La Cina vuole correre ancora, l’appello di Xi ai cinesi: cambiate auto e lavatrice

L’export cinese torna a correre +7,1% da inizio anno

Auto cinesi partono per i mercati mondiali dal porto di Yantai (Ap)

Il commercio internazionale della Cina torna a correre, con un grande sprint nei primi due mesi dell’anno: l’export ha segnato +7,1% a gennaio e febbraio rispetto allo stesso periodo del 2023. Xi Jinping e i suoi pianificatori possono celebrare un successo sugli economisti internazionali, che avevano previsto un modesto incremento dell’1,9%. Anche le importazioni cinesi sono salite, del 3,5%, oltre le aspettative.
A ben vedere, questo dato è positivo per l’economia globalizzata, perché segnala una ripresa della domanda su tutti i mercati.

La ripresa dei commerci

Il rimbalzo dei commerci cinesi, dopo un declino del 5% nell’intero 2023, certamente conforta il premier Li Qiang, che ha appena presentato un obiettivo di crescita al 5% per il 2024. C’è scetticismo nella comunità degli analisti, ma intanto il primo bimestre 2024 è partito con un surplus nella bilancia dei pagamenti da 125 miliardi di dollari a favore di Pechino, 22 miliardi in più rispetto al gennaio-febbraio 2023.
Il 60% delle esportazioni cinesi è costituito da macchinari e prodotti elettronici, secondo i dati dell’Amministrazione doganale.

Restano i problemi strutturali

Restano tutti i problemi strutturali dell’economia cinese, ammessi anche dal premier Li Qiang nel suo discorso al Congresso del Popolo: dalla crisi del settore immobiliare che rappresenta circa il 20% del Pil, alla disoccupazione giovanile al 14% almeno, alla Borsa che continua a bruciare capitali. Questi fattori tolgono fiducia ai consumatori della Repubblica popolare, che spendono poco. 

La domanda interna

Xi punta a rafforzare la domanda interna. La ricetta è autarchica: il presidente ha interpretato anche il ruolo del commerciante, invitando le famiglie a «comprare nuovi prodotti», buttare i vecchi frigoriferi e lavatrici e cambiare le auto acquistando vetture elettriche prodotte in Cina. Sulle strade cinesi circolano 336 milioni di auto, 7 milioni con almeno 15 anni sulle ruote, ha detto il ministro del Commercio Wang Wentao, osservando che la loro sostituzione con veicoli a batteria farebbe bene sia all’ambiente sia all’economia mandarina. Stesso ragionamento per gli elettrodomestici: ce ne sono circa tre miliardi nelle case dei cinesi e rinnovarli aiuterebbe a rilanciare l’attività industriale che da settembre a gennaio è stata costantemente in calo.

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