Комментарии 0
...комментариев пока нет
Che cosa può succedere dopo il voto a Taiwan
Una vittoria del candidato governativo William Lai Ching-te aprirebbe lo scenario da incubo �guerra o pace� prospettato da Pechino. Gli analisti militari non credono che l’Esercito popolare cinese, pur rafforzato qualitativamente con l’ampliamento della flotta (che ora ha la superiorit� numerica su quella americana) e con una nuova potenza di fuoco missilistica, abbia ancora la capacit� �tecnica� di montare un T-Day, uno sbarco su vasta scala nell’isola. Per�, potrebbero essere attuati blocchi navali a intermittenza, che sprofonderebbero nel caos le catene di approvvigionamento vitali per l’industria globale.
I politologi sono convinti che Xi Jinping mostrerebbe i muscoli a Lai.
Una vittoria del Kuomintang di Hou Yu-ih aprirebbe una fase pi� incerta. Il Kuomintang ha avuto storicamente un rapporto complesso con il Partito comunista cinese: alleati (sospettosi l’uno dell’altro) nella guerra patriottica contro gli occupanti giapponesi, poi nemici nella guerra civile vinta da Mao Zedong. Il Kmt ha il merito di aver portato Taiwan alla democrazia, con le prime elezioni del 1996, dopo quasi cinquant’anni di regime. Nel 1992 negozi� con il Partito comunista il famoso �Consenso�, il riconoscimento che esiste �Una Cina�, ma con �interpretazioni diverse� sul significato di Cina (con o senza Taiwan?). Una formula ambigua che a quel tempo fu accettata da Pechino. Seguirono massicci investimenti industriali taiwanesi nel continente, che contribuirono ad alimentare il boom economico pianificato da Deng Xiaoping.
Il Dpp di cui ora William Lai � il portabandiera ha sempre rifiutato di riconoscere il �Consenso del 1992�. Hou Yi-ih dice che dopo otto anni di tensioni crescenti il governo di Taipei deve �stabilizzare la situazione con il dialogo�. Aggiunge che bisogna anche accrescere la capacit� difensiva. Se sar� l’uomo del Kuomintang a vincere, Pechino potrebbe tentare di vedere le sue carte.
Oltre al fattore Cina che pesa sulle elezioni di Taiwan, c’� il fattore America del quale debbono tenere conto sia Pechino sia Taipei. Gli Stati Uniti sono in campagna elettorale. A novembre la Casa Bianca potrebbe aprirsi al ritorno di Donald Trump. E senza il peso di Joe Biden, che ha comunque il merito di aver parlato chiaro sulla difesa di Taiwan e la grande alleanza occidentale contro le autarchie, si aprirebbe una fase ancora pi� incerta. � possibile dunque una pausa nella contesa per l’isola. Anche se gli analisti pi� cupi temono anche un’accelerazione, proprio a causa della focalizzazione della politica americana sulle questioni interne della corsa presidenziale.
I politologi sono convinti che Xi Jinping mostrerebbe i muscoli a Lai.
Una vittoria del Kuomintang di Hou Yu-ih aprirebbe una fase pi� incerta. Il Kuomintang ha avuto storicamente un rapporto complesso con il Partito comunista cinese: alleati (sospettosi l’uno dell’altro) nella guerra patriottica contro gli occupanti giapponesi, poi nemici nella guerra civile vinta da Mao Zedong. Il Kmt ha il merito di aver portato Taiwan alla democrazia, con le prime elezioni del 1996, dopo quasi cinquant’anni di regime. Nel 1992 negozi� con il Partito comunista il famoso �Consenso�, il riconoscimento che esiste �Una Cina�, ma con �interpretazioni diverse� sul significato di Cina (con o senza Taiwan?). Una formula ambigua che a quel tempo fu accettata da Pechino. Seguirono massicci investimenti industriali taiwanesi nel continente, che contribuirono ad alimentare il boom economico pianificato da Deng Xiaoping.
Il Dpp di cui ora William Lai � il portabandiera ha sempre rifiutato di riconoscere il �Consenso del 1992�. Hou Yi-ih dice che dopo otto anni di tensioni crescenti il governo di Taipei deve �stabilizzare la situazione con il dialogo�. Aggiunge che bisogna anche accrescere la capacit� difensiva. Se sar� l’uomo del Kuomintang a vincere, Pechino potrebbe tentare di vedere le sue carte.
Oltre al fattore Cina che pesa sulle elezioni di Taiwan, c’� il fattore America del quale debbono tenere conto sia Pechino sia Taipei. Gli Stati Uniti sono in campagna elettorale. A novembre la Casa Bianca potrebbe aprirsi al ritorno di Donald Trump. E senza il peso di Joe Biden, che ha comunque il merito di aver parlato chiaro sulla difesa di Taiwan e la grande alleanza occidentale contro le autarchie, si aprirebbe una fase ancora pi� incerta. � possibile dunque una pausa nella contesa per l’isola. Anche se gli analisti pi� cupi temono anche un’accelerazione, proprio a causa della focalizzazione della politica americana sulle questioni interne della corsa presidenziale.