Risparmio, gli italiani sono un po’ più poveri (e preoccupati): «È l’ora di alzare gli stipendi»
di Andrea Rinaldi
Il 2024 per il risparmio si candida a essere un anno meno turbolento, dopo la crisi caratterizzata dal rialzo dell’inflazione e dei tassi. Certo nessuno conosce il futuro e ogni previsione va presa con la dovuta cautela. Anche perché oltre ai timori di una recessione, le questioni geopolitiche (la guerra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina) avranno un peso sull’andamento dei listini, sia azionari che obbligazionari. Inoltre, sarà un anno segnato dalla politica. Determinante sarà il voto in Europa, in Russia, India e poi a novembre quello per l’elezione del presidente americano. Detto questo l’acquisizione di Kairos da parte di Anima Holding ha assunto un significato particolare per due motivi: ha dato vita a un grande polo italiano nel campo del risparmio e probabilmente aprirà il risiko delle sgr. È stato un periodo difficile per l’industria del risparmio gestito che rischia di chiudersi con riscatti superiori ai 50 miliardi di euro. E questo nonostante l’effetto mercato positivo, quantificato a novembre in un robusto +3%, continui a far salire il patrimonio delle associate.
di Andrea Rinaldi
Secondo quanto certificato da Assogestioni, associazione di categoria dell’asset management guidata da Carlo Trabattoni, il mese di novembre ha mostrato riscatti superiori ai sette miliardi, che si confrontano con gli 8,1 di ottobre e portano il totale da inizio anno a 49,5 miliardi. Nulla però di clamoroso. Tutto ciò grazie al comportamento degli italiani. Non si è infatti assistito a una fuga dal risparmio. Certamente c’è stato un aumento dei riscatti, ma nessun crollo. Un’eventualità che non era così scontata. Le famiglie italiane non vedevano un’inflazione vera dalla fine degli Anni Ottanta e si erano abituate a tassi di interessi reali negativi. Il ritorno alla normalità, ossia al costo del denaro più elevato, è stato vissuto come un cambiamento inaspettato e ha creato qualche tensione. In pochi però si sono fatti prendere dal panico e la maggior parte ha saputo mantenere i nervi saldi. Un segnale positivo in termini di maturità, pur in un quadro di bassa alfabetizzazione finanziaria. In sostanza, il ritorno dell’inflazione è stato, tutto sommato, ben tollerato dalle famiglie. Le più colpite hanno attinto dalle proprie risorse, ma soltanto in poche si sono indebitate. L’aumento dell’inflazione e dei tassi sono avvertiti come temporanei.
A Piazza Affari c’è dunque molta attenzione su quello che accadrà nel mondo delle sgr e delle banche impegnate nel risparmio. In primis Fineco, un istituto multicanale che offre servizi bancari, di trading e di investimento su piattaforma con tecnologia sviluppata internamente. La società offre consulenza finanziaria ed è specializzata nell’intermediazione creditizia a livello europeo e nel private banking italiano. Per oltre dieci anni Fineco ha operato sotto l’ombrello del gruppo UniCredit, che era proprietario del 35% del capitale della banca online. A maggio 2019 il colosso di piazza Gae Aulenti ha ceduto il 17% e a luglio dello stesso anno il rimanente 18%, uscendo definitivamente dall’istituto. I vertici di Fineco non si sono demoralizzati e adesso l’istituto è uno dei gioielli di Piazza Affari. Nel mese di novembre la raccolta netta si è attestata a 287 milioni di euro, con l’accelerazione del numero di nuovi clienti che si mantiene sui livelli elevati dello scorso mese. Ma chi sono i principali azionisti dell’istituto milanese? BlackRock risulta al momento l’azionista di maggioranza, con una partecipazione del 9,2%. Al secondo posto c’è Schroders, con un pacchetto azionario del 5 per cento. Al terzo si trova Capital Research Management che detiene sempre una quota del 5%, seguito da Wellington Management Group che possiede una partecipazione del 4,9 per cento. Infine, Fidelity Investment è proprietaria del 4,4%. Secondo alcuni operatori un altro fondo estero starebbe esaminando l’acquisizione di una quota significativa che potrebbe addirittura superare la partecipazione di BlackRock.
Nel mirino c’è poi Anima. A novembre la sgr ha registrato una flessione della raccolta di 340 milioni di euro mentre le masse gestite hanno raggiunto la cifra di 186 miliardi. Anima Holding controlla Anima Sgr, Anima Alternative Sgr e Castello sgr. In molti operatori stanno studiando il suo dossier. Primo indiziato è il Banco Bpm che recentemente ha annunciato il piano per il prossimo triennio che prevede un utile netto di circa 6 miliardi, con 4 miliardi destinati alla remunerazione degli azionisti. Il nuovo piano «si focalizzerà su iniziative di change management, women empowerment e su percorsi di evoluzione professionale personalizzati».
Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, ha evidenziato come la nuova strategia sia «costruita in una logica stand alone. Dal prossimo anno, inizieremo a beneficiare dei risultati delle nostre fabbriche prodotto, così da agire sulla leva dei ricavi e delle commissioni». Di sicuro il gruppo punta a lavorare «per essere una banca leader nell’offerta di servizi digitali e omnicanale per i diversi segmenti di clientela, rafforzando la proposta di soluzioni, con una particolare attenzione a Pmi e mid cap, vera spina dorsale del sistema produttivo». Nessuna parola del ceo, invece, di future mosse in ambito m&a. Nei mesi scorsi si erano rincorse voci di interessamento da parte di Unicredit e di Credit Agricole, già primo azionista della banca. Non è un mistero che Palazzo Chigi punti a creare un terzo gruppo nazionale, dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit, facendo sposare Montepaschi (di cui si è avviata la privatizzazione, con il Tesoro che di recente è sceso a circa il 39%) proprio con Banco Bpm o in seconda battuta con Bper. Ma più che verso Mps l’attenzione di Bpm va verso Anima, di cui controlla circa il 21,7%. «Ci piacerebbe molto una crescita della sgr con un consolidamento nel settore dell’asset management e un’espansione all’estero — ha detto Castagna —. Se questo richiedesse investimenti noi come primo azionista saremo pronti a supportarlo».
Da Fsi a Prelios Anima è un crocevia per cui passano molti protagonisti della finanza italiana e c’è la sensazione che sia uno snodo del risiko non solo in ambito risparmio. La sgr è una delle maggiori realtà del settore, forte di asset in gestione per 177 miliardi e oltre un milione di clienti. L’assetto azionariato è articolato. Ci sono Banco Bpm, Poste Italiane (11%), Francesco Caltagirone (3,2%). Il gruppo guidato da Matteo Del Fante, altro candidato all’acquisizione, ha siglato un patto di sindacato con l’imprenditore per blindare il 14,2% della società. Nei mesi scorsi è entrato anche il Fsi di Maurizio Tamagnini, altro soggetto molto attivo nei servizi finanziari. Ha investito oltre 100 milioni per acquistare il 9% della società e rafforzare dunque l’italianità dell’azienda. Fsi è una società di gestione del risparmio cui fa capo il maggiore Fondo di investimento in capitale di rischio interamente dedicato all’Italia e uno dei tre maggiori europei dedicato ad un solo Paese, con una dimensione di 1,4 miliardi di euro. Una mossa che qualcuno ha letto come un arrocco per dissuadere mire straniere anche se il governo sta dimostrando grande attenzione sulla finanza. Come dimostra la vicenda Prelios. L’acquisto da parte di Ion di Andrea Pignataro, dopo il via libera dell’Antitrust, è al vaglio da Palazzo Chigi. Il governo sta infatti valutando se esercitare il golden power, cioè il diritto di veto che può bloccare l’operazione o dettare specifiche condizioni.
Iscriviti alle newsletter di L'Economia
Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile
Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo
One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
09 gen 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Edoardo De Biasi
di Michelangelo Borrillo
di Redazione Economia
di Ferruccio de Bortoli
di Leonard Berberi