La Lega scarica gli estremisti tedeschi, sponda con Le Pen per pesare nella Ue
ROMA — Un restyling dell’alleanza internazionale per far pesare di più i propri voti in Europa. E metterli sul piatto della bilancia, ove mai dovesse servire, per raggiungere una maggioranza di centrodestra a Bruxelles. Chiedendo in cambio un commissario. È il piano di Matteo Salvini per non affondare, anzi per rilanciare una Lega in crisi nei sondaggi, mettendo all’angolo Giorgia Meloni. Una strategia che prende forma in un clima di tensione permanente all’interno della coalizione di governo. Da qualche giorno è tornato il gelo, fra la premier e il leader della Lega: i due non si sono visti neppure martedì in consiglio dei ministri perché Salvini ha preferito un appuntamento elettorale in Basilicata. L’irritazione della prima ministra, e di chi le sta vicino, è figlia dell’intervento graffiante di Marine Le Pen nella convention di Id a Roma voluta dal Carroccio.
Un video considerato un atto ostile perpetrato dalla Lega, oltre i canoni della gara elettorale: anche perché Salvini ne conosceva il contenuto, avendo assistito in anticipo alle critiche di Le Pen a Meloni. Benedicendole, sostanzialmente. E se la Lega continua a chiedere a FdI di non sostenere von der Leyen e di escludere alleanze coi socialisti, il ministro Luca Ciriani risponde per le rime: «Se siamo chiamati a rispondere sulla coerenza lo faccio molto volentieri: come Fdi abbiamo fatto della coerenza, del rispetto del voto dei cittadini, il nostro primo comandamento. Siamo stati all’opposizione del M5S, del Pd, sempre in maniera molto chiara». Il riferimento è all’esperienza del governo Draghi, durante la quale i Fratelli d’Italia sono rimasti da soli all’opposizione. Ma la presenza di Marine Le Pen, sabato, non è stata casuale. Anzitutto perché attraverso l’asse con la leader della destra francese, e attraverso il sostegno a Donald Trump alle presidenziali Usa, Salvini vuole rubare voti a destra. Ma il progetto è più ampio, in ambito europeo: Meloni cerca la sponda di Le Pen per costruire un’intesa nuova, un diverso gruppo europeo senza le ali estreme. Ovvero senza Alternative fur Deutschland. Non a caso i tedeschi, che nelle settimane scorse sono entrati in rotta di collisione con Rassemblement national, non sono stati invitati alla kermesse negli Studios sulla Tiburtina.
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L’obiettivo di Salvini, che è in una condizione di minorità nel centrodestra italiano (con il rischio di venire sorpassato da FI), è cercare di contare di più in Europa. Non autoescludersi da una eventuale maggioranza europea con il Ppe e i Conservatori, con altre forze magari ma senza i socialisti. Difficile, difficilissimo. Ma non impossibile, secondo Salvini, in forza di sondaggi che lui ma anche i Conservatori hanno sul tavolo. Se e quando ci sarà da votare un candidato alla presidenza della commissione diverso da von der Leyen, la Lega vuole farsi trovare pronta. Sulla scorta dei consensi che il suo gruppo, soprattutto attraverso il previsto exploit dei candidati di Rn, possono garantire. A quel punto, la contropartita che Salvini sarebbe pronto a chiedere sarebbe il ruolo di commissario per un leghista moderato. Chi? Il segretario ha pubblicamente indicato questa via per il governatore veneto Luca Zaia.
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Un rilancio, se non un azzardo in piena regola con molte incognite non solo numeriche (la compatibilità fra il Ppe e Le Pen, ad esempio), ma sono alchimie che animano la competizione interna: Salvini, incassato ieri il primo sì al codice della strada, attende il via libera alla legge sull’autonomia. Ieri la conferenza dei capigruppo ha fissato per il 29 aprile la discussione in aula del provvedimento ma in ambienti di governo si nutrono dubbi sul fatto che la scadenza potrà essere rispettata, perché l’iter in commissione si annuncia lungo. E Meloni insiste sul fatto che l’Autonomia debba viaggiare assieme al premierato, che invece aspetta il semaforo verde dal Senato: «E lì si va un po’ a rilento», osserva il ministro Luca Ciriani. La battaglia è aperta anche sulle riforme-bandiera, in vista dello showdown delle Europee.