Crac Signa, dopo il grattacielo Chrysler ora è in vendita anche l’Hotel Bauer di Venezia

Crac Signa, dopo il grattacielo Chrysler ora è in vendita anche l'Hotel Bauer di Venezia Crac Signa, dopo il grattacielo Chrysler ora è in vendita anche l’Hotel Bauer di Venezia

Signa mette in vetrina i suoi gioielli. Il gruppo immobiliare austriaco fondato da René Benko è alla ricerca urgente di fondi per ripagare i debiti e uscire dalla crisi finanziaria. La holding sta perciò tentando di vendere alcuni dei suoi edifici più prestigiosi.

La catena Rosewood hotel e gli affari in riva al Canal Grande

Fra questi, secondo indiscrezioni, figura anche lo storico Hotel Bauer di Venezia, inaugurato nel 1880 e affacciato sul Canal Grande. Signa lo aveva comprato nel 2020 dal fondo Elliot che a sua volta l’aveva rilevato dalla famiglia Bortolotti Possati. L’obiettivo era quello di realizzare entro il 2025 una novantina di suite di lusso e dedicare una porzione dell’edificio ai negozi di alta gamma, affidando la gestione alla catena Rosewood hotel che fa capo al gruppo Chow Tai Fook di Hong Kong. A progetto completato, il valore dell’iconico albergo sarebbe stato di 400 milioni, quello della parte dedicata allo shopping di circa 200 milioni.

In vendita metà del grattacielo Chrysler

La crisi di Signa rischia però di bloccare i lavori. Si sonda quindi il mercato per trovare un investitore che rilanci la ristrutturazione dello storico hotel la cui acquisizione è stata finanziata dalla banca austriaca Raiffeisen. L’operazione non è delle più semplici perché si inserisce nella complessa procedura di ristrutturazione della holding. Sinora i commissari hanno ricevuto richieste da parte di 43 creditori per 1,13 miliardi. Per soddisfarli la gestione straordinaria ha avviato la vendita del jet privato di Benko, della metà del grattacielo Chrysler di New York, altro palazzo iconico, uno dei più ammirati della Grande Mela, e di altri proprietà immobiliari negli Stati Uniti.

Fino a 13 miliardi di debito

I proventi potrebbero non bastare per coprire il debito di Signa Holding che ammonta a oltre 5 miliardi. Tale somma non include peraltro i finanziamenti bancari che gravano sugli innumerevoli veicoli d’investimento che formano la labirintica struttura societaria del gruppo. Secondo la stima di J.P. Morgan, l’esposizione delle varie holding e sub holding potrebbe arrivare a 13 miliardi. Perciò, in futuro la gestione dei commissari potrebbe vedersi costretta a vendere altri beni e progetti di sviluppo in portafoglio come i magazzini Kadewe di Berlino, il centro commerciale Oberpollinger a Monaco di Baviera o il resort Villa Eden sul Lago di Garda.

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