Tesla e i conti deludenti, persi 70 miliardi a Wall Street. Musk: «Senza dazi, le auto cinesi ci demoliranno»

Tesla e i conti deludenti, persi 70 miliardi a Wall Street. Musk: «Senza dazi, le auto cinesi ci demoliranno» Tesla e i conti deludenti, persi 70 miliardi a Wall Street. Musk: «Senza dazi, le auto cinesi ci demoliranno»

La corsa di Tesla si arresta dinanzi al calo della domanda di auto elettriche, all’aumento dei tassi d’interesse e alla crescente concorrenza dei costruttori cinesi. La casa texana perde oltre l’11% e 70 miliardi di dollari di capitalizzazione a Wall Street dopo i conti deludenti del quarto trimestre e soprattutto dopo l’allarme lanciato da Musk sulla competizione asiatica. «Senza dazi, le case auto cinesi demoliranno la maggior parte dei rivali», ha detto il fondatore di Tesla che, di recente, ha subito il sorpasso nelle vendite globali di vetture elettriche a opera proprio della cinese Byd.

Il freno dei tassi

Al momento, però, il rallentamento di Tesla è dovuto più a fattori interni al mercato occidentale che all’arrembaggio dei costruttori asiatici. La domanda di auto elettriche è ancora in crescita, ma a ritmi meno sostenuti che in passato. Così, pur centrando l’obiettivo di 1,8 milioni di consegne nel 2023, Tesla non ha voluto fornire previsioni per quest’anno, preannunciando però una crescita più bassa per il 2024. Di quanto dipenderà soprattutto dall’andamento dei tassi d’interesse: il loro repentino aumento è infatti un problema per i produttori di auto elettriche che, a causa dei loro costi ancora elevati, sono spesso acquistate a rate. «Se i tassi scenderanno rapidamente, i margini saranno buoni; altrimenti, lo saranno meno», ha avvertito Musk.

Tesla low-cost nel 2025

Non che nel 2023 i conti di Tesla siano stati negativi. Il gruppo ha chiuso l’anno con 96,8 miliardi di ricavi (+19%) e un utile di quasi 15 miliardi (+19%). L’aumento è stato però meno esaltante che in passato e al di sotto delle attese degli analisti. Il costruttore ha ammesso di trovarsi «nel mezzo di due grandi onde di crescita», senza però spiegare quando si alzerà la seconda. Possibile che sia nella seconda metà del 2025, quando - secondo gli annunci di Musk - Tesla dovrebbe lanciare sul mercato un modello elettrico low-cost da 25 mila euro in grado di rivaleggiare con le vetture cinesi.

Il crollo di 200 miliardi in Borsa

Nel frattempo, però, l’entusiasmo degli investitori per Tesla sta scemando: dopo aver raddoppiato le sue quotazioni nel 2023, nelle prime tre settimane di gennaio il titolo della casa ha perso il 25% da inizio anno, scivolando da quasi 800 a meno di 590 miliardi di dollari di capitalizzazione a Wall Street. A giudizio degli analisti, il crollo di 200 miliardi è dovuto anche al fatto che Tesla non sia stata sinora in grado di cavalcare l’onda dell’intelligenza artificiale. Musk ha del resto preteso un maggior controllo su Tesla prima di introdurre applicazioni AI nelle auto.

Musk chiede più poteri

Oggi, dopo la vendita di pacchetti azionari per 40 miliardi per finanziare l’acquisto di Twitter e pagare le tasse, Musk detiene circa il 13% del capitale del gruppo. In un recente post su X, l’imprenditore ha domandato compensi azionari che possano portarlo almeno al 25%, in modo da consentirgli di controllare l’adozione e lo sviluppo dell’AI. Un concetto ribadito durante la presentazione dei conti del 2023, ma in una versione raffinata: Musk ha suggerito l’adozione in Tesla di una struttura azionaria con due classi di titoli, una delle quali gli attribuisca maggiori diritti di voto a parità di diritti economici. Un meccanismo che ha già consentito all’acerrimo nemico di Musk, Mark Zuckerberg, di blindare il controllo su Meta.

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