L’Italia in Coppa Davis: Sinner è l’arma segreta che ha portato gli azzurri alla meta

di Gaia Piccardi, inviata a Malaga

Jannik si � preso in spalla la giovane Italia, ha raccolto attorno a s� le energie dei compagni per trasformarle in materia dei sogni. Il tennis � diventato in Italia il principale concorrente del pallone grazie al rinascimento sinneriano

L’Italia in Coppa Davis: Sinner è l’arma segreta che ha portato gli azzurri alla meta

(Getty Images)

MALAGA Hanno ricci rossi, barbette ispide, ciuffi alla moda, fedine al dito anche se non sono sposati, facce da bravi ragazzi e occhi pieni di stanchezza e stupore, perch� due imprese in 47 anni sottolineano la rarit� dell’evento. Sono gli italiani che hanno vinto la Coppa Davis riannodando il filo con un’epoca remota, il 1976, anno in cui nemmeno il pi� vecchio della confraternita del tennis, capitan Volandri (classe ‘81), era nato.

Fratelli d’Italia, l’Italia si desta grazie a Jannik Sinner, il leader che canta l’inno sul podio (lo cantano tutti) dopo aver frustrato le velleit� di rimonta di Alex De Minaur, l’australiano delle sue prime volte: quando Jannik ha sbranato Next Gen a Milano (2019) e il Master 1000 inaugurale di una lunga serie (Toronto, lo scorso agosto), dall’altra parte della rete c’era il ragazzo di Sydney, frequentatore dell’alta classifica ridotto — anche lui — a comprimario. Il n.4 del ranking non gli lascia scampo dopo che il grande cuore di Matteo Arnaldi, capace di sopravvivere allo psicodramma con Popyrin che ha aperto la finale (8 palle break annullate nel terzo set), gli ha messo sulla racchetta la palla che vale la storia. Come fosse una di quelle vol�e alte che maneggia con crescente disinvoltura, Sinner ha piantato la nostra piccola leggenda (2 titoli in 8 finali dal 1960 al 2023) sul mappamondo con il martello che gli ha prestato Thor, il dio del tuono, il solo che colpisce forte come Jannik. � lui la nostra arma segreta, � la palla di neve diventata valanga rotolando gi� dalle montagne dell’Alto Adige, la forza centrifuga capace di raccogliere intorno a s� energie immature (Lorenzo Musetti), generose (Matteo Arnaldi), granata (Lorenzo Sonego), frantumate (Matteo Berrettini, il tifoso di lusso) per rigenerarle, e trasformarle in materia dei sogni.

Ha giocato cinque match in quattro giorni contro Olanda, Serbia e Australia, il barone rosso, tre singolari e due doppi, tutti vinti; � rimasto in campo pi� di ogni altro azzurro anche se era uscito pi� stanchino di Forrest Gump dalla centrifuga delle Atp Finals, il torneo che ne ha decretato lo status di campione prima che la Davis lo trasformasse in un uomo. Bench� la Coppa si porti dietro tutta la verit� retorica della squadra e dello sforzo condiviso, � difficile non ascrivere a Sinner la rottura di un silenzioso tab� lungo quasi dieci lustri ma d’altronde di tie break con lo status quo Jannik � pratico, in una stagione trascorsa in crescita esponenziale ha sconfitto 13 top 10, qualcuno mai battuto prima: Djokovic (due volte tra Torino e Malaga), Medvedev (tre volte tra Pechino, Vienna e Torino), Rune (una volta alle Finals). Il ragazzo non ha paura di niente, e si � visto. Ha dato piena disponibilit� a Volandri e da persona seria ha mantenuto l’impegno: si � preso in spalla la giovane Italia, e l’ha portata fino alla meta.

Il Paese dei sei top 100, et� media 23,5 anni, grande tradizione tennistica scavata con pazienza come un’enclave su un enorme campo di calcio popolato da 60 milioni di giocatori fino a diventare — davvero — il principale concorrente del pallone grazie al rinascimento tennistico sinneriano, sale cos� in cima al mondo. Il ragazzo fantastico portabandiera, la compagnia di arrembanti celestini alle spalle, per ragioni anagrafiche cresciuti nel mito della Santissima Trinit� (Djokovic, Nadal, Federer), non certo dei meravigliosi dinosauri Panatta e Pietrangeli, che ieri ha voluto salire sul podio di Malaga insieme ai nipotini, un passaggio di consegne romantico e commovente.

Piovono complimenti, inviti, frasi fatte di soliti ministri sul piccolo miracolo italiano, la premier Meloni telefona al presidente della Federtennis Binaghi (presto a Palazzo Chigi insieme alle ragazze finaliste in BJ King Cup), c’� gi� un invito al Quirinale da Mattarella il 21 dicembre, quando Sinner sperava di essere gi� a Sesto Pusteria con gli sci ai piedi. Ma l’Italia che si annette una Davis che negli ultimi dieci anni ha avuto dieci padroni diversi, risorta pi� volte dalle retrocessioni e traghettata fin qui anche da quel Fognini che prima polemizza (�Solo il capitano non mi ha voluto� scrive su Instagram) e poi si congratula, merita tutte le celebrazioni del pianeta. Non distrarranno Jannik, che pensa gi� all’Australia a gennaio. Se il primo Slam del 2024 cominciasse domani, sull’inerzia lo vincerebbe lui.

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27 novembre 2023 (modifica il 27 novembre 2023 | 07:12)

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