Che affare la digitalizzazione in India: HANetf lancia un Etf dedicato (anche a Piazza Affari)
di Gabriele Petrucciani
Siamo all’epilogo: venerdì 17 novembre, a mercati finanziari statunitensi chiusi, anche Moody’s, l’agenzia di rating percepita come la più severa, renderà noto il suo giudizio sul debito pubblico del nostro Paese. In realtà, il primo dicembre anche un’agenzia europea, Scope rating, esprimerà la propria valutazione, che sarà davvero l’ultima, per questa tornata di esami. Analisti finanziari, gestori di patrimoni e investitori appaiono divisi, laddove si chieda loro quale potrebbe essere la valutazione dell’agenzia di oltre Atlantico. La maggior parte, in ogni caso, ritiene che il grado di affidabilità del debito pubblico italiano non si attesterà a un livello inferiore all’attuale. In sostanza, pur all’ultimo posto della classifica resteremo ancora in zona definita investment grade. Non sembra un ottimismo di facciata, ma la convinzione che Btp e Cct rappresentino un porto sicuro cui approdare, per investire, in parte, i capitali di cui si dispone.
Che cosa fare con il portafoglio obbligazionario? Nella tabella una selezione di emissioni in euro, dollari, sterline e corone che rendono anche fino al 5,6%, come il T bond che scade nel marzo 2024. Se la previsione di una non bocciatura dell’Italia dovesse avverarsi, non è da escludere che il livello dei rendimenti delle emissioni del Tesoro italiano possa stazionare sugli attuali valori. Per poi arrivare ad una graduale riduzione del livello raggiunto, in un arco temporale di diciotto-ventiquattro mesi, nel corso dei quali il valore dei rendimenti imboccherà un cammino discendente.
A questa prospettiva, seppure non immediata, s’accompagna il ritorno di una politica monetaria «espansiva», caratterizzata dalla riduzione dei tassi di riferimento delle banche centrali, statunitense, in primis, e, a seguire, Banca d’Inghilterra e Bce. A fronte della parziale riduzione dei rendimenti delle emissioni obbligazionarie e medio e lungo termine, ancora in questa fase il loro valore dovrebbe essere sensibilmente superiore ai livelli cui i rendimenti si attesteranno nel corso dei prossimi anni.
Il ragionamento non va fatto solo per le emissioni governative italiane, ma anche per quelle di altri emittenti occidentali, Stati Uniti compresi. Obiettivo è diversificare la tipologia dei debitori, anche se, esclusi i rendimenti d’oltre Atlantico, la maggior parte degli altri emittenti propongono ritorni reddituali inferiori a quelli del Tesoro italiano. Il bond di Intesa in franchi svizzeri 2027, per esempio, rende meno del 2%.
Wall Street, perché l’andamento della Borsa Usa è legato a quello dei Treasury
Fitch, rating dell’Italia invariato. Lagarde: «Con nuovi choc, tassi da rivedere»
Debito e Btp, un 2024 in salita per l’Italia: la sfida per controllare lo spread
Btp, rendimenti di nuovo sotto il 5% (ma si guadagna sulle quotazioni): cosa significa?
Conti correnti e di deposito, chi sfonda il muro del 5%: da illimity a Ing
Tassi di interesse, la Bce ferma i rialzi. Corre il Pil Usa: +4,9 per cento
Famiglie, più interesse per le obbligazioni. Ma le attese di rendimento sono basse
La corposa presenza di monete diverse dall’euro, sia in ambito continentale, sia con riferimenti extra Continente, tiene conto sia del desiderio di una parte di investitori di diversificare anche nella componente valutaria, sia dall’opportunità di sfruttare possibili cali di valore della moneta unica, alla luce delle tensioni ancora non sopite, e soprattutto non risolte, relative anche alla mancata adesione, per ora, del nostro Paese al Meccanismo europeo di stabilità, Mes.
Scegliere titoli in moneta diversa dall’euro è tipico di chi dispone, in ogni caso, di una propensione al rischio di grado medio o medio alto. La ragione di fondo è legata alla doppia oscillazione di valori cui è soggetto l’investimento fatto: non solo variano i prezzi dell’obbligazione, ma anche quelli del rapporto di cambio. Sia chi optasse per i soli strumenti denominati in euro, sia per chi voglia inserire anche emissioni di altre monete, avrà in tabella un ventaglio di proposte con scadenze molto ravvicinate e anche con date di rimborso fissate ad arco temporale decennale.
Se la propensione al rischio non è elevata, meglio scegliere tra durate mediamente brevi denominate in euro, investendovi interamente la liquidità disponibile. Al contrario, chi ha una discreta propensione al rischio potrebbe destinare metà della disponibilità in emissioni in euro e l’altra a dollari, corone, sterline e franchi, scegliendo anche obbligazioni non governative.
Iscriviti alle newsletter di L'Economia
Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile
Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo
One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18
15 nov 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Gabriele Petrucciani
di Isidoro Trovato
di Umberto Reano
di Valentina Iorio