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di Redazione Economia
Venerdì 22 marzo l’annuncio e dopo quattro giorni ecco i primi numeri delle uscite volontarie in Stellantis. Sono 2.150 i lavoratori che lasceranno la scrivania o la linea produttiva e il conto è ancora parziale perché gli esodi riguardano per ora solo tre stabilimenti: Mirafiori, dove si raggiunge la cifra più alta: 1.560 uscite; Cassino, 850 (di cui 300 in trasferta a Pomigliano) e Pratola Serra, 100. Mancano ancora all’appello gli impianti di Pomigliano, Melfi, Termoli, Modena e Atessa dove sono in corso i censimenti sulle adesioni tra i dipendenti.
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“Questi esuberi peseranno gravemente anche sulle aziende della filiera della componentistica”, stigmatizza la Fiom Cgil, che non ha firmato l’accordo a differenza delle altre sigle metalmeccaniche. Nel dettaglio, come spiega la Fiom Cgil di Torino, gli esodati volontari sono così ripartiti: 733 negli enti centrali, 40 alle presse, 15 alla costruzione stampi, 300 alle carrozzerie di Mirafiori, 7 allo shop di Grugliasco, 45 in Pcma, 20 in Fca Security, 30 in costruzione sperimentali, 40 al centro ricerche Fiat, 13 in Fca Item, 15 in Stellantis & you, 8 in I-Fast, 5 in Sisport, 10 in Fca Partecipazioni, 72 in Fca Services, 7 in Fiat Chrysler Finance, 22 in Mopar e 10 in Balocco Pista.
"L’accordo sindacale sulle uscite incentivate in Stellantis è un macigno sul piano di incontri convocati dal Ministro Adolfo Urso del Mimit con i sindacati, le Regioni e le imprese”, attaccano Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità. "I numeri richiesti dall'azienda a Torino sono alti e questo ci deve far riflettere sul fatto che la situazione è sempre più drammatica. urgente accelerare il confronto con Stellantis e istituzioni per creare un vero progetto di rilancio per Mirafiori", fa eco Luigi Paone, numero uno della Uilm Torino.
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“La criticità del settore automotive nell'area torinese é nota da tempo ed è sempre più necessario che Stellantis presenti quelle soluzioni industriali e quei progetti che in prospettiva, possano garantire il rilancio dell'occupazione e dell'industria automobilistica. Con questo spirito perseguiremo questo importante obiettivo a salvaguardia dell'intero settore automotive”, osserva Rocco Cutrì, segretario Fim Cisl Torino. «Gli esuberi annunciati oggi, che sono coerenti con i numeri dichiarati precedentemente e non raggiunti, sono da riportare all'accordo di separation che prevede la possibilità di uscite incentivate “esclusivamente” su base volontaria da parte dei lavoratori – concede il sindacalista -. Questo esclude la facoltà di procedere unilateralmente con licenziamenti forzati da parte di Stellantis».
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