Trump attacca Biden e chiede un test antidroga prima del duello in tv: «Si farà una punturina sul sedere per parlare»
Dopo aver dipinto per anni il rivale come un vecchio rimbambito, il candidato ha cambiato strategia a pochi giorni del dibattito: da un lato dice che Biden non va sottostimato; dall’altro è tornato a insistere sull’uso di sostanze necessarie a migliorarne le prestazioni
dal nostro inviato
NEW YORK — «Voglio un test antidroga per il corrotto Biden». Donald Trump prepara a modo suo il terreno per il duello in tv di questa notte (alle 3 italiane) rinnovando le accuse — senza prove — che dal 2016, ogni quattro anni, rivolge ai suoi sfidanti: nel 2016 disse che Hillary Clinton era «pompata» durante il primo dibattito e propose l’antidoping in vista del secondo; nel 2020 sostenne che Biden avesse ricevuto una puntura sul sedere, una misteriosa sostanza che gli avrebbe permesso di «dibattere meglio che mai»; adesso, a poche ore dal duello televizivo, chiede il test antidroga e ha cominciato da tempo a parlare di cocaina, facendo riferimento a quella ritrovata l’estate scorsa nei bagni della Casa Bianca. «Chissà che fine ha fatto», ha sostenuto ancora una volta nel weekend, durante un comizio a Philadelphia. «Accuse disperate», taglia corto lo staff della campagna di Biden.
La verità è che dopo aver dipinto per anni il rivale come un vecchio rimbambito, sminuendone le capacità cognitive e fisiche, Trump ha improvvisamente cambiato strategia a pochi giorni del dibattito: da un lato ha detto che Biden non va sottostimato, perché è un abile oratore; dall’altro è tornato a insistere su quella misteriosa punturina e sull’uso di sostanze necessarie a migliorarne le prestazioni. I suoi consiglieri temevano infatti che gli spettatori sarebbero rimasti colpiti dalla differenza fra il Biden che gli è stato raccontato e quello che si ritroveranno sul palco di Atlanta. Trump ha quindi aggiustato il tiro: il presidente è sì rimbambito, tranne quando gli vengono somministrati stimolanti.
Al centro della teoria trumpiana c’è il discorso sullo Stato dell’Unione del 7 marzo, uno dei momenti più alti di Biden. Stando a Trump, il presidente era ovviamente «higher than a kite»: volava più in alto di un aquilone o, per dirla in italiano, era strafatto. Questa è l’accusa che viene ripetuta più spesso. Lo ha detto il deputato della Florida Byron Donalds, uno degli aspiranti vice di Trump, obbligando la conduttrice di Fox News Maria Bartiromo a prendere le distanze, lo ha sostenuto il deputato del Texas Ronny Jackson, l’ex medico della sua Casa Bianca, chiedendo anche lui in test antidroga in una lettera formale, lo ha scritto su X il consigliere ultraconservatore Jason Miller, condividendo una storia sulla preparazione del dibattito. «Chissà cosa stanno cucinando in laboratorio», ha aggiunto.
«Niente», rispondono a distanza gli esperti interpellati dal Washington Post. I medici dei vip che hanno parlato con il New York Post — spietato tabloid conservatore — confermano invece la pratica: i ricchi e famosi spesso ricorrono a cocktail di droghe e vari trattamenti per caricarsi in vista di un grande evento, dalle infusioni di peptidi per la mente al botox per fermare il sudore, fino all’Adderall per restare concentrati e alle iniezioni di vitamina B12 per tirarsi su. «Hanno solo bisogno di energia, senza le controindicazioni di caffeina o droghe illegali», ha spiegato Victoria Corabi, unica fonte di questa storia, infermiera di un centro estetico newyorkese. Insomma, per il Post di Rupert Murdoch «non sono teorie inverosimili».
Di certo le accuse rivolte a Biden sono senza prove, ripetute da un leader noto per le bugie: secondo il conteggio del quotidiano americano, durante i quattro anni di presidenza ne ha dette oltre 30 mila, fra affermazioni false o fuorvianti. Più che un venticello, come diceva il barbiere di Siviglia, la calunnia è però un'arma politica. E così, fra un comizio e un post sul suo social network Truth, l’ex presidente continua a diffondere l’idea che Biden abbia bisogno di quella punturina, parole che vengono poi rilanciate e amplificate dalla sua campagna elettorale, dai parlamentari repubblicani, dai suoi sostenitori. «Sarà preparato e vigile la notte del dibattito», ha spiegato la consigliera di Trump Danielle Alvarez. «Questo grazie a un dosaggio perfettamente calibrato».