I campioni alle Olimpiadi di Parigi 2024: da Lyles e Nadal a Biles ed Egonu. Chi sono
Quelli di Parigi saranno i Giochi della parità di genere e donne sono le stelle più attese. Occhio anche ai vecchietti», con Nadal e LeBron James star assolute
Hanno attirato in un tranello Coco Gauff. Le hanno fatto indossare la giacchetta bianca con i revers a stelle e strisce, le hanno detto: sarai tu la portabandiera degli Stati Uniti, insieme a LeBron James. Tutto vero. Il gigante (206 cm, quattro anelli con tre squadre diverse) e la bambina (20 anni appena compiuti) che si è presa l’ultimo Us Open come coppia simbolo dell’Olimpiade che cambia. Non c’erano donne ai primi Giochi voluti da De Coubertin (1896), l’importante è partecipare ma senza femmine è meglio, la tennista inglese Charlotte Cooper è la prima campionessa olimpica a Parigi 1900, ad Amsterdam 1928 si apre l’atletica alle donne e Ondina Valla, otto anni più tardi (Berlino ‘36) è Eva: la prima italiana d’oro.
Coco è una delle 5.250 anime che compongono la metà della mela di Parigi 2024, i Giochi della parità di genere, e pazienza se in molte discipline le ragazze ancora guadagnano meno e hanno visibilità minore: lo sport fotografa la società, un report del World Economic Forum stima che serviranno altri 131 anni per raggiungere una piena eguaglianza, ma intanto i numeri avanzano.
Tutte le stelle a Parigi 2024, da Biles ed Egonu a Lyles
Femmine sono le stelle più attese. La fuoriclasse della ginnastica Simone Biles torna a riscrivere le leggi della fisica dopo i capogiri di Tokyo che imposero il tema della salute mentale nello sport: vorrebbe tutte le medaglie tranne quella delle parallele (non sono la specialità della casa), nel frattempo si è sposata con il safety dei Green Bay Packers Jonathan Owens e ha ritrovato la serenità.
Anche per Paola Egonu, la giocatrice di volley più forte del pianeta, è cambiato tutto: tornò dal Giappone accusata di usare troppo i social durante l’Olimpiade, arriva a Parigi con una nuova guida (Velasco c.t.) e un nuovo fidanzato, il collega Leonardo Puliti. Egonu insegue il primo oro, Katie Ledecky l’ottavo e il nono (800 e 1500) nel nuoto, anche il connazionale Caleb Dressel è a quota sette e vorrebbe arrotondare il bottino. Ma l’impresa dei Giochi sarebbe la lucida follia inseguita da un altro americano con il botto, Noah Lyles, 27 anni la metà dei quali spesi a combattere la depressione: quattro ori come Jesse Owens a Berlino ‘36 e Carl Lewis a Los Angeles ‘84, che gli dà il suo endorsement («È forte, carismatico, un eroe positivo che piace alla gente a caccia di nuovi eroi»).
Occhio ai vecchietti, da Nadal a LeBron
Al villaggio si aggirano dinosauri affascinanti, stelle agé ma per nulla appannate dal tempo. Rafa Nadal, 38 anni e sentirli tutti, 22 titoli Slam in valigia, dal self service della mensa olimpica al tavolo che condivide con il compagno di doppio Carlos Alcaraz avanza con lentezza esasperante: lo fermano tutti, i social traboccano di selfie con il vassoio in mano e la stempiatura che, inesorabilmente, incalza.
A Parigi ci sono quattro campioni del Mondiale di calcio di Doha (gli argentini Alvarez, Otamendi, Rulli e Almada), Thierry Henry è il c.t. della Nazionale olimpica di casa e tra le donne, a proposito di superiorità, la brasiliana Marta si regala la sesta Olimpiade a 38 anni (è già la prima ad aver segnato in cinque edizioni consecutive). La gara dei portabandiera meglio assortiti, sulla carta, la vincono gli Usa: Coco che festeggiò il primo Slam avviando una diretta dal campo su Periscope e LeBron leader del Dream Team con Steve Curry e Kevin Durant, alla quarta apparizione sulla soglia dei 40 anni, il primo americano a competere ai Giochi in tre decadi diverse. Parbleu.