Nella terra dei canguri il balzo migliore — un �jump� addirittura da doppietta — � quello della Ferrari, che al terzo Gp infrange gi� la prospettiva che questa sarebbe stata una stagione-monocolore per la Red Bull e soprattutto per Max Verstappen. Buone nuove, per l’intera F1 e non solo per il Cavallino, giungono dunque dall’altra parte del mondo, dove la RB pi� che un canguro � sembrata un gambero (detto che con tutta probabilit� � stato un episodio e nulla pi�).
Pagelle F1 Gp Australia: Sainz 10 e lode; Perez scarso (5), Red Bull 5, Sargeant signore (8)
Grande prova della Ferrari, da 10, anche con Leclerc che merita 8,5. Deludono Red Bull (5), Mercedes (4) e soprattutto una Williams da 0. Verstappen soffre troppo i canguri?

(Epa)
Carlos Sainz: 10 e lode
Dalla sala operatoria di Gedda, solo 16 giorni fa, al gradino pi� alto del podio. Dall’intervento per risolvere l’appendicite che l’aveva colpito alla seconda vittoria con la Rossa. Il pilota con la valigia pronta sembra confermare che chi � a fine rapporto o sbraca del tutto o trova motivazioni extra, magari per mandare messaggi a chi l’ha voluto giubilare. Il caso di Carlos da Madrid � il secondo: ha posto le basi del successo con un’ottima qualifica, nella quale giusto il Verstappen indemoniato del sabato poteva stargli davanti. SuperMax si � poi dovuto arrendere per un guaio tecnico, certo, ma in pista aveva incassato il sorpasso dello spagnolo e non � detto che se fosse rimasto in gara ce l’avrebbe fatta a restituire l’oltraggio. Sainz ha raccontato di aver realizzato, tra l’annuncio dell’arrivo di Hamilton al suo posto, il podio in Bahrain, l’operazione in Arabia Saudita e adesso questo trionfo, �che la vita � un ottovolante�. Magari a fine stagione scoprir� anche di essere nel punto pi� alto.
Ferrari: 10
Prima vittoria della SF-24, l’ambo torna a uscire sulla ruota di Maranello dopo il Gp del Bahrain 2022 (primo Leclerc, secondo Sainz) mentre a Melbourne mancava dal 2004, quando l’1-2 fu firmato da Schumacher e Barrichello. Il tracciato dell’Albert Park � unico per caratteristiche, dunque tutto andr� riportato e verificato su altre piste. Ma in uno scenario impegnativo, perch� la Pirelli aveva deciso di portare in Australia uno step di mescole pi� morbido e soggetto dunque a maggior usura, la monoposto ha resistito meglio di tutte le rivali alle insidie del graining.
Charles Leclerc: 8,5
Nove giri, nel primo stint, trascorsi a tentare di superare Norris: missione non riuscita per Charles, le sue chance di vittoria sono sostanzialmente evaporate in quell’assalto andato a vuoto. Allora ha dovuto giocoforza ricorrere all’undercut per ritrovarsi davanti all’inglese e se la strategia da un lato ha pagato, dall’altro ha compromesso la possibilit� di riacchiappare il compagno di team. Il punto aggiuntivo lo proietta da solo al secondo posto della classifica piloti, a -4 da Verstappen. Ma la �bellicosit� di Sainz in questo scenario molto particolare per lo spagnolo rischia di essere sia un avversario in pi� sia un fattore aggiuntivo di stress.
Logan Sargeant: 8
Appiedato dalla Williams in modo indegno, non ha sfasciato il box: titolo di grande merito. In pista non prender� mai, a occhio, un voto cos� alto.
McLaren: 7/8
All’Albert Park ha ottenuto la certificazione di terza forza del Mondiale, con la sensazione che manchi una tessera (prestazione complessiva o velocit� pura?) a completare il mosaico. Norris (7,5) ne aveva pi� di Piastri (7), che era partito meglio ma che con professionale realismo ha dovuto cedere il passo all’inglese — nonostante fosse davanti al pubblico di casa — quando era chiaro che solo Lando avrebbe potuto insidiare il secondo posto di Leclerc. Per le macchine orange una doppietta minore, ma di valore: terzo e quarto posto.
Yuki Tsunoda: 7
� il giapponese arrembante, non il bollito Ricciardo (4: stavolta la figuraccia, cominciata dalla qualifica, � andata in scena davanti ai suoi tifosi), il pilota che con il settimo posto — era ottavo, ma Yuki ha sfruttato la penalizzazione di Alonso — ha dato i primi punti dell’annata alla Racing Bulls, la scuderia che per sponsor ha una carta di credito e come denominazione ufficiale uno scioglilingua. Resta per� tutto da vedere se gli eredi di quella che fu la Minardi, poi Toro Rosso, poi ancora Alpha Tauri, diventeranno �tori da corsa�, come suggerito dal nome.
Haas: 7
Ancora punti preziosi e con due macchine: nono Hulkenberg, decimo Magnussen, professionale nel cedere il passo al tedesco che aveva gomme meno consumate (� stato il muretto a chiedere il sacrificio). Dopo il terremoto d’inizio gennaio era accreditata dell’ultimo posto e addirittura della prospettiva che fosse la sua ultima stagione in F1. Invece � sesta nel Mondiale alla pari con la Racing Bulls: non sempre le catastrofi si avverano.
G�nther Steiner: 7
A proposito di Haas. L’ex team principal, l’altoatesino G�nther Steiner, �segato� dal ribaltone di cui parlavamo e sostituito dal giapponese Ayao Komatsu, nei nuovi panni di opinionista s’� ritrovato nel paddock a intervistare… Kevin Magnussen, il pilota che lui aveva assunto. Il danese gli ha chiesto, spiritosamente: �Che cosa fai qui?�. Professionale al massimo, G�nther ha assolto al meglio la sua mansione. Dopo essere stato acclamato come uno dei mattatori del docu-film �Drive to survive�, Steiner magari si prender� nel giornalismo quelle gioie che la F1 ultimamente gli aveva negato.

George Russell: 6
La �murata� a due curve dal termine non era colpa sua, ma di Alonso: cos� hanno stabilito i giudici. Assolto dunque da una colpa che sarebbe stata grave, l’inglese ha fatto quello che ha potuto (poco, a parte un buon avvio) con una Mercedes davvero scarsa.
Fernando Alonso: 5
Come rovinare con una frenata �assassina� su Russell un altro Gp di lotta e orgoglio, provando a mascherare la mediocrit� dell’Aston Martin. Da sesto � diventato ottavo, dopo la penalizzazione di 20 secondi: la carica agonistica accende sempre Fernando, ma a volte lo brucia.
Sergio Perez: 5
Ci risiamo: � tornato il Perez abatino di tante, troppe volte. Nel giorno in cui Verstappen si ferma, lui non ne approfitta. In qualifica era stato retrocesso da terzo a sesto per lo sgarbo a Hulkenberg in Q1, in gara ha recuperato una sola posizione: � ben al di sotto del �par�.
Red Bull: 5
Una rondine non fa prima vera, siamo tutti d’accordo. Ma il guasto sulla macchina di Verstappen � una piccola crepa che incoraggia gli avversari. Max (non giudicabile, per� dopo una qualifica mostruosa e da pole aveva cominciato il Gp con due sbavature che avevano propiziato l’attacco vincente di Sainz) ha interrotto una striscia positiva di 44 gare. Il suo ultimo ritiro era avvenuto proprio a Melbourne, nel 2022: i canguri ce l’hanno con lui?
Mercedes: 4
Ancora una volta la W15 s’� dimostrata inconsistente e Toto Wolff ha aggiunto un altro capitolo alla storia triste che gli ex dominatori stanno scrivendo da ormai un bel po’ di tempo: �� difficile essere ottimisti�. Forse la Mercedes ha perso troppi uomini chiave per continuare ad essere il faro della F1. E ora soffre.
Williams: 0
Quella che fu una scuderia che spadroneggiava, pluri-iridata sia tra i piloti sia tra i costruttori, non � arrivata in Australia con una scocca di riserva: una miseria da team scalcagnato. Molto discutibile anche la decisione di appiedare Sargeant e non Albon, colui che aveva sfasciato la macchina alla curva 6. L’hanno fatto perch� credevano che Alexander avesse pi� chance di andare a punti: forse � vero, ma resta una scelta ingiusta verso l’americano. Comunque: Albon undicesimo, zero punti. La farina del diavolo finisce sempre in crusca.
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24 marzo 2024 (modifica il 24 marzo 2024 | 13:38)
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