«La Russia aveva pianificato l'assassinio del produttore di armi tedesco Armin Papperger, ceo diRheinmetall»
Il ceo della Rheinmetall, 61 anni, è stato protetto dalle misure messe in atto dalla Germania, allertata dai servizi Usa. Il piano del suo omicidio si inserisce nella strategia di Mosca di interrompere la fornitura bellica a favore di Kiev
Armin Papperger, amministratore delgato e presidente dell'azienda tedesca produttrice di armi Rheinmetall, è finito nel mirino dei russi. Secondo quanto riferisce Cnn, l'intelligence statunitense avrebbe portato alla luce un complotto ai suoi danni ordito da Mosca: l'assassinio di Papperger rientrerebbe in un progetto più ampio che avrebbe lo scopo di togliere di mezzo i dirigenti europei che sostengono lo sforzo bellico dell'Ucraina, ostacolando così il flusso di armi che dall'Occidente viene inviato a Kiev da oltre due anni a questa parte. Fortunatamente per l'ad di Rheinmetall, 61 anni, appena gli Stati Uniti sono venuti a conoscenza del pericolo hanno avvisato la Germania che ha messo in atto le misure per proteggere la sua incolumità.
La campagna di sabotaggio russa
È ormai noto che la Russia stia conducendo una campagna di sabotaggio degli aiuti destinati all'Ucraina, anche reclutando persone nei Paesi Nato (gli agenti «mono uso» di cui parla Guido Olimpio) che mettono a segno attacchi incendiari e atti di vandalismo ai danni dei magazzini di stoccaggio delle armi che attendono di essere inviate a Kiev (nei confronti della quale, come spiega Viviana Mazza, il vertice Nato ha blindato gli aiuti «a prova di Trump»). In quest'ottica, non stupisce che uno dei bersagli fosse proprio Papperger, a capo della società che è tra i maggiori produttori di proiettili da 155 millimetri, ormai considerati decisivi nella guerra di logoramento che è diventato il conflitto tra Ucraina e Russia.
La Rheinmetall, con sede a Düsseldorf, ha inoltre in programma di aprire uno stabilimento di produzione dei veicoli blindati direttamente in Ucraina, dettaglio che secondo l'intelligence Usa preoccupa non poco Mosca, anche alla luce delle difficoltà in cui versa la difesa russa.
Nonostante il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti non abbia divulgato nessun commento ufficiale sull'indagine sui presunti complotti russi, la portavoce Adrienne Watson ha dichiarato: «Stiamo prendendo estremamente sul serio l’intensificazione della campagna di sovversione della Russia. Gli Stati Uniti hanno discusso la questione con gli alleati della Nato. Stiamo lavorando attivamente insieme a loro per denunciare e interrompere queste attività». «Abbiamo la certezza», aggiunge, «sul fatto che le azioni della Russia non dissuaderanno gli alleati dal continuare a sostenere l’Ucraina».