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di Redazione Economia
queste persone a domicilio. Una platea ristretta, se confrontata con l’intera popolazione italiana, ma che racchiude la fascia degli anziani che soffre i disagi maggiori. Il sistema integrato di assistenza varato dal governo con il decreto legislativo di giovedì darà vita a un sistema di aiuto articolato e per il quale è stato stanziato complessivamente un miliardo. Ma vengono affrontate prima di tutto innanzitutto le situazioni più difficili da un punto di vista sociale. Ecco di cosa i tratta.
1) Che cos’è la prestazione universale
È un sistema rivolto a chi ha un bisogno assistenziale gravissimo. L’obiettivo è fare in modo che queste persone possano continuare a curarsi a casa. Il provvedimento prevede l’erogazione di un assegno che può arrivare fino a 1.380 euro mensili. Attualmente l’ indennità di accompagnamento ammonta a 531 euro. Del miliardo messo a bilancio dal governo, questa prestazione dovrebbe assorbire 300 milioni.
2) Chi ne ha diritto
Sono anziani che hanno compiuto 80anni di età, non autosufficienti (impossibilitati a camminare autonomamente e a svolgere atti quotidiani come lavarsi o prepararsi da mangiare). Altro requisito fondamentale è avere un Isee non superiore ai 6.000 euro annui.
3) Da quando parte l’erogazione
Nelle intenzioni del governo la prestazione universale partirà nel 2025 e avrà innanzitutto una fase sperimentale che durerà un biennio.Ma le domande potranno essere presentate già nei prossimi mesi, non appena sarà messo a punto un apposito regolamento.
4) Quante persone interessa
La prima stima è di circa 26.000 aventi diritto; una fascia molto ristretta se paragonata alla platea complessiva degli anziani non autosufficienti che in italia sono oltre 3 milioni.
5) Per cosa può essere speso l’assegno mensile
Ad esempio per pagare badanti o assistenti a domicilio ma anche per servizi di natura sanitaria e sociale. Non potrà essere speso per integrare rette richieste da case di riposo o altre strutture assistenziali.
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26 gen 2024
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