Università e proteste: è allerta sugli eventi. L’ipotesi di limitare gli ingressi
Видео по теме
I casi delle proteste filo palestinesi. Lollobrigida: la tolleranza portò al terrorismo
Tollerare chi impedisce di parlare a qualcuno in un dibattito pubblico, come è successo al direttore di Repubblica Maurizio Molinari all’Università Federico II di Napoli da parte di studenti pro Palestina dei collettivi, «in passato ha poi portato al terrorismo e al suo rafforzamento fino all’episodio di Aldo Moro che, con il suo sacrificio, creò un allarme democratico talmente ampio che ci permise di sconfiggere quel fenomeno brutale che è l’eversione». Alla mostra di Matelica in ricordo di Enrico Mattei, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida attacca «gli squadristi rossi dei centri sociali», accostando ciò che accade oggi alla tragedia dello statista democristiano nel 48esimo anniversario della strage di via Fani.
Il Viminale e il calendario degli eventi
Gli episodi che si sono ripetuti negli ultimi giorni nelle università potrebbero portare a bloccare, o quantomeno limitare, le contestazioni fuori dalle aule dove si tengono convegni e incontri che potrebbero innescare la protesta pro Palestina e contro Israele. Gli ultimi casi, con le interruzioni degli interventi proprio di Molinari a Napoli e del giornalista David Parenzo alla Sapienza di Roma, hanno fatto innalzare l’attenzione del Viminale su tutta una serie di dibattiti in programma nelle prossime settimane in alcuni atenei — e non solo — con la partecipazione di persone che potrebbero essere al centro di contestazioni da parte dei movimenti studenteschi a favore di Gaza e contro l’intervento dell’esercito israeliano.
I precedenti di Roma e Cagliari
Una situazione che viene monitorata anche nell’ipotesi di una eventuale degenerazione della protesta fin dai giorni successivi all’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso e dall’inizio dei bombardamenti israeliani su Gaza, con le oltre mille iniziative in piazza, quasi tutte a favore della causa palestinese, che si sono svolte da allora. Comprese quelle di ieri a Cagliari e Roma, dove è stata insultata la senatrice a vita Liliana Segre. È stato registrato anche un aumento della tensione sulle proteste che hanno riguardato eventi che non avevano a che fare direttamente con quanto sta accadendo in Medio Oriente ma erano legati solo ai nomi dei partecipanti agli incontri organizzati nelle Università.
Libertà di manifestare dissenso
Da qui la necessità da parte dei vertici dell’ordine pubblico di assicurare il regolare svolgimento di questi dibattiti nel rispetto però della libertà di manifestare dissenso. In vista ci sarebbero quindi misure di sicurezza più stringenti sugli ingressi nelle aule dove vengono organizzati questi appuntamenti, peraltro pubblicizzati con molto anticipo anche sul web. Eventi che d’ora in avanti potrebbero essere tutti esaminati anche dai Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura, affiancando questo controllo a quello svolto direttamente dai Questori e dai relativi tavoli tecnici.
Il tutto tenendo presente che nel mirino del collettivi studenteschi ci sono in primo luogo gli accordi culturali e di partnership fra Israele e alcuni atenei italiani oltre alle persone chiamate a intervenire o moderare dibattiti che non riguardano direttamente il conflitto in Medio Oriente ma in passato hanno espresso posizioni a favore di Israele. Ecco quindi che, non potendo prevedere ogni protesta, sarà aumentata la sorveglianza prima dei convegni che potrebbero essere a numero chiuso o ad inviti. Per impedire di fatto l’accesso a chi potrebbe aver organizzato una manifestazione che possa portare all’interruzione dell’evento.
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Roma iscriviti gratis alla newsletter "I sette colli di Roma". Arriva ogni giorno nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.