Davide Ancelotti, perché è (anche) merito suo se il Real Madrid è in finale di Champions League

diGuendalina Galdi

Tutti i meriti di Davide Ancelotti, vice di papà Carlo al Real Madrid, decisivo per la conquista della finale di Champions League: dal rigore fatto calciare a Rudiger al cambio di Joselu

Quando in due si rifiutano di presentarsi dal dischetto per una serie decisiva di rigori c'è bisogno di prendere in mano la situazione e decidere. Anche a costo di fare una scelta apparentemente impopolare, forse azzardata. Lucida sicuramente, nonostante i 120 minuti tesissimi giocati fino ad allora e il poco tempo a disposizione per pensarla, trasmetterla e convincere tuo padre che sia quella giusta. Davide Ancelotti ce l'ha fatta e alla fine dei quarti di Champions League è lui che ha detto a papà Carlo che Rudiger avrebbe potuto tirare il rigore decisivo. Difensore sì ma con «los huevos», gli «attributi». Il requisito migliore per calciare in porta un pallone tanto pesante. 

Real Madrid's Italian assistant coach Davide Ancelotti controls the ball as he takes part in a training session at Wembley stadium, in London, on May 31, 2024 on the eve of their UEFA Champions League final football match against Borussia Dortmund. (Photo by Glyn KIRK / AFP)

«Quando mancavano quattro o cinque minuti ho iniziato a pensare — ha raccontato poi Ancelotti Jr a gara finita e semifinale conquistata —. Jude è un rigorista, Luka è un rigorista, Lucas è un bravissimo rigorista... Nacho aveva esperienza e personalità e in allenamento avevamo visto che era determinato ad andare da una parte e Antonio è un giocatore con le p...». Decisivo lui, come chi lo ha scelto. Alle telecamere dell'Etihad non è sfuggito il momento in cui Davide si è alzato dalla panchina con un foglietto in mano e si è diretto dal padre con i nomi dei giocatori da mandare sul dischetto. Insomma, se il Real Madrid è in finale di Champions anche quest'anno lo deve (anche) a uno dei vice più famosi del mondo del calcio: «l'altro» Ancelotti. 

Davide lavora con papà Carlo da quando aveva 23 anni, adesso ne ha 34 e — speculazioni sul suo futuro a parte — una carriera da «solista» non sembrerebbe nei piani immediati di questo figlio d'arte.

Real Madrid's head coach Carlo Ancelotti, right, waits besides his son, assistant coach Davide Ancelotti, second left, for a training session in Munich, Germany, Monday, April 29, 2024, ahead of the Champions League semi final first leg soccer match between FC Bayern Munich and Real Madrid. (AP Photo/Matthias Schrader)

E allora avanti insieme, entrambi sulla panchina blanca almeno fino al giugno 2026, nuova data del contratto dopo il prolungamento di fine 2023. Carlo e Davide, il figlio del «boss» decisivo allo stesso modo. E questa finale di Champions League, che è un altro diamante sulla corona di Re Carlo, luccica nel curriculum del «delfino». 

Perché anche in semifinale il suo carisma ha potuto esprimersi a livelli altissimi. Dopo il rigore affidato a Rudiger nei quarti, l'intuizione Joselu a gara in corso contro il Bayern Monaco è un guizzo che potrà sempre rivendicare come suo. Quando la squadra di Tuchel sembrava troppo chiusa anche per il talento di Bellingham e Vinicius, Davide ha pensato che la fisicità di un attaccante (seppur «normale») come Joselu avrebbe potuto rompere qualche equilibrio. Centonovantadue centimetri di novità e soprattutto due gol nel giro di tre minuti quando la finale sembrava dover parlare solo tedesco; invece a Wembley niente derby di Germania. E se a Londra oggi si parla per metà spagnolo il merito non è esclusiva di un solo Ancelotti. 

1 giugno 2024

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