Chelonitossismo: cos'è l'intossicazione alimentare che ha provocato la morte di 9 persone. Consigli dell'esperta

diMaria Giovanna Faiella

A Zanzibar 8 bambini e un adulto hanno perso la vita dopo aver mangiato carne di tartaruga marina. I consigli della tossicologa del Centro antiveleni di Pavia su cosa fare se si va in luoghi dove c'è questa tradizione culinaria 

A Zanzibar - secondo quanto riferito dalle autorità locali citate dalla Associated Press - 8 bambini e un adulto sono morti per una intossicazione alimentare definita chelonitossismo, cioè avvelenamento causato dal consumo di carne di tartaruga marina contaminata da chelonitossine.

Ma come avviene questa intossicazione? Quali sono i sintomi? Si può prevenire? Esistono cure? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Valeria Petrolini, membro della Società Italiana di Tossicologia e medico tossicologo del Centro Antiveleni ICS Maugeri di Pavia. 

A cosa è dovuto l’avvelenamento

«L’avvelenamento è dovuto all’ingestione di tartarughe marine, che contengono tossine accumulate nelle carni di questi animali attraverso la catena alimentare. Queste tossine, che non provocano problemi alle tartarughe, sono responsabili di avvelenamenti, anche molto gravi, nell'uomo. Per quanto ne sappiamo si tratta di eventi rari, ma una vera stima dell'epidemiologia è difficile, anche perché normalmente sono intossicazioni che avvengono in Paesi e luoghi dove la circolazione delle notizie spesso è carente».

Quali sono i sintomi? 

«I primi sintomi - spiega la dottoressa Petrolini - insorgono poche ore dopo il consumo della carne e sono di tipo gastrointestinale, anche con comparsa di bruciore alla gola e di lesioni del tratto gastroenterico; possono manifestarsi nelle prime fasi anche dei sintomi neurologici (come vertigini, formicolii e confusione). Il quadro, poi, può evolvere in diversi gradi di gravità fino a coinvolgere tutti gli organi, quali reni, fegato e apparato respiratorio, configurando una vera e propria insufficienza multiorgano. Sono i quadri clinici più gravi che portano a un esito fatale. Non abbiamo un’idea precisa di quale sia la percentuale di mortalità di questa intossicazione perchè le casistiche sono poche – riferisce l’esperta – ma, per quanto sappiamo, i quadri gravi sono frequenti. Inoltre, è noto che queste tossine passano nel latte materno potendo provocare intossicazioni anche molto gravi nei bambini allattati al seno».

Cosa fare?

«Purtroppo non esiste un antidoto – precisa la dottoressa Petrolini –. Il trattamento di questi pazienti è di tipo sintomatico e di supporto, cioè si curano i sintomi in base al quadro clinico che man mano si va instaurando».

Si può prevenire l'intossicazione?

Consiglia la dottoressa Petrolini: «Sicuramente non consumare carne di tartaruga marina, anche perché, da quanto sappiamo, non esiste un modo per individuare la tartaruga tossica. E, secondo molti autori, anche la cottura di queste carni non elimina le tossine, che sono termostabili» ricorda l’esperta.

11 marzo 2024 ( modifica il 11 marzo 2024 | 18:04)

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