Più salari, meno inflazione: il recupero dopo il salasso (ma la ripartenza sarà lenta)
di Dario Di Vico
Alla vigilia delle festività natalizie, è concreto il rischio per il 22 dicembre di trovare ristoranti e negozi con la serranda abbassata per lo sciopero proclamato da Cgil, Cisl e Uil. Potenzialmente interessati sono circa cinque milioni di lavoratori dei settori dei settori del commercio, della distribuzione organizzata, della ristorazione e del settore alberghiero terziario che attendono, in media da oltre 3 anni, i rinnovi dei contratti nazionali. Nella stessa giornata sono organizzate manifestazioni a sostegno a Milano, Roma, Napoli, Cagliari e Palermo. Alla base della protesta c’è la richiesta di rinnovo del contratto collettivo, scaduto dal 2019. Considerando tutti i settori coinvolti nello sciopero, sono 12 i contratti siglati con le associazioni datoriali: quattro del terziario e gli altri riconducibili a ristorazione e turismo.
di Dario Di Vico
Come spiegano in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, lo sciopero «è finalizzato a sollecitare un avanzamento del confronto, denunciare lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano i lavoratori con i salari al palo e il mancato aggiornamento della parte normativa dei contratti, mentre i settori del terziario e del turismo registrano una ripresa e un aumento dei fatturati». In sostanza, i sindacati chiedono che nella trattativa per gli aumenti salariali si tenga conto dell’Ipca, l’Indice dei prezzi al consumo armonizzato, che – se applicato – porterebbe a 300 euro mensili di aumento nelle buste paga dei lavoratori. Le controparti, però, ne offrono solo la metà. Nonostante Confcommercio e Confesercenti «sbandierino pubblicamente di voler sottoscrivere un ccnl innovativo, si ostinano a richiedere una drastica riduzione di una pluralità di istituti contrattuali quali la quattordicesima mensilità, i permessi retribuiti e gli scatti di anzianità», denunciano i sindacati.
A Roma la manifestazione prenderà il via alle 9.30. Il corteo muoverà da Piazza Esquilino, percorrendo via Cavour e via dei Fori Imperiali, per raggiungere Piazza Santi Apostoli dove, alle 11.30, è previsto il comizio conclusivo. A Milano, dove confluiranno i delegati dalle regioni del Nord Italia, la manifestazione prenderà il via sempre alle 9.30 in piazza Castello, passando per viale Gladio, viale Emilio Alemagna, viale Moliere, viale Milton e via Mario Pagano, per approdare all’Arco della Pace per il comizio conclusivo previsto alle 11.30. A Napoli, dove confluiranno i delegati dalle regioni del sud Italia, il concentramento è previsto alle 9.30 in piazza Mancini. Il corteo si snoderà da corso Umberto I, passando per via Cardinale Guglielmo, per poi terminare in piazza Matteotti per il comizio conclusivo. Infine, a Cagliari l’appuntamento è in piazza Garibaldi alle 10 e a Palermo il concentramento è previsto alle 9.30 in piazza Teatro Massimo per approdare infine in via Mari.
di Redazione Economia
Federdistribuzione, dal canto suo, ribadisce «di aver mantenuto un atteggiamento sempre aperto al dialogo nel corso del negoziato e che la decisione delle organizzazioni sindacali di indire uno sciopero non aiuta in questa fase a ridurre la complessità della trattativa». Per questo, continua la nota, «l’auspicio è di poter giungere nel più breve tempo possibile al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Distribuzione Moderna Organizzata, con soluzioni equilibrate sia per i lavoratori che per le imprese del settore. In vista della giornata di domani, e nel pieno rispetto del diritto di sciopero, le imprese associate a Federdistribuzione sono impegnate a ridurre al massimo gli eventuali disagi ai propri clienti e a garantire l’operatività all’interno dei punti vendita».
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22 dic 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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