� gi� tempo di bilanci per Luciano Spalletti, sei mesi dopo aver sostituito Roberto Mancini sulla panchina della Nazionale. Ha guidato l’Italia alla qualificazione agli Europei, che si disputeranno in Germania la prossima estate.
Spalletti: «Via la Playstation dalla Nazionale. Basta giocare fino alle 4 di mattina»
Il ct della Nazionale Luciano Spalletti chiarisce: �I cellulari devo sopportarli, ma certe cose non saranno pi� tollerate. Dopo quest’esperienza potrei cambiare ruolo e non allenare pi�. Vorrei ritrovare un bambino tifoso del Napoli che piangeva...�

Il c.t. ha le idee chiare per quanto riguarda il lavoro, i valori, la professionalit� e il rispetto dei ruoli: �Si parte da l�. Quella � la base su cui poi si deve aggiungere il talento. Maglia, valori, orgoglio, responsabilit�, non sono parole che uso a caso, anche se qualcuno deve averlo pensato. Alcuni giocatori devono aver creduto che Spalletti abbaia e poi non ha i dentini. Invece, si sbagliano e ora ci sono delle cose che vanno messe in chiaro. Da qui in avanti le Playstation le lasciano a casa e non le portano pi�. Glielo invento io un giochino al quale pensare per distrarsi la notte. Vengono da me e gli do i compiti da fare la sera se non sono bastati quelli di giorno. Perch� in Nazionale si sta sul pezzo, concentrati, non si cazzeggia. Ripeto lo slogan degli All Blacks “niente teste di ca... qui”�, ha detto nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
Chiarendo il concetto: �I cellulari devo sopportarli, ma non possono essere tenuti sul lettino dei massaggi e durante le cure. Ho parlato di videogiochi perch� ci sono state cose che non mi sono piaciute. Voglio far rivivere i raduni e i ritiri di un tempo: vecchie abitudini e atmosfere. Cose semplici e sane. E Buffon in questo mi aiuter�. Se la modernit� � giocare alla Playstation fino alle 4 di mattina quando c’� la partita il giorno dopo, allora questa modernit� non va bene�.
Impossibile capire ora con chi ce l’avesse il ct, chiss� che le sue parole non diventino pi� chiare con le prossime convocazioni. �Viviamo in un mondo che poco incentiva il duro lavoro, il sudarsi le cose — continua il ragionamento Spalletti —. I ragazzi di oggi preferiscono mettere una foto su Instagram con il capello fatto piuttosto che abbassare la testa e pedalare. Questi non sono i valori che la mia Italia deve trasmettere. Si viene in Nazionale con gli occhi che ridono e con il cuore che batte e ci si sta come un branco di lupi che vanno in fila indiana per spingere il compagno davanti e non lasciare nessuno indietro. Gli italiani chiedono una Nazionale c...ta e responsabile, solida e spavalda. Si viene in Nazionale per vincere l’Europeo non per vincere a Call of Duty (un videogioco, ndr)�.
Spalletti resta ambizioso: �Io ho bisogno di far venire fuori una Nazionale forte, non mi accontento di nulla. Voglio vincere l’Europeo e poi voglio vincere il Mondiale. Poi possiamo uscire anche subito, ma i discorsi che faccio alla squadra sono quelli che si aspettano tutti gli italiani: noi si va in Germania per vincere, non per partecipare. Lo richiede la nostra storia. Per riuscirci ho bisogno che questi calciatori diventino meglio di quello che sono. Non ho il tempo di esercitarli: serve qualcosa che gli entri dentro e gli accenda un fuoco, gli faccia sgranare gli occhi, gli dia la convinzione di potercela fare. Lo so che Inghilterra, Francia, Spagna e Germania sono forti, ma noi possiamo essere alla loro altezza. Per� non si vince con calciatori che giocano bene solo per 20’ ma con quelli che fanno tante cose per 90’. E che sono dentro la partita anche se entrano dalla panchina o se sono in tribuna. Le energie mentali non vanno sprecate per gestire chi mette il muso. Perch� sono energie tolte alla preparazione delle partite e noi non possiamo permettercelo. Per questo dobbiamo scegliere ragazzi propositivi, affidabili, con entusiasmo. Chi non ha queste caratteristiche pu� stare a casa, non ci serve. Se dopo la Nazionale finir� di allenare? Magari cambier� ruolo�.
Spalletti e il bambino napoletano
Cuore azzurro Spalletti, per�, non ha dimenticato Napoli, citt� alla quale ha ridato una gioia immensa vincendo lo scudetto 33 anni dopo l’ultimo conquistato da Diego Armando Maradona. I suoi ex tifosi lo rimpiangono: �Sono andato a vedere Milan-Napoli, ero al bar nella zona Lounge: un bambino tifoso del Napoli a sette-otto metri ha cominciato a fissarmi. Quando il pap� gli ha dato il permesso � corso da me e si � attaccato alle gambe: piangeva. L’ho preso in braccio e ancora singhiozzava. Avrei voluto chiedere al pap� il numero di telefono. Se sta leggendo o qualcuno lo conosce, vorrei tanto riparlare con quel bambino che mi ha stretto il cuore�.
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24 febbraio 2024 (modifica il 24 febbraio 2024 | 10:42)
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