La Nato blinda il sostegno a Kiev, Stoltenberg:«Il più vasto piano di difesa dalla Guerra fredda»
L'Alleanza manda i jet F16 all'Ucraina. Dubbi sui tempi dell'adesione. Pechino «pericolo» per la sicurezza
DALLA NOSTRA INVIATA
WASHINGTON La Nato promette un impegno durevole per l’Ucraina, il segretario Jens Stoltenberg parla del «più vasto piano di difesa dalla Guerra Fredda»: un progetto elaborato da mesi anche in caso di un cambio di leadership alla Casa Bianca, un impegno che i giornalisti che seguono il summit hanno iniziato a definire «a prova di Trump».
Gli Stati Uniti hanno annunciato ieri che i jet F16 promessi sono già partiti, dalla Danimarca e dai Paesi Bassi, ed entro l’estate saranno operativi sui cieli di Kiev per respingere gli attacchi della Russia. Il segretario di Stato Antony Blinken ha sottolineato che l’invio dei jet è un segnale a Putin. Una garanzia per Volodymyr Zelensky, assieme agli oltre 40 miliardi di euro in assistenza finanziaria e alla sicurezza che gli alleati dell’Alleanza atlantica si sono impegnati ad assicurare. Zelensky ha espresso soddisfazione, ma parlando alla Reagan Foundation ha incalzato che né i jet né i sistemi di difesa antiaerea promessi da cinque Paesi tra cui l’Italia sono sufficienti. «Di F16 ne servono almeno 128 per eguagliare la Russia nei cieli».
Altra questione è l’adesione alla Nato, su cui alcuni Paesi hanno ancora delle riserve per il rischio che comporterebbe avere un partner in guerra con la Russia. Alcuni sottolineano la necessità di riforme sistemiche, incluse quelle contro la corruzione. Per ora Zelensky incassa l’accordo sull’«irreversibilità» del processo. La dichiarazione finale del summit ribadisce che Kiev riceverà l’invito formale all’adesione quando le condizioni saranno rispettate e gli alleati saranno d’accordo. «Per invitare un nuovo alleato dobbiamo avere consenso. Tutti gli alleati sono d’accordo che l’Ucraina debba diventarlo, ma è presto per dire quando succederà» ha dichiarato Jens Stoltenberg ai giornalisti.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato: è un «percorso segnato», che però si concretizzerà «dopo la guerra». Alcuni giornali ucraini monitorati dalla Bbc sono pessimisti: pochi si aspettano che le nuove difese aeree possano segnare una svolta e una commentatrice esprime delusione perché l’adesione alla Nato viene rimandata: «Dobbiamo essere onesti, non c’è speranza per noi al momento. Ma a non essere pronta non è l’Ucraina, è la Nato che non è in grado di combattere la Russia». Il quotidiano Ukrayina Moloda lamenta la mancanza di leadership: «I titani sono ciechi. Noi abbiamo bisogno di una vittoria. E l’Occidente?»
Nel comunicato c’è anche un duro monito alla Cina, in quanto membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu, invitata a «porre fine a qualsiasi forma si sostegno politico e materiale» al Cremlino. Pechino è definita «un pericolo per l’Europa e la sicurezza», insieme alla Nord Corea e all’Iran. Durissimo Stoltenberg, che ha detto che la Cina rischia di mettere in discussione «i normali rapporti» con la Nato. E viene designato un inviato del Sud per il Medio Oriente e per l’Africa: una buona notizia per Roma, tanto che il ministro Tajani ha lanciato la candidatura dell’Italia per ricoprire questo ruolo, mettendo a disposizione «nomi di alto livello».
Sui social, intanto, Trump è tornato a lamentare quello che a suo giudizio è un eccessivo impegno americano, rispetto agli alleati. L’Europa dovrebbe mandare a Kiev 100 miliardi di dollari per «pareggiare» quanto speso dagli Usa, ha scritto il candidato repubblicano alla Casa Bianca, senza spiegare come sia giunto a questo calcolo.
In un briefing con i giornalisti il presidente del Consiglio europeo Charles Michel sottolineava ieri che l’aumento della spesa per la difesa fino al 2% del Pil da parte di molti Stati europei della Nato ha messo ha disposizione altri 150 miliardi di dollari. Oggi sono previsti incontri tra l’Ue e gli alleati dell’Indo-Pacifico, per discutere le sfide comuni.
E sempre oggi i ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia e Polonia firmeranno a margine del Vertice Nato di Washington una lettera di intenti sul cosiddetto Elsa (European Long-Range Strike Approach): «L’Elsa mira a migliorare la nostra abilità, come europei, di sviluppare, produrre e fornire capacità nel campo degli attacchi a lungo raggio, che sono estremamente necessarie per scoraggiare e difendere il nostro continente», spiega l’ambasciata francese.