Feste, droghe psichedeliche, escort e proteste: l’altra Davos, lontana dal World Economic Forum

LUGANO – Accanto alla Davos dei meeting tra top manager e degli incontri tra capi di Stato e di Governo, ce n’è una più disinibita, a tratti peccaminosa, dove vengono organizzati party, cene sontuose e nottate passate ballando e stappando champagne. È quello che succede, ad esempio, allo Steigenberger Grandhotel Belvedere, che si trova a due passi dal centro congressi. Ma ci sono anche residenze private dove si organizzano momenti di svago ad alto tenore alcolico, lontano da occhi indiscreti. O le tante cene private spesso organizzate dai big della tecnologia, come l’evento tenuto dal ceo di Salesforce al quale ha partecipato anche Lenny Kravitz.

Il microdosing

Negli ultimi anni, poi, nella capitale del World Economic Forum, pare sia stata importata un’usanza tipica della Silicon Walley: microdosare droghe psichedeliche. Tutto è partito dall’evento satellite “Psychedelic House of Davos”in programma nel 2022 e riconfermato anche quest’anno con la presenza dell’esperto di studi psichedelici Rick Doblin, fondatore della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, che ha affrontato il tema dei benefici della Mdma nela terapia e nella salute mentale.

Servirebbero per rilassarsi e per combattere lo stress. Un pò come la ketamina utilizzata da Elon Musk, o i funghi allucinogeni apprezzati da altri big della New Economy. L’altra Davos, quella che non rientra nel protocollo stabilito dal fondatore del Forum, Klaus Schwab, è fatta anche di queste cose.

Le altre star di Davos

Così, se quest’anno la star della manifestazione è stato Volodymyr Zelensky, mentre nel 2019 brillò la stella dell’ambientalista svedese, Greta Thunberg, a dimostrazione della capacità di Schwab di saper cavalcare l’attualità, un momento di gloria se lo sono guadagnate, qualche giorno fa, “le nonne di Davos”. Delle signore ultrassessantenni che, domenica scorsa, insieme a oltre 300 manifestanti ecologisti, hanno creato un maxi-ingorgo di 18 km a Davos, invocando maggiore giustizia climatica, la fine pura e semplice del Wef e lo stop al potere delle grandi aziende. Ritenute “responsabili dell’anno più caldo nella storia del pianeta”. E il suo contributo, nel produrre gas a effetto serra, lo sta dando lo stesso Wef.

L’affaire limousine

Grazie alle emissioni prodotte dalla schiera di limousine che intasano le strade, per trasportare gli ospiti da un punto all’altro della cittadina grigionese. Ramez Karian, ingaggiato insieme ad altre centinaia di autisti e al suo quinto anno in servizio al Wef, si è lamentato con il portale 20 Minuten della mancanza di parcheggi, in seguito all’esclusività, concessa a una società di autonoleggio, di un autosilo con 150 posti. Il che costringe lui e molti suoi colleghi a girovagare alla ricerca di uno spazio libero dove fermarsi. Inquinamento da gas di scarico, dunque, ma anche per l’andirivieni, negli aeroporti intorno a Davos, dei jet privati che trasportano gli ospiti del Forum.

Nel 2022 Greenpeace calcolò che, durante il periodo della manifestazione, quegli aerei avevano inquinato come 350 mila automobili.

Il lusso delle abitazioni

Ma gli abitanti di Davos, soprattutto i proprietari di case, stringono i denti, perché il Wef gli riempie le tasche di soldi. Un’indagine del settimanale Schweiz am Wochenende ha appurato che “chi oggi prenota un semplice monolocale con tre letti deve pagare 2.600 franchi a notte”. Senza dimenticare che un ignoto capo di Stato, soggiorna in uno chalet con spa e piscina, al prezzo di 50 mila franchi.

Escort

Infine, sempre nell’à côté di quest’appuntamento, giunto nel 2024 al suo 50esimo anniversario, quest’anno, a causa dell’eccessiva richiesta, il business delle escort – da sempre molto attivo durante il forum – sarebbe saturo. Lo raccontano diversi quotidiani locali, così come diverse lavoratrici del settore, come la 21 enne tedesca, Mya Mai, che – a fronte di una retribuzione di 2000 franchi per 12 ore - ha confessato di avere l’agenda piena.