Gaza, ragazzo con la sindrome di down ucciso da un cane dell'Idf
Il ragazzo di 24 anni assalito da un mastino dell'esercito israeliano e lasciato morire dissanguato
DALLA NOSTRA INVIATA
TEL AVIV - Mentre a Gaza continuano i bombardamenti - nella notte tra lunedì e mercoledì sono morti oltre 60 palestinesi nei raid israeliani su Khan Younis e Al Mawasi, dalla Striscia arriva una storia terribile. A pubblicarla è la Bbc che racconta la morte di Muhammed Bhar.
Muhammed aveva 24 anni ed era affetto da sindrome di Down e da autismo «Non sapeva come mangiare, bere o cambiarsi i vestiti. Sono io che gli ho cambiato i pannolini. Sono io che gli ho dato da mangiare. Non sapeva fare niente da solo», racconta all'emittente britannica Nabila Bhar, 70 anni, sua madre. Il 3 luglio, secondo il racconto della famiglia, l'IDF ha fatto irruzione nella loro casa in Nazaz Street a Gaza City. Nabila racconta di diverse decine di soldati con un cane da combattimento, animali usati per trovare i miliziani di Hamas e controllare trappole esplosive ed esplosivi.
Il cane attacca Muhammed strappandogli a morsi una mano. «Lui accarezzava la testa del cane dicendo, "basta mio caro basta". Alla fine, ha rilassato la mano, e il cane ha iniziato a lacerarlo mentre sanguinava», racconta la Nabila. Dopo diverse ore, non è chiaro quante, alla famiglia è stato ordinato sotto la minaccia delle armi di andarsene, e Muhammed è rimasto con i soldati. Ci sono state suppliche e grida. Due dei suoi fratelli sono stati arrestati e non sono ancora stati rilasciati. Il resto della famiglia ha trovato rifugio in un edificio bombardato. Poi, una settimana dopo, tornati a casa hanno trovato il corpo di Muhammed. Aveva un laccio emostatico sul braccio usato probabilmente per fermare l’emorragia. E’ morto da solo dissanguato, senza aiuto, dice la madre.
A Nabila resta l'immagine del suo bambino morto. «Questa scena non la dimenticherò mai... Vedo costantemente il cane che gli strappa la mano e il sangue che gli cola dalla mano... È sempre davanti ai miei occhi, non mi abbandona mai per un momento. Non siamo riusciti a salvarlo, né da loro né dal cane».