E venne il giorno in cui il tennis divent� un esercizio di autoanalisi in cui Jannik Sinner deve per forza guardarsi riflesso nello specchio di Novak Djokovic per scoprire di essere diventato grande. Come a Wimbledon, 193 giorni fa, la semifinale dell’Australian Open apparecchia l’incrocio pi� interessante, Jannik costretto a passare attraverso la cruna del Djoker per tagliare la sua personalissima linea d’ombra, cambiano superficie (l� erba, qui veloce) e Continente per� il senso della sfida � chiaro: il parricidio del vecchio, la sorgente da cui l’imprinting del giovane discende, come archetipo necessario.
Sinner ritrova Djokovic per la finale dell'Australian Open: «Io ci credo»
All’Australian Open si ripropone come a Wimbledon la grande sfida tra il numero 4 italiano e il re del tennis. Ma il risultato non � mai stato cos� incerto: �Sono le partite per cui mi alleno, non vedo l’ora�

Sinner-Djokovic venerd�
A differenza di Wimbledon, per�, il match di venerd� (alta la possibilit� che venga programmato alle 4.30 del mattino in Italia) sar� apertissimo. �Mi piacciono queste partite, sono il motivo per cui mi alleno sodo — taglia corto Jannik —. Sar� difficile, non vedo l’ora: lui cambier� qualcosa ma anch’io lo far�. Ci credo, inseguir� ogni palla. Sono preparato per affrontare molte situazioni�. Tra Sinner e Djokovic, fin qui, il giocatore che ha pi� impressionato a Melbourne � il barone rosso: zero set perduti, 28 palle break concesse in cinque turni (26 annullate), un messaggio di solidit� che ormai lo anticipa in campo, dove l’azzurro, oltre la ricchezza del suo tennis (salgono i numeri al servizio: ieri 64% di prime in campo e 76% di punti con la prima), porta anche una presenza in grado di intimorire i rivali. Andrey Rublev, per esempio, la vittima che ogni carnefice vorrebbe trovare sulla sua strada (mai oltre i quarti in un Major), non � riuscito a blindare il secondo set nemmeno quando era avanti 5-1 nel tie break: un dritto incrociato di Jannik a 152 km all’ora ha chiuso uno scambio di 24 colpi, un attacco di dritto seguito da vol�e alta � servito per superare il russo in totale confusione, tra guerra e pace solo guerra (interiore).
Se il n.5 del ranking affrontato in piena notte non � un test probante (�C’era pi� umidit� l’unico commento dell’azzurro mentre impazzava la polemica social sugli orari del torneo) significa che i primi quattro giocano un campionato a parte e viaggiano a un livello a cui Jannik, proiettato verso un possibile sorpasso sul n.3 Medvedev, oggi appartiene pienamente. Durante il monologo con Rublev ha persino gestito con freddezza un fastidio tra basso stomaco e addominali (�Ma non era una fitta� ci ha tenuto a precisare), n� diaframma n� muscoli, probabilmente una digestione complicata: �Avevo un po’ di aria nella pancia, forse ho mangiato qualcosa di sbagliato prima del match...�. Questione chiusa, a modo suo.
La sensazione che Sinner e Djokovic questa volta partano alla pari � l’onda lunga dello scorso fine stagione di Jannik, quei due sprint tra Torino (nel girone: �poi la partita importante alle Finals l’ha vinta lui�) e Malaga (Davis) con cui ha bruciato metri e accorciato la distanza, l’ultimo dubbio da chiarire � la tenuta sui cinque set, il terreno minato su cui nessuno � ancora riuscito a portarlo; il Djoker � il maggior indiziato per farlo. Nulla viene lasciato al caso in questo avvicinamento ineluttabile alla prima finale Slam della carriera di un 22enne che sta crescendo con armonia, senza gli strappi di Rune o Alcaraz. Con Khachanov il servizio non era stato all’altezza? �E allora il giorno dopo ci abbiamo lavorato su tecnicamente — spiega Jannik d’Australia ormai perfettamente a suo agio down under —, infatti con Rublev ho battuto meglio ma ogni partita ha i suoi problemi, � normale�. Gli � rimasto un solo cruccio: �Rublev intuiva dove servivo, devo capire come mai...�.
Comprendere, analizzare, inghiottire e metabolizzare nuovi bocconi di tennis. La sete di sapere di Sinner passa per la prima volta contro Djokovic sul veloce outdoor, affronta l’uomo dei 10 titoli australiani (24 Major in totale) che a Melbourne non ha mai perso una semifinale e si � messo in testa l’idea meravigliosa del Grande Slam. � chiaro che servir� l’impresa. Come a Torino e Malaga? No, pi� grande.
Ha due giorni di pausa, che spender� seguendo la solita routine. �Dormir� il pi� possibile, per recuperare. Allenamenti brevi, giusto per mantenere il tocco di palla�. L’imponderabile non � previsto nel magico mondo di Jannik Sinner. Boskoviano quando gli chiedono se non teme che la vicenda col Djoker vada per le lunghe: �Giocher� finch� la partita non sar� finita�.
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24 gennaio 2024 (modifica il 24 gennaio 2024 | 07:40)
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