Pepsi e 7Up: Carrefour toglie i prodotti dai supermercati italiani per «prezzi eccessivi»
di Francesco Bertolino
Un fatturato record da 25,4 miliardi di euro, con una crescita di 332 milioni nonostante una flessione da oltre un miliardo di euro dei volumi di vendita nei canali della distribuzione moderna e del discount. Sono questi i risultati raggiunti dai prodotti a marchio del distributore (Mdd), anche conosciuti come private label, che nel 2023 sono arrivati a rappresentare il 31,5 per cento dell’intero settore italiano della Distribuzione Moderna (in crescita rispetto al 28,3% del 2019). I dati, che per la prima volta prendono in considerazione anche il comparto dei discount, emergono dall’analisi realizzata da The European House - Ambrosetti per l’Associazione distribuzione moderna (Adm), intitolata “Marca del Distributore e Made in Italy: il ruolo della Distribuzione Moderna”.
di Francesco Bertolino
La versione integrale del report, mostrato in anteprima mercoledì 10 gennaio a Milano in occasione dell’evento “Distribuzione moderna: il ruolo e il valore della marca e del distributore per consumi e made in Italy”, sarà presentata durante il convegno inaugurale di Marca by BolognaFiere 2024, in programma il prossimo 16 gennaio. «Quest’anno siamo alla ventesima edizione di Marca», ha commentato l’amministratore delegato di BolognaFiere, Antonio Bruzzone: «Dai 100 della prima edizione siamo passati ai 1100 espositori attuali, tra cui 80 aziende estere. Solo quest’anno sono 240 le nuove imprese che hanno aderito all’iniziativa».
«La grande distribuzione organizzata (Gdo) ricopre anche un ruolo sociale ed economico nel Paese», ha dichiarato Mauro Lusetti, presidente dell’Associazione Distribuzione Moderna (Adm): «Lo dimostra il fatto che negli ultimi due anni, caratterizzati da un forte aumento dei prezzi, la Gdo è riuscita ad assorbire i rincari: un’opera di contenimento dell’inflazione realizzata anche grazie alla crescente rilevanza dei prodotti private label, creati da più di 1200 aziende, che nel 90 per cento dei casi sono realtà italiane. Senza contare l’adesione convinta, da parte del nostro settore, all’iniziativa del Trimestre anti-inflazione promossa dal governo».
Il fatto che la Gdo e i prodotti private label abbiano contribuito a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie ha avuto un impatto importante soprattutto sulle fasce di reddito più basse. Lo ha puntualizzato Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti: «L’inflazione morde soprattutto i più fragili: attualmente sono 2,5 milioni le famiglie che, nel nostro Paese, si trovano in stato di povertà. Un record storico, con un dato che risulta triplicato rispetto al 2005 e pari al 9,5 per cento di tutti i nuclei familiari. Tuttavia è importante sottolineare che da gennaio 2019 la Distribuzione Moderna ha registrato aumenti inferiori dei prezzi di vendita di sei punti percentuali rispetto all’industria di marca».
di Anna Zinola
Il 60 per cento del Prodotto interno lordo italiano dipende dai consumi, alimentari e non. Un dato sul quale la Gdo gioca un ruolo fondamentale considerando che, come ha precisato De Molli, «oltre l’80 per cento dei consumi alimentari degli italiani passa dalla Distribuzione Moderna». Il settore, inoltre, attiva una filiera articolata che comprende 15 settori e 37 sotto-settori, andando a rappresentare circa il 12 per cento del Pil italiano per un valore di 200 miliardi di euro. Non solo: la Gdo, infatti, genera occupazione per oltre 438 mila persone. Un dato che, considerando anche l’indotto, arriva a circa 4 milioni di lavoratori. Le prospettive di crescita, inoltre, sono particolarmente promettenti: «Attualmente — ha osservato Lusetti — i prodotti private label hanno un’incidenza del 50 per cento nei grandi Paesi europei. In Italia siamo fermi al 32 per cento, quindi c’è molto margine per fare dei passi avanti».
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10 gen 2024
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