Jacobs nei 100 metri: che tempo deve fare per andare in finale e vincere un'altra medaglia d'oro alle Olimpiadi

diGaia Piccardi, inviata a Parigi

Dopo le batterie di ieri, Jacobs è chiamato a fare di più oggi in semifinale e nell'eventuale finale dei 100 metri. Con lui c'è anche Chituru Ali in cerca di gloria

9”94 in batteria a Tokyo. 10”05 in batteria a Parigi. Tre anni dopo, è un altro Jacobs. In quattro sotto la barriera dei 10” in Giappone, in cinque in Francia, eppure il mondo è cambiato e va veloce, le scarpe sono più performanti (a volte, troppo) e anche il tartan dell’Olimpiade ha virato verso un color lavanda che sembra uscito dall’arcobaleno Lgbtq+. Fred Kerley, secondo miglior tempo di qualificazione (9”97) dietro l’altro americano Bednarek (9”97 anche lui, ma in questo ambiente contano i millesimi), è l’unico sprinter che ha ancora voglia di fare la faccia da cattivo.

Il grande favorito Noah Lyles, che sbaglia tutto e recupera l’assetto di volo last minute (10”04), ha le unghie colorate e le scarpette firmate dallo stilista giapponese di grido Yohji Yamamoto. Letsile Tobogo, 21 anni, dal Botswana con furore, si è fatto disegnare le iniziali della mamma mancata a maggio, una su ciascun dito: passeggia in 10”01, dando una grande impressione di facilità.

Tra Stati Uniti a due velocità (Lyles troppo brutto per essere vero), Africa emergente, Giamaica aggrappata ai nipotini di Usain Bolt (impressiona Kishane Thompson, leader stagionale, in 10” netti ampiamente gestiti, Oblique Seville osa 9”99) e rigurgiti di vecchia Inghilterra (Louie Hinchliffe, papà dello Yorkshire e mamma filippina, stupisce in 9”98, Zharnel Hughes 10”03), ecco l’Italia di Jacobs, il campione olimpico in carica. Questo è il suo regno, questi i suoi possedimenti da difendere con i denti. Jacobs debutta ai Giochi con un secondo posto nella quinta batteria: 10”05 (vento -0.3) dietro il sorprendente nigeriano Ajayi, 10”02, 19 anni. Tredicesimo tempo di qualificazione.

È macchinoso, lontano dalla meravigliosa fluidità di corsa di Tokyo. «Era importante risparmiare energie il più possibile — spiega —, pensando a una semifinale che sarà difficile e con tanti pretendenti». Cento metri di piccoli problemi da risolvere: «Ho commesso qualche errore in partenza, che non mi ha permesso di trovare il ritmo che avrei voluto, e mi sono dovuto impegnare più del previsto nella seconda parte». Riflette: «Non mi sono piaciuto perché sono rimasto un po’ pesante nella prima parte di gara, senza lasciarmi andare come speravo, con sensazioni non ottime. Ma cercherò di rifinire quello che non ha funzionato, intanto quando si passa il turno va sempre bene». Sui blocchi, dettaglio indesiderato, ha trovato ad aspettarlo un imprevisto: «La puntura di un insetto, sulla scapola esterna». Si tocca la schiena, mostra il segno rosso. «Che voto mi do? Una sufficienza, diciamo un 6, ma bisognerà correre più forte».

Jacobs da rivedere, insomma, mentre è promosso anche l’altro velocista azzurro, Chituru Ali, a sua volta secondo in 10”12 (+0.2): il vicecampione d’Europa esce bene dai blocchi in prima corsia e poi tiene testa a Omanyala. «Devo ancora carburare, non ne esco convintissimo: ma è mattina, ci sta. Si torna ai box per sistemare un paio di cose, in semifinale combatterò fino all’ultimo metro. Obbligatorio andare forte, non sono ammessi alibi» promette.

A Tokyo, dalla batteria (già veloce) alla finale, Jacobs ebbe una progressione straordinaria: 9”94, 9”84 in semifinale, 9”80 in finale, il crono superlativo che gli mise al collo la medaglia d’oro. Ogni volta un nuovo record italiano, 9”80 è tutt’oggi sfolgorante primato europeo. La speranza è che il re di Olimpia abbia conservato nella manica quei decimi (almeno due) che gli serviranno per permettere al bandierone di continuare a sventolare sul regno della velocità dopo aver già ceduto i due ori nella marcia. Semifinale stasera in ottava corsia contro Simbine, Bednarek e Tobogo, tutta gente che quest’anno ha corso più forte di lui (fa paura anche il giamaicano Blake, 22 anni contro i quasi 30 di Marcell). E, dita incrociate, finale nel frastuono da concerto dello Stade de France. Allez.

4 agosto 2024

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