Attacco a una petroliera nell’Oceano indiano, l’ombra dell’Iran. La minaccia di Teheran: «Chiudere il Mediterraneo»

di Guido Olimpio

La nave � collegata a una societ� israeliana, l’incendio a bordo � stato spento. L’incursione � avvenute 200 miglia al largo dell’India: fuori dal raggio degli Houthi, per questo si ipotizza il sostegno logistico della repubblica teocratica

Attacco a una petroliera nell’Oceano indiano, l’ombra dell’Iran. La minaccia di Teheran: «Chiudere il Mediterraneo»

L’area dove � avvenuto l’attacco

L’obiettivo, consueto: una petroliera collegata a societ� israeliana. L’arma, consueta: un drone esplosivo. L’area: circa 200 miglia a sud ovest di Veraval, India. Sono i parametri di un nuovo episodio lungo rotte commerciali importanti, tensioni dove si inserisce la minaccia verbale di Teheran di �bloccare� il Mediterraneo.

La Chem Pluto � partita con un carico di greggio dal porto saudita Jubail ed era diretta verso Mangalore quando � stata centrata da un ordigno volante che ha innescato un incendio a bordo. I marinai sono riusciti comunque a contrastarlo mentre u n’unit� della Guardia costiera indiana � intervenuta per offrire assistenza.

La notizia del raid ha catturato l’attenzione degli osservatori, soprattutto per dove avvenuto. Gli ultimi attacchi hanno riguardato lo stretto di Bab el Mandeb, azioni condotte dagli Houthi, il movimento filoiraniano che controlla una parte dello Yemen. Navi prese di mira perch� dirette in Israele o di propriet� israeliana, campagna di aggressione scatenata dalla milizia in appoggio ad Hamas sotto assedio a Gaza.

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La petroliera

La petroliera, per�, � stata sorpresa molto pi� a oriente, probabilmente oltre il limito operativo dei droni utilizzati dai militanti sciiti, mezzi forniti in modo ampio da Teheran. Un particolare che porta a considerare alcune ipotesi: i combattenti hanno allungato il tiro grazie al supporto del �protettore�; il drone � stato lanciato da un �vascello-madre� o da una postazione terrestre; pi� probabile che l’incursione sia partita dal territorio iraniano, parte del duello con lo Stato ebraico.

Lo schema ricorda le �imboscate� a naviglio mercantile israeliano nel Golfo di Oman nel periodo 2021-2022, quindi lo scorso 25 novembre pi� a occidente, in prossimit� delle coste omanite. Secondo lo Stato ebraico operazioni sferrate da Teheran usando alcune installazioni nella parte meridionale del Paese, le basi di Chabahar e Qeshm, trasformate in piattaforme di lancio per droni-kamikaze.

Mosse di un conflitto esteso, con sabotaggi, ritorsioni da parte del Mossad, uso di mine, missioni segrete. Alcune delle tattiche sono poi riemerse in queste settimane sul fronte del Mar Rosso, con gli Houthi protagonisti di un’offensiva estesa e la risposta del Pentagono con la creazione di task force multinazionale per garantire qualche forma di sicurezza al traffico commerciale.

Venerd� Washington ha rilanciato le accuse contro l’Iran sostenendo che i militanti yemeniti sono assistiti in modo diretto dai pasdaran: intelligence, aiuto tecnico, informazioni fondamentali per poter colpire le navi in transito. Gli Houthi da soli — � la tesi americana — non potrebbero farlo, anche se dispongono di esperienza e di un vasto arsenale; serve un contributo e gli ayatollah lo hanno offerto.

E quasi a voler confermare il proprio ruolo ecco le dichiarazioni del comandante della Marina dei pasdaran, Mohammed Naqdi: l’alto ufficiale non ha escluso �la chiusura del Mediterraneo, dello Stretto di Gibilterra e di altre vie d’acqua� nel caso gli Stati Uniti continuino con i �crimini� a Gaza. In quale modo � tutto da vedere, Teheran non ha un dispositivo aeronavale strategico per poter operare cos� distante. La sortita risuona come propaganda, a meno che i mullah non pensino a qualche provocazione dimostrativa. Nel suo intervento Naghdi ha evocato la reazione di �gruppi della resistenza�, citando l’Hezbollah libanese, le milizie irachene e naturalmente gli Houthi.


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23 dicembre 2023 (modifica il 23 dicembre 2023 | 16:45)

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