In Cina anche la finanza è comunista: Xi fa il banchiere centrale (ma la crisi non passa)
di Danilo Taino
Risultati deludenti, blocco della quotazione di cloud e supermercati, vendite di azionisti eccellenti. Una raffica di cattive notizie si è abbattuta sul colosso cinese Alibaba che ha perso oltre il 10% a Hong Kong, bruciando 20 miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa.
Giovedì Alibaba ha pubblicato i conti del terzo trimestre, chiuso con ricavi per 31 miliardi e utili per 3,9 miliardi. Risultati sotto le attese del mercato che, tuttavia, è stato scioccato soprattutto dal sorprendente annullamento del piano di riorganizzazione annunciato a marzo, solo pochi mesi fa. Quel piano prevedeva la divisione di Alibaba in sei società distinte per far emergere il valore delle tante attività svolte dal colosso cinese. Le divisioni di logistica, cloud e supermercati, in particolare, erano destinate in tempi brevi allo scorporo dalla casa-madre e alla quotazione in Borsa. Niente di tutto ciò accadrà, perlomeno nel medio termine.
di Danilo Taino
Alibaba ha infatti annunciato il rinvio della quotazione dei supermercati Freshippo per via delle «condizioni di mercato avverse» e soprattutto la cancellazione dello scorporo del ramo cloud che, secondo le stime degli analisti, poteva valere fino a 41 miliardi di dollari in Borsa. Secondo il conglomerato cinese, la guerra dei chip fra Pechino e Stati Uniti ha creato un livello di incertezza tale da sconsigliare la separazione della nuvola. I controlli statunitensi alle esportazioni di chip, in particolare per l’intelligenza artificiale, potrebbero infatti «influenzare materialmente e negativamente la capacità» di Alibaba «di offrire prodotti e servizi e di adempiere ai contratti esistenti». Tanto che già fra giugno e settembre la divisione ha subito un evidente rallentamento della crescita, aumentando il fatturato soltanto del 3% a 3,8 miliardi di dollari.
Come se non bastasse, a deprimere ulteriormente il titolo è arrivata la notizia che il trust della famiglia di Jack Ma, co-fondatore di Alibaba, venderà nei prossimi giorni 10 milioni di azioni per un incasso di circa 840 milioni di dollari. Un’operazione che, di certo, non rappresenta un attestato di fiducia agli occhi degli investitori nel gigante cinese che da qualche tempo ha perso quella spinta che ne aveva fatto il più temibile concorrente di Amazon. Poi, però, i sospetti del governo di Pechino nei confronti dell’ascesa della società e dei suoi vertici hanno portato all’allontanamento di Jack Ma, sparito per mesi dalla scena pubblica, e di altri manager-chiave del gruppo, incluso il responsabile del cloud, Daniel Zhang, inaspettatamente dimessosi proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto diventare amministratore delegato della nuova divisione.
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