Matteo Berrettini alla Coppa Davis: «Ho pensato di smettere. Voglio ritrovare la gioia»

di Gaia Piccardi, inviata a Malaga

Il tennista romano a Malaga come tifoso per la Davis: �Voglio ricominciare in Australia. Credo molto nello stare al buio, nello scavarsi dentro. Per� oggi vedo la luce, ed � in quella direzione che voglio andare�

Matteo Berrettini alla Coppa Davis: «Ho pensato di smettere. Voglio ritrovare la gioia»

MALAGA � tornato. Non per giocare, purtroppo: per il campo non � pronto. Ma gi� che Matteo Berrettini (previo sondaggio di capitan Volandri presso gli altri azzurri) abbia avuto voglia di salire su un aereo e volare a Malaga per fare il tifo per l’Italia di Coppa Davis, � tanta roba. Di persona non lo vedevamo dall’Open Usa, da quella maledetta storta alla caviglia destra che lo aveva messo kappa� per il resto della stagione (era il 31 agosto). Certo era ricomparso sui giornali di gossip insieme alla compagna Melissa Satta (eccoli che portano il piccolo Maddox a scuola, eccoli a spasso a Milano mano nella mano, eccoli in settimana bianca) ma qui a Malaga � in tuta della Nazionale, la versione di Matteo pi� simile a un tennista da mesi a questa parte.

La salute

�Sono stato triste perch� non potevo giocare i tornei. E, per la prima volta in una carriera costellata dagli infortuni, non mi stavo godendo il processo del ritorno. Non vivevo la sfida, non ero pronto mentalmente. Mi sono fermato, ho preso tempo per me: la mente e il corpo viaggiano sempre insieme�.

I progetti

�Vorrei ricominciare in Australia, a gennaio. Vorrei giocare pi� partite possibile. Lavoro duramente per essere pronto. Le critiche, certe critiche, non le ho capite sinceramente. Mi sono stupito, poi ho deciso di concentrarmi solo su di me. So chi sono, so cosa mi rende felice, so dove voglio andare�.

La Coppa Davis

�Sono a Malaga per me e per la squadra. Per allenarmi con i ragazzi, per divertirmi. Credo fortemente nel gruppo e vedo una squadra, alla vigilia dei quarti di finale con l’Olanda, con la tensione giusta. Jannik dopo la finale alle Finals � in una discreta forma… (sorride ndr). Ho sempre saputo che avrebbe fatto grandi cose, giocandoci contro lo avvertivi, si sentiva. Era solo questione di tempo. Oggi, sul veloce indoor, dietro a Djokovic c’� Sinner. Invidia? No. Avverto il sano agonismo che credo che anche Jannik abbia vissuto nei miei confronti nel passato. Infortunarmi alle Atp Finals 2021 � stata la pi� grande delusione della mia carriera. Jannik entr� come riserva e quest’anno ha fatto quello che ha fatto. Sono impressionato per la velocit� con cui migliora. Ho tanto rispetto per lui. E sento un grandissimo stimolo: ho voglia di rimettermi sotto a lavorare�.

Il coach nuovo

�Sto ancora cercando di capire cosa � meglio per me e per il mio futuro. Non ho ancora finalizzato la scelta (l’indiziato � lo svedese Thomas Enqvist, ex numero 4 del mondo ndr) ma presto saprete. Ne approfitto per ringraziare pubblicamente Vincenzo Santopadre: senza Vinz non sarei qui. Ogni tanto guardo sul telefonino i nostri video, quando eravamo ai challenger, quando giocavamo i tornei minori… Alla fine del rapporto giocatore-coach siamo arrivati insieme, � bastato guardarci negli occhi: salutarci � stato molto emozionante�.

I giorni bui

�Oggi in campo sorrido, e non mi succedeva da parecchi mesi, confesso. Mi sveglio con la voglia di allenarmi, senza avere in testa l’ossessione dei risultati, ora non contano. Ho meditato scelte radicali. Ho pensato di smettere, s�. C’� stato un momento in cui vedevo tutto buio, pensavo: ma cosa ricomincio a fare se poi mi rifaccio male? Non posso continuare a fare su e gi�, senn� il tennis diventa un’agonia. Ci sono stati giorni in cui non riuscivo ad alzarmi dal letto. Dovevo andare a fare la fisioterapia e non riuscivo a tirarmi su. Mi � capitato che per strada mi urlassero cose contro… In quel momento mi sono detto: va bene cos�, non forzarti. Va bene che oggi tu non abbia voglia di fare proprio niente. Poi ho agganciato il pensiero che mi ha spinto ad alzarmi dal letto: cosa posso fare ancora? Non � questione di ranking, soldi o risultati. No. � una sfida con me stesso. Credo di avere ancora qualcosa da dare, qualche cartuccia da sparare. Forse gli altri s�, ma io non dimentico quello che ho fatto�.

Nuovi stimoli

�Sono un Matteo pi� consapevole della vita a 360 gradi: ero nella bolla del tennis, l’unica cosa che contava era allenarmi e i risultati. Ma la vita � fatta di altro e te ne accorgi quando passa la gioia di fare quello che amavi. Ecco, vorrei ritrovare quella gioia l�: non voglio scendere pi� con il mondo sulle spalle, ma con il mondo accanto a me. Vorrei tornare alle radici del pensiero con cui giocavo da bambino, per divertirmi, quando non avevo in mente di diventare top 10 o di arrivare in finale a Wimbledon�.

Le critiche

�� troppo facile puntare il dito quando le cose non vanno bene. Dicono: ah, se ti fossi allenato meglio ti saresti infortunato meno… Ma io nell’allenamento non ho cambiato niente, � lo stesso di quando ero salito al n.6 del mondo. Non � vero che non vado a letto presto, faccio le cose che ho sempre fatto. Per� a un certo punto il mio corpo ha ceduto, � successo. Credo molto nello stare al buio, nello scavarsi dentro. Per� oggi vedo la luce, ed � in quella direzione che voglio andare�.

Corriere della Sera � anche su Whatsapp. E' sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

22 novembre 2023 (modifica il 22 novembre 2023 | 19:49)

- Leggi e commenta