«Joe Biden mostra segni di cedimento»: il Wall Street Journal e le 45 testimonianze sulla lucidità del presidente
Il «Wall Street Journal» ha raccolto 45 testimonianze, sia nel campo repubblicano che in quello democratico, che mettono in dubbio la lucidità del presidente degli Stati Uniti. Ma i portavoce della Casa Bianca minimizzano: «Biden è acuto ed energico»
«Eravamo nello Studio Ovale per discutere degli aiuti all’Ucraina: parlava così piano che faticavamo a sentirlo, leggeva dai suoi appunti anche per dire cose ovvie, faceva lunghe pause e a volte chiudeva gli occhi così a lungo che ci domandavamo se non si fosse addormentato».
«Ci stavamo confrontando su alcune politiche energetiche che aveva appena approvato, ma era convinto che fossero ancora delle bozze: ho avuto l’impressione che la sua memoria gli stesse dando problemi».
«Lo conoscevo già quand’era vicepresidente, andavo a casa sua. Non è più la stessa persona».
A parlare sono tre persone diverse, il soggetto è lo stesso: Joe Biden. In una inchiesta durata diversi mesi, il Wall Street Journal ha raccolto 45 testimonianze, sia dallo schieramento repubblicano che da quello democratico, che mettono in dubbio la lucidità mentale del presidente degli Stati Uniti, già ora il più anziano in carica (ha 81 anni) e in corsa per un altro mandato quadriennale.
Le «correzioni» degli esponenti democratici
Il quotidiano precisa anche che la Casa Bianca ha avuto accesso alle testimonianze di alcuni membri del partito democratico e che, in seguito, questi hanno ricontattato i giornalisti per rettificare le proprie dichiarazioni.
I portavoce della Casa Bianca, come hanno già fatto più volte negli ultimi mesi, bollano come «infondate» le ricostruzioni, sostengono che siano «motivate politicamente» e descrivono Biden come un «leader acuto ed energico». A dimostrarlo, dicono, c’è il fatto che sia il pacchetto di aiuti per Kiev che il compromesso sul tetto al debito sono stati poi approvati.
Ma da entrambi i partiti filtrano impressioni di diverso avviso, e specie chi ha lavorato con lui quand’era il vice di Barack Obama dipinge il presidente come «più lento» che in passato - un dato, in fondo, del tutto normale, visto l'avanzare dell'età - aggiungendo che ha «momenti buoni e momenti meno buoni».
Una sfida tra candidati anziani
Le condizioni di salute dei due candidati restano dunque al centro della campagna elettorale in vista del voto del 5 novembre.
Perché anche Donald Trump, che tra dieci giorni compirà 78 anni, ha commesso più di uno «scivolone», confondendo nomi e fatti.
Gli americani, però, sembrano più clementi con lui: secondo un sondaggio effettuato in marzo dallo stesso Journal, il 48 per cento degli elettori in sette Stati chiave crede che Trump sia più adatto fisicamente e mentalmente per la presidenza. Biden si è fermato al 21 per cento.
Poche settimane prima della rilevazione era stato pubblicato il rapporto del procuratore speciale Robert Hur, che ha indagato sui documenti classificati che Joe Biden da vicepresidente non riconsegnò agli Archivi Nazionali: Biden vi è descritto come «un anziano con buone intenzioni e scarsa memoria».