Olimpiadi, gli arresti preventivi dei giovanissimi e il timore di cani sciolti

diGuido Olimpio

I pericoli dell'Isis a Mosca, piani e strategie. Tra gli arrestati ci sono anche ragazzini uniti da Internet e dall'idea dell'azione violenza

Il setaccio e il tagliaerba. Sono le due tattiche usate dai servizi di sicurezza per cercare di proteggere al meglio la Francia doppiamente nel mirino. Perché ospita i Giochi e bersaglio scontato di molti criminali.

Da mesi intelligence, polizia e gendarmeria hanno scandagliato una gigantesca realtà estremista aprendo decine di migliaia di file intestati a potenziali attentatori. Hanno raffinato la ricerca, esaminando jihadisti, neonazisti e estremisti di sinistra per tentare di restringere — si fa per dire — il cerchio degli osservati speciali. Intensa la sorveglianza di reduci della guerra santa, di ex detenuti e di quelli ancora in prigione in grado di pilotare azioni all’esterno. Attenzione ai movimenti nel timore di un «rientro» di veterani. Vigilanza stretta di ambienti e «bolle» dove si coltiva l’odio, l’integralismo, la lotta armata. Parliamo, però sempre di un «oceano» incontrollabile, non esiste lo scudo perfetto per eventi di questa magnitudine.

Il secondo passo è stato il tagliaerba, ossia l’arresto preventivo. Mese dopo mese sono finiti in manette persone accusate di preparare attacchi. Un elenco ampio dove non ci sono solo i simpatizzanti jihadisti. Un misogino violento che voleva colpire il corteo della fiaccola olimpica a Bordeaux, poi un estremista di destra, quindi diversi giovani affascinati dall’ideologia dello Stato Islamico. Tra loro un dodicenne radicalizzato dopo un viaggio in Algeria e un ceceno di 18 anni che progettava qualcosa contro uno stadio, infine nuclei di ragazzi ancora più giovani, senza alcuna esperienza ma uniti da contatti via web e dall’idea dell’azione violenta. Amatoriali, a volte ingenui ma non per questo da sottovalutare. Secondo il centro studi Cat il 25% dei fermati in Francia è minorenne e il 70% sconosciuto alla Legge.

Dati che ritroviamo in un report del King’s College London dedicato allo Stato Islamico: su 58 persone coinvolte in attacchi sventati in Europa a partire da Ottobre ben 38 avevano un’età compresa tra i 13 e i 19 anni. Il terrorismo degli adolescenti.

Quello che più preoccupa è il militante individuale, già presente nel territorio, che spunta dal nulla. Profilo che accomuna chi si riconosce nei disegni del Califfato e l’assalitore senza una motivazione politica reale. L’altra «lancia» è rappresentata da mujaheddin — non conta quanto preparati — attivati in remoto oppure da «facilitatori» e qui è spesso indicato come referente lo Stato Islamico-Khorasan, protagonista del massacro di Mosca. Il cuore è tra Afghanistan e Pakistan, lo snodo logistico è in Turchia, con un gran numero di affiliati provenienti dalle ex repubbliche sovietiche. Il movimento ha distribuito «quadri» anche in Occidente e in paesi dell’Est, ha reclutato complici, ha alzato i toni contro le Olimpiadi. Il sentiero del Califfo si intreccia con le piste del Medio Oriente. Le guerre a Gaza e Yemen, il duello Israele-Iran-fazioni sciite diventano acceleratori di assalti e anche pretesti.

Ci può essere chi vuole cavalcare le tensioni: colpisce in nome di un gruppo palestinese, annuncia gesti sanguinosi, promette fuoco e fiamme. Una spinta propagandistica intensa. Che gli israeliani citano per accusare Teheran di complicità diretta o indiretta.

Infine, il timore della manovra destabilizzante pianificata da «agenti in sonno» legati agli apparati di Mosca. Un ucraino e uno chef russo (sospettato di essere una spia) sono stati fermati perché, secondo gli investigatori, potevano compiere sabotaggi.

Saranno giorni difficili.

26 luglio 2024 ( modifica il 26 luglio 2024 | 07:09)

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