DALLA NOSTRA INVIATA
DUBAI — Aveva promesso di chiudere i lavori della Conferenza il 12 dicembre alle 11 del mattino, per festeggiare l’ottavo compleanno dell’Accordo di Parigi, pietra miliare della lotta globale al cambiamento climatico. Ha ripetuto fino alla noia parole come �ambizione�, �azione�, �successo�. Non ce l’ha fatta (per ora).
L’ultima scommessa di Sultan Al Jaber, il petroliere che guida la Cop28: sommerso di critiche, «ma il fallimento non è un’opzione»
Nuova ondata di critiche sul presidente della Conferenza sul clima, che a porte chiuse aveva negato che ci fossero �. Doppia laurea e un sogno: la prima citt� a emissioni zero nel deserto

Il dottor Sultan bin Ahmed Al Jaber, ministro dell’Industria e della Tecnologia Avanzata e Presidente della COP28 — che di nome fa Sultan ma non � un sultano, quasi tutti noi giornalisti a Dubai siamo caduti in errore — � scomparso dai radar dei media, chiuso da ore con i negoziatori che vogliono migliorare, cambiare o addirittura stracciare la sua proposta di Dichiarazione finale. Luned�, il presidente del summit ha annullato una serie di conferenze stampa, prima e dopo l’uscita della bozza, per comparire nella sua immacolata kandura - la lunga veste bianca degli emiratini - solo brevemente davanti alle telecamere e ammettere �C’� ancora molto lavoro da fare�.
Marted�, ha spedito il direttore generale di COP28, l’ambasciatore Majid Al Suwaidi ad affrontare la stampa. Un po’ impacciato, la “spalla” del capo ha ripetuto �consenso� una decina di volte: �Dobbiamo muoverci tutti insieme, dobbiamo avere empatia�.
Al Jaber, l’�oilman� che si � improvvisato diplomatico con l’aiuto di una buona societ� di consulenza internazionale, per ora ha perso la scommessa. Ma non � detta l’ultima parola: i negoziati alle COP riservano sorprese fino all’ultimo minuto e quelle due magiche parole - �phase out� - potrebbero rientrare in scena per dare una spallata ai chi vuole ancora pompare o consumare combustibili fossili.
Strano destino quello del CEO della compagnia nazionale emiratina del petrolio (Adnoc): deve bilanciare i suoi interessi di amministratore delegato — e le ricche entrate della petro-monarchia — con la nuova immagine ipermoderna che vogliono darsi gli Emirati Arabi nel mondo . Lui � abituato a gestire le contraddizioni. Doppia laurea in ingegneria chimica e petrolifera negli Usa e in economia e commercio all’Universit� inglese di Coventry, oltre a gestire e proteggere i proventi nazionali di gas e petrolio, il cinquantenne Al Jaber � CEO di Masdar, la compagnia che vuole trasformare gli Emirati in un hub delle energie rinnovabili e costruire la prima citt� a zero emissioni di carbonio, nel deserto: Masdar City. Insomma, il businessman cinquantenne ha lavorato, nel corso della sua carriera, per rendere il suo Paese una superpotenza energetica a due teste.
Impassibile davanti alle critiche, che spesso si � andato a cercare. La prima bomba � scoppiata a inizio COP, quando la BBC ha rivelato che nei bilaterali a margine della Conferenza Al Jaber avrebbe cercato di stringere accordi commerciali. Poi, The Guardian ha fatto uscire la registrazione di un audio in cui il presidente negava che per la scienza del clima sia necessaria l’eliminazione dei combustibili fossili (frasi poi in parte ritrattate). Alla fine, � caduto su una frase banale, ma fin troppo spesso ripetuta: �Non dovremmo permettere che nulla si frapponga nel fatto che abbiamo tutti deciso che rimarremo concentrati sulla nostra Stella Polare. Concentriamoci sulla nostra Stella polare: mantenere l’1,5 a portata di mano�, riferendosi all’obbiettivo di non superare 1,5� di aumento della temperatura media terrestre.
Sar� che la Stella Polare a sud dell’Equatore non si vede, ma luned� sera, in un incontro a porte chiuse, alcuni capi delegazione nazionali dell’emisfero australe hanno criticato la visione planetaria di Al Jaber: il testo proposto, ha detto il capo della delegazione di Tuvalu, un atollo del Pacifico che rischia di finire sott’acqua, �non si avvicina minimamente a quella stella�.
La COP per� non � ancora finita, e l’uomo in kandura (abito che sostituisce con un elegante completo a giacca quando visita gli uffici di Londra) far� di tutto per non danneggiare la reputazione degli Emirati Arabi come nuovo hub diplomatico. �Il fallimento non � un’opzione�, � un’altra delle sue frasi preferite.
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12 dicembre 2023 (modifica il 12 dicembre 2023 | 12:01)
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