Ferrari-Newey, ultimo sprint. Hamilton già brinda : «Acquisto incredibile»
Dopo il divorzio dalla Red Bull, il futuro in Ferrari è più vicino. Lewis: «Un sogno lavorare con lui»
Il genio trova in anticipo le soluzioni. Prende rischi che altri non prenderebbero, dà la visione. Adrian Newey lo fa da quarant’anni, e ovunque è andato ha vinto. «Se facessi una lista delle persone con cui mi piacerebbe lavorare lui sarebbe in cima». Parola di Lewis Hamilton, altro vincitore seriale e futuro ferrarista. Lo dice a Miami, dove indossa ancora la divisa della Mercedes, l’endorsement è totale.
I due sembrano destinati a lavorare insieme già l’anno prossimo, la corte di Maranello sul progettista di Straford Upon-Avon è diventata sempre più serrata. Dopo un inseguimento durato decenni siamo all’ultimo sprint. Pure negli ambienti inglesi l’euforia è alle stelle, anche se manca ancora la firma e un cervello così fa gola a tutti (anche alla Mercedes, nonostante le smentite di Toto Wolff), benché intenzionato ad allentare i ritmi alla soglia dei 66 anni. Come ha rivelato il suo amico e manager, Eddie Jordan: «Si prenderà più tempo per sé stesso».
L'euforia di Hamilton
Non è una questione di soldi — quelli comunque servono sempre per assicurarsi i suoi servizi, l’Aston Martin è arrivata a offrirgli 25 milioni l’anno — quanto di «nuove sfide» come ha spiegato nel comunicato d’addio con la Red Bull (ufficializzato il 1° maggio), dove era stato portato da Christian Horner nel 2006 che lo aveva strappato alla McLaren. Hamilton, che aveva debuttato in F1 con il team di Woking un anno dopo, ora ricorda: «Quando sono arrivato ho trovato un’evoluzione della sua macchina, mi sono sentito un privilegiato ad utilizzare una cosa da lui progettata». Per poco Lewis non sfiorò l’impresa all’esordio: dodici mesi più tardi, nel 2008, il primo titolo. Adesso cerca l’ottavo: John Elkann, con Fred Vasseur al timone, sta allestendo un superteam, con il quale nascondersi non sarà più possibile.
Superconsulente a Maranello, l'equilibrio da mantenere
Newey ha sistemato la pratica di uscita dalla Red Bull con abilità (del resto di segreti ne conosce tanti, e non solo tecnici) e potrà essere operativo in un’altra squadra nella primavera del 2025, abbastanza in tempo per contribuire all’impostazione della monoposto 2026, appartenente a un nuovo ciclo regolamentare.
A un ruolo full time (quello del classico direttore tecnico) preferisce un impegno meno pressante, ma questo già da un po’. Alla Red Bull, per esempio, forniva i concetti di base che poi il gruppo di tecnici guidato dal francese Pierre Waché studiava alla galleria del vento e metteva in produzione. Ma alla lunga qualcuno, fra gli ingegneri di alto livello, si è stancato di vedere attribuiti soltanto a lui i meriti delle vittorie. Su questo equilibrio sottile si gioca il successo dell’operazione da superconsulente a Maranello.
Per Horner sarà una dura perdita
Per Horner perderlo sarà un colpo durissimo, perché un conto è avere bravi tecnici e un altro avere dei visionari. Hamilton continua a ridere di gusto in Florida (dove c’è anche un Gp con formato sprint, le qualifiche shootout): «La Ferrari ha già compiuto grossi progressi, sarebbe un acquisto fantastico». E il futuro compagno Leclerc aggiunge: «Con uno come Adrian speri sempre di lavorarci». Il comitato di benvenuto è pronto.