I big del lusso corteggiano i gioielli Vhernier: le mosse di Richemont (che ha già Cartier)
di Daniela Polizzi
Risultati in calo ma non più del previsto. Quindi l’atmosfera è serena al 40, rue de Sèvres, la sede del gruppo Kering dove François-Henri Pinault commenta i dati con alcuni giornalisti internazionali. «Continueremo a investire e a elevare i nostri brand — dice Pinault —, una strategia stop and go non avrebbe senso. Andremo avanti nella trasformazione del gruppo che l’anno scorso ha festeggiato i dieci anni, e punteremo su Gucci, sfruttando la miscela unica di artigianalità, tradizione italiana e modernità che caratterizza la maison».
Il gruppo Kering (Gucci, Saint Laurent, Balenciaga, Bottega Veneta, Boucheron etc.) chiude il 2023 con 19,6 miliardi di ricavi, in calo del 4% (-2% su base comparabile) e con un utile netto di 2,983 miliardi, in calo del 17%. Nel 2023 l’utile operativo ricorrente è stato pari a 4,7 miliardi di euro, in calo del 15% rispetto al livello del 2022.
Ma sono cifre che arrivano dopo anni di crescita straordinaria — sotto la guida di Francesca Bellettini per esempio Saint Laurent è cresciuta di sei volte — e nel pieno di una transizione che coinvolge Gucci, il marchio più importante del gruppo, dove la coppia formata dal ceo Marco Bizzarri e dal direttore artistico Alessandro Michele è stata sostituita, nel corso del 2023, da Jean-François Palus e Sabato De Sarno.
di Daniela Polizzi
La Borsa di Parigi è sembrata considerare incoraggianti, seppure con il segno meno, i risultati 2023 e il titolo ieri ha guadagnato il 4 per cento .
Nell’incontro, François-Henri Pinault ha tenuto a mettere le cifre in prospettiva, spiegando la sua strategia per fare progredire il gruppo.
Nel 2013 PPR diventa Kering e non si tratta solo di un cambio di nome, il gruppo diventa un pure player nel mercato del lusso e si dà come obiettivo quello di riposizionare tutti i marchi verso l’alto allargando la base della clientela. Questo primo obiettivo è raggiunto, «siamo diventati molto forti, e lo siamo ancora, presso gli acquirenti aspirazionali», dice Pinault, quelli per i quali acquistare un prodotto Gucci o Saint Laurent è un’esperienza più ampia, che implica l’affermazione di uno stile di vita e il desiderio di appartenere a una fascia sociale.
Dopo il Covid il potere d’acquisto di questa clientela si è contratto e non è ancora tornato ai livelli precedenti, e questo spiega in parte la flessione nei ricavi del gruppo. Kering è ormai impegnato su un altro obiettivo, ovvero rivolgersi anche e sempre di più ai clienti a più alto potere d’acquisto, in grado di spendere cifre importanti se giustificate dall’alta qualità del prodotto. «Non si tratta di aumentare banalmente i prezzi — dice Pinault — ma di aumentare la qualità del prodotto, migliorare le materie prime e la sofisticazione creativa, in modo da giustificare l’aumento dei prezzi». Secondo François-Henri Pinault, 61 anni, alla guida del gruppo dal 2005, «la nostra salute finanziaria ci consente di proseguire il percorso verso l’alto, e senza dimenticare l’impegno per lo sviluppo sostenibile».
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