Jacobs (punto da un insetto) si qualifica alla semifinale alle Olimpiadi: il tempo di oggi e il confronto con Tokyo

diGaia Piccardi, inviata a Parigi 

Jacobs e Ali volano entrambi in semifinale, sono tutti e due sopra i 10 secondi ma Marcell «si tiene» per la finale dello  Stade de France

Tre anni dopo, è un altro Jacobs. 9”94 nella batteria di Tokyo, 10”05 in quella di Parigi. La semifinale è assicurata, passa il turno anche un ingolfato Chituru Ali («Devo ancora carburare ma combatterò fino all’ultimo metro»), secondo in 10”12 alle spalle del keniano Omanyala (10”08) nella seconda batteria di una selezione dei 100 metri che non consegna al cronometro tempi da urlo. Sotto la barriera dei 10” si immergono in cinque: l’inglese Hinchliffe, 9”98 nella serie di Lyles (10”04), che non ha impressionato; il giamaicano Oblique Seville (9”99), mentre il primatista stagionale Kishane Thompson si ferma ai 10” netti; gli americani Bednarek (9”97) e Kerley (9”97) e il camerunense Eseme (9”98). Il resto del mondo viaggia ad andamento più lento.

La batteria di Jacobs, la quinta, è vinta a sorpresa dal nigeriano Ajayi in 10”02. Il campione olimpico ha un tempo di reazione discreto (0.142), poi stenta a trovare l’assetto ottimale di corsa, le gambe girano a vuoto prima di cominciare a produrre velocità sul tartan, ma la seconda fase della gara è come sempre migliore rispetto alla prima e consente all’azzurro di agganciare i rivali sul traguardo. Il suo è il tredicesimo tempo di qualificazione: «Mah, l’importante oggi era la qualifica, cercando di risparmiare più energia possibile per i turni successivi — è l’analisi di Jacobs —. Ho commesso due o tre errori in partenza che non mi hanno permesso di trovare il ritmo che avrei voluto. Mi sono dovuto impegnare un po’ di più rispetto a quello che avevo pensato nella seconda parte. Oggi come voto mi do 6, la sufficienza, però domani bisognerà correre molto più forte». 

Punto da un insetto ai blocchi

É un Jacobs, non scintillante ma soddisfatto, in zona mista un'ora dopo la sua gara ha mostrato ai giornalisti una puntura di un insetto tra la spalla e il braccio. Ha raccontato di essere stato punto sui blocchi appena prima della partenza. Nulla di grave, è andato via toccandosi e sorridendo.

A Tokyo, dalle batteria (già veloce) alla finale, Jacobs ebbe una progressione straordinaria: 9”94, 9”84 in semifinale, 9”80 in finale, il crono superlativo che gli mise al collo la medaglia d’oro. Ogni volta un nuovo record italiano, 9”80 è tutt’oggi sfolgorante primato europeo. Auguriamoci che il re di Olimpia abbia conservato nella manica quei decimi (almeno due) che serviranno per riprendersi il regno della velocità. Semifinale (20.05) e finale (21.50) domenica nel rumore da concerto rock dello Stade de France. Allez.

3 agosto 2024

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