La Germania è il «malato d’Europa»? L’effetto domino della crisi tedesca
di Valentina Iorio
La locomotiva d’Europa non corre più. L’economia tedesca è entrata in recessione nel 2023 con un calo dello 0,3% del Prodotto interno lordo, appesantito dalla crisi del settore industriale che soffre dei costi dell’energia e delle difficoltà di esportazione. Secondo i dati dell’istituto di statistica Destatis, questo calo previsto del Pil della prima economia europea segue una crescita dell’1,8% nel 2022. Malgrado i dati siano leggermente migliori delle previsioni del governo e del Fondo monetario internazionale, che avevano previsto una contrazione della prima economia europea dello 0,4% e dello 0,5%, la Germania ha comunque fatto molto peggio della media dei Paesi dell’Unione europea.
di Valentina Iorio
L’economia tedesca paga la crisi del settore industriale, che rappresenta circa il 20% della ricchezza prodotta nel Paese. La produzione rimane inferiore di oltre il 9% rispetto al livello pre-pandemia. A determinare questa situazione è stata una contrazione della domanda interna, a causa dell’inflazione galoppante, e di una frenata delle esportazioni soprattutto in Cina e negli Stati Uniti. Nell’intero 2023, l’inflazione è aumentata del 5,9% in Germania, dopo il 6,9% del 2022, il dato più alto dalla crisi petrolifera del 1973. delle famiglie sono scesi dello 0,8%. In sofferenza anche il settore manifatturiero che rappresenta quasi l’85% dell’industria (esclusa l’edilizia) che ha registrato un calo dello -0,4%. «Nel 2023 in Germania lo sviluppo economico complessivo ha vacillato in un contesto che continua a essere caratterizzato da molteplici crisi», ha sottolineato la presidente dell’Ufficio di statistica federale Ruth Brand. «Nonostante il recente calo, i prezzi sono rimasti elevati in tutte le fasi del processo economico e hanno frenato la crescita. Anche le condizioni di finanziamento sfavorevoli dovute all’aumento dei tassi di interesse e all’indebolimento della domanda interna ed estera hanno avuto il loro peso. Pertanto, l’economia tedesca non ha continuato la ripresa dalla forte crisi economica dell’anno pandemico 2020», ha continuato Brand.
di Dario Di Vico
Sempre più imprese stanno dichiarando fallimento nel Paese. L’ultimo caso è quello della Galeria Karstadt Kaufhof, la catena di grandi magazzini che rischia la bancarotta per la terza volta in tre anni. Dopo che la casa madre ha dichiarato fallimento, Galeria potrà - secondo il curatore fallimentare Stefan Denkhaus - sopravvivere fino alla fine della prossima estate ma c’è grande incertezza su quello che succederà dopo. Secondo Handelsblatt, la società presenterà istanza di fallimento presso il tribunale distrettuale di Essen. L’obiettivo è avere una procedura normale concorsuale e non una ristrutturazione autogestita come avvenuto per Signa. A inizio anno anche il produttore di borse Bree, con sede ad Amburgo, aveva dichiarato bancarotta.
Il timore è che le difficoltà della Germania si ripercuotano sul resto d’Europa e che le speranze dell’avvio del ciclo del ribasso dei tassi Bce restino congelate. Il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe ha ricordato come nonostante tutto l’economia dell’area euro continui a crescere anche se piu’ debolmente dopo un 2023 di forte attività economica. Quanto alla Germania occorre tenere conto dell’effetto del calo delle esportazioni, che ha un peso molto rilevante. Gentiloni appare più prudente. «Abbiamo avuto nel terzo trimestre 12 Paesi Ue con crescita negativa e 13 con una crescita molto molto bassa - ha ricordato - . Ovviamente il ruolo dell’economia tedesca ha un’importanza specifica ma stiamo considerando anche la possibilità per l’anno prossimo di un rimbalzo graduale» L’Italia potrebbe risentire più di altri degli effetti della frenata tedesca. Berlino è il primo mercato di sbocco per le esportazioni italiane. Nel 2022 l’interscambio tra i due Paesi ha raggiunto i 168,5 miliardi di euro. La debolezza della Germania potrebbe contagiare le industrie italiane più integrate nelle catene globali del valore.
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15 gen 2024
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