Thiago Motta-Juventus: quando l'annuncio
L'allenatore del Bologna Thiaho Motta sfida la Juventus, sogna di batterla prima di firmare il nuovo contratto. Lui per ora sorride: «Non c'è ancora niente», ma martedì incontra il presidente Saputo
Fino all’ultimo Thiago Motta resta fedele alla linea. Enigmatico, tradisce un po’ di imbarazzo e prova a coprirlo con il sorriso. Ha la valigia pronta, direzione Juventus. «Ma io non ho firmato niente né deciso nulla. Nei prossimi giorni mi vedrò con il presidente Saputo, decideremo insieme e ve lo faremo sapere». Si incontreranno martedì, dopo la partita di domani contro la Juventus, un segno del destino. Motta è «stranino», così lo definì tempo fa proprio il presidente del Bologna, ma sarebbe un vero colpo di teatro se il patron canadese riuscisse a fargli cambiare idea. Ci spera, senza troppa convinzione. Da un anno gli propone di rinnovare il contratto in scadenza il 30 giugno, ha sempre incassato rinvii. Ufficialmente Saputo non si è mosso in cerca di altri tecnici, per non urtare Thiago e dimostrargli che la prima scelta è sempre stata lui.
Il Bologna in Champions
L’allenatore rossoblù lascerà dopo aver portato il Bologna in Champions League e «aver scritto una pagina storica, ora vorremmo fare qualcosa di fantastico: chiudere al terzo posto». Per arrivarci deve battere proprio la Juve, anche per salutare nel modo migliore il pubblico del Dall’Ara che di quest’uomo introverso e geniale s’è innamorato a poco a poco. La partita con i bianconeri poteva essere il virtuale passaggio di consegne con Allegri, ma Max è stato esonerato prima e Thiago gli ha rivolto un pensiero non solo di circostanza: «Agli allenatori certi momenti capitano, ci sono passato pure io, gli faccio un grande in bocca al lupo per il futuro».
L'intesa economica con la Juve
Lo stesso hanno fatto tanti giocatori, da oggi nelle mani di Montero che dirigerà il primo allenamento e domani guiderà la squadra a Bologna. Rabiot ha salutato il suo ex tecnico con un «meritavi un addio migliore». Vlahovic: «Allegri mi ha aiutato a diventare uomo». Bremer: «Ci hai reso più forti». Parole d’affetto nell’attesa di conoscere il successore, uno capace di trasformare il bronzo in oro e di far sbocciare talenti purissimi come Calafiori, Ferguson e Zirkzee, di creare un gruppo granitico e disposto a gettarsi nel fuoco per lui, nonostante tante volte i giocatori non abbiano capito né apprezzato le sue scelte. Motta non mente quando dice di non aver firmato nulla, ma l’intesa con la Juve è trovata, un biennale con opzione per il terzo anno a 3,5 milioni netti a stagione. Più la campagna acquisti da fare, per ricostruire e provare ad aprire un nuovo ciclo.
Lasciare Bologna è rischioso, El Profe però sicuro è dei suoi mezzi: «Mi sento giovane e forte, continuerò al massimo per tanto tempo». Sulla panchina della Juve quasi di sicuro, dove l’ha voluto il direttore Giuntoli e dove potrebbe seguirlo anche qualche suo pupillo. Il difensore Calafiori è l’inidiziato numero uno, più difficile Zirkzee perché nel futuro dell’attaccante olandese ci sono la Premier League e l’Arsenal. E se il centrocampista scozzese Ferguson non si fosse infortunato sarebbe stato in cima alla lista. Motta lascia a Bologna un’eredità gravosa e ne raccoglierà una pesante alla Juve. «Ogni giorno ho sbagliato qualcosa, l’importante è non ripetere gli errori». Alla Juve dovrà stare molto più attento.