto reddito, dove aumenterà l’efficienza della produzione industriale (per il 79%) e dell’innovazione (74%). Ben il 94% degli economisti scommette che nei prossimi 5 anni i benefici derivanti da questo forte aumento di produttività diventerà economicamente importante nelle economiel’AI non porterà un impatto netto positivo sull’occupazione, soprattutto nei Paesi più poveri, secondo il 73% degli economisti ricche, rispetto ad appena il 53% per i Paesi a basso reddito, dove peraltro , mentre c’è meno pessimismo sull’impatto sulla manodopera dei Paesi avanzati.

Iscriviti alle newsletter di L'Economia

Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)

E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18


Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.