Il Panathinaikos vince l'Eurolega: battuto il Real Madrid 95-80
Le prime due della stagione regolare si sfidano nella finale di Berlino. Il Real Madrid parte forte, il Panathinaikos del maestro Ataman («il più grande allenatore d’Europa») rimonta e si impone di 15 punti
Sull’Eurolega brillano la stella del Panathinaikos e quella del suo allenatore, il turco Ergin Ataman: nella finale di Berlino i Green di Atene hanno battuto (95-80) il Real Madrid, detentore del titolo, ribaltando una partita che nella quale per un quarto (36-25 il parziale per gli spagnoli al 10’) erano stati letteralmente presi a sberle. È il settimo titolo per il Pana (l’ultimo risaliva però al 2011), il terzo in quattro anni — gli altri due con l’Efes Istanbul — di un allenatore che è coach pure della Turchia e che anche l’Italia ha avuto: Ataman è stato infatti l’iniziatore del ciclo di Siena dal 2001 al 2003, avendo avuto poi un breve passaggio (non felicissimo) alla Fortitudo Bologna.
Chiusa l’esperienza a Istanbul, il c.t. della Turchia è arrivato quest’anno ad Atene e all’inizio la sua avventura è stata tribolata, avendo avuto un «chiarimento» con i giocatori e uno scambio di vedute con i dirigenti. Ma ha tenuto duro, il club l’ha protetto (e gli ha pure potenziato l’organico ingaggiando Kendrick Nunn, decisivo anche nella finale nonostante i problemi di falli e l’impiego giocoforza limitato) e Ataman ha costruito una risalita che è culminata nel secondo posto nella stagione regolare, proprio alle spalle del Real Madrid.
Le due migliori si sono così contese il titolo, il Real per il “back to back” dopo l’undicesimo trionfo della sua storia, un anno fa a Kaunas contro l’altra corazzata greca, l’Olympiacos Pireo (vittorioso sul Fenerbahçe nella finale di consolazione); il Panathinaikos per confermare la tradizione secondo cui quando raggiunge la sfida conclusiva dell’Eurolega, non la perde (l’unica sconfitta in una finale continentale fu quella del 2001 contro il Maccabi nella Suproleague, manifestazione alternativa organizzata dalla Fiba e durata per fortuna solo un anno).
Gli spagnoli erano favoriti e hanno fatto la voce grossa fin dalla prima palla a due. Ma dopo aver avuto medie clamorose di tiro sono finiti pian piano nella morsa difensiva dei greci, cresciuti nei duelli fisici e nella difesa. Sotto gli occhi di Giannis Antetokounmpo, asso della Grecia e dei Milwaukee Bucks che nel Pana ha il fratello Kostas, i Green hanno ricucito con pazienza il divario (anche -12) e hanno finito per paralizzare l’attacco di un Real sempre più impreciso e nervoso. Nunn, tenuto a lungo in panchina per i tre falli commessi in breve tempo, è rientrato e ha perfezionato il lavoro dei compagni.
Primo vantaggio del Pana grazie a lui nel terzo periodo (56-55) e abbrivio dettato: nei minuti successivi i greci hanno preso in mano la partita e non hanno più mollato le redini, resistendo anche alle insidie della zona madridista e colpendo al cuore il Real con due triple di fila di Sloukas (acquistato dai «nemici» dell’Olympiacos ed eletto mvp della partita: per lui quarto titolo continentale con tre squadre diverse), con le giocate di Nunn e Grant e con il francese Lessort, maciste dei canestri che, contrariamente al solito, negli ultimi minuti è stato implacabile ai tiri liberi. Il finale ha visto il Pana debordare fino a +18 e il Real costretto a cedere lo scettro senza riuscire a credere ai suoi occhi.
Nella notte precedente i tifosi dei Green e quelli dell’Olympiacos avevano dato vita a un’indecente guerriglia urbana davanti a una stazione della metropolitana di Berlino. Ma per fortuna lo spettacolo del basket alla fine ha mitigato quei brutti ricordi. Ataman aveva invitato i tifosi del Pana a crederci («Comperate i biglietti, vinciamo noi») e aveva punzecchiato il collega Chus Mateo: «Tu vuoi rivincere, ma l’ultimo che ha fatto un back to back sono stato io. E io ti batterò». Sembrava una delle uscite-boutade di colui che anni fa prometteva di diventare «il più grande allenatore d’Europa», ma in realtà era semplicemente quello che si sarebbe verificato.