Stellantis, l’obiettivo di un milione di auto prodotte in Italia nel 2030. Tavares: attenzione ad aprire ai cinesi

Il ceo di Stellantis Carlos Tavares

Il ceo di Stellantis, Carlos Tavares

Stellantis ha fissato al 2030 l’obiettivo di assemblare un milione di veicoli in Italia. «Nel 2023 la nostra produzione di auto e furgoni nel Paese è salita del 9,6%, superando le 750 mila unità, due terzi delle quali destinate all’esportazione in altri mercati», ha ricordato il ceo Carlos Tavares, durante una conferenza stampa successiva alla presentazione dei conti 2023 del gruppo. «Si tratta di un aumento significativo per cui tengo a ringraziare l’impegno dei dipendenti» ha aggiunto, «Se riusciremo a mantenere questo ritmo, potremmo raggiungere il traguardo del milione anche prima: per riuscirci ci serviranno tutti i nostri impianti italiani», ha rassicurato, garantendo che dopo la Panda arriverà un altro modello di massa per Pomigliano.

Il fattore incentivi

Si tratta di un "se" non da poco, considerato che nelle ultime settimane Stellantis ha fatto ampio ricorso alla cassa integrazione in Italia. Ma con l’arrivo dei nuovi incentivi la produzione potrebbe ripartire a pieno regime, forte anche dei 12 modelli elettrici commercializzati in Italia. «A Mirafiori lo stallo è dovuto al fatto che la 500 elettrica è caduta vittima della mancanza di incentivi in Italia e in altri Paesi come la Germania», ha spiegato Tavares, calcolando che dalla presenza o meno dei sussidi all’acquisto dipende la produzione di circa 20 mila veicoli in Italia. Di conseguenza, il manager portoghese - origine che ha tenuto a rimarcare per respingere le accuse di privilegiare la Francia nelle scelte industriali - ha lodato il piano di incentivi da un miliardo messo in campo dal governo italiano per sostenere gli acquisti di vetture elettriche. 

Il no a un costruttore cinese in Italia

Tavares ha insomma teso la mano al governo dopo le polemiche delle ultime settimane legate ai piani industriali di Stellantis e ai rischi per gli stabilimenti italiani. Non ha però rinunciato ad assestare una stoccata al progetto del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di portare un secondo costruttore a produrre nel Paese, probabilmente dalla Cina. «Siamo sicuri che invitare i cinesi a produrre in Europa sia di aiuto al raggiungimento dell’obiettivo di un milione di veicoli?», si è retoricamente domandato Tavares. «Sarà interessante vedere se qualche Paese europeo vorrà favorire l’ingresso di costruttori cinesi in Europa, pronti a competere con le case locali sui costi e sulle performance: sarebbe davvero strano». Piuttosto, Stellantis stessa potrebbe portare in Italia le piattaforme di Leapmotor, la startup automobilistica cinese di cui è diventata azionista di riferimento con l’esclusiva per la produzione al di fuori del Paese asiatico. 

Renault? Solo speculazioni

La concorrenza cinese è del resto diventata un’ossessione per Tavares che vi vede una minaccia esistenziale per l’industria auto europea. «Stiamo lavorando duramente per rimanere competitivi con i costruttori cinesi quanto a costi, risultati e tecnologia», ha ribadito. Il manager ha però evitato di rinfocolare le voci di possibili acquisizioni e fusioni, alimentate da sue recenti dichiarazioni riguardo a Renault, General Motors e Ford. «Non abbiamo alcuna negoziazione in corso riguardo a grandi operazioni straordinarie e, certamente, non con Renault», ha concluso Tavares. «Voglio porre fine a qualsiasi speculazione».

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