Putin da Kim Jong-Un, oggi: perché questo patto può destabilizzare la penisola coreana
Nel vertice di Pyongyang, Vladimir Putin promette al Maresciallo di lavorare insieme «contro sanzioni e imperialismo». Gli Usa temono che l’appoggio politico russo spinga la Nord Corea ad azioni pericolose. Mentre esplodono mine sul 38° Parallelo
Kim Jong-un si è autodefinito «incrollabile compagno d’armi». Vladimir Putin gli promette «sostegno indefettibile di fronte al nemico astuto, pericoloso, aggressivo». I due capi supremi di Nord Corea e Russia celebrano il loro patto d’acciaio scambiandosi convenevoli bellicosi. È questa la cornice del vertice di Pyongyang.
Non manca la coreografia, con decine di gigantografie del presidente russo che dominano i vialoni di Pyongyang, un grande spettacolo di massa in centro; alta la retorica della «fratellanza contro l’imperialismo occidentale». C’è molto da celebrare, perché Vladimir Putin era stato nel «regno eremita» solo una volta, nel 2000, quando Kim Jong-un era solo un adolescente (ha ereditato il potere nel 2011).

Il presidente russo prima di arrivare ha scritto una lettera al popolo nordcoreano pubblicata dal Rodong Sinmun nella quale annuncia che «svilupperemo meccanismi alternativi di commercio e regolamento delle transazioni che non siano controllati dall’Occidente». Tradotto: Mosca e Pyongyang cercheranno di battere e aggirare le sanzioni internazionali. Putin promette anche di «rafforzare le nostre capacità difensive di fronte ai piani temerari degli Stati Uniti e dei loro seguaci».
Mosca ha annunciato la firma di un «Partenariato strategico globale tra la Federazione Russa e la Repubblica popolare democratica di Corea».
Ma i contenuti concreti dell’intesa tra i due dittatori più sanzionati del mondo resteranno avvolti nel fumo dei fuochi artificiali. Né Putin né Kim hanno interesse a pubblicare le cifre della loro società, basta dire che si sono impegnati a una collaborazione strategica e sono personalmente diventati grandi amici.
Non bisogna essere degli indovini per immaginare il nocciolo dell’intesa. Gli Stati Uniti da mesi denunciano l’invio di munizioni nordcoreane per l’artiglieria russa impegnata a spianare le posizioni ucraine. Il baratto concordato lo scorso settembre quando Kim andò a incontrare Putin in Russia viaggiando per una settimana sul suo celebre treno blindato, prevede che i russi paghino soprattutto con forniture di petrolio e assistenza tecnologica per l’industria missilistica nordcoreana.
Il Dipartimento di Stato americano ha contato «decine di missili balistici e oltre 10 mila container carichi di proiettili di grosso calibro» spediti dalla Nord Corea alla Russia. In totale finora si tratterebbe di circa 5 milioni di proiettili di grosso calibro, che hanno pesato sul teatro di guerra ucraino, dando ai russi superiorità nel volume di fuoco, considerando che gli europei sono stati in grado solo di promettere a Zelensky l’invio di un milione di colpi entro la fine dell’anno e gli americani hanno ritardato per mesi le loro forniture.
Lo US State Department si consola osservando che Putin «dev’essere disperato se cerca forniture belliche in Nord Corea e Iran». È la teoria dell’Asse del Male che ritorna.
Ma a Washington non sono preoccupati solo per il fronte ucraino. Temono che l’appoggio politico di Putin spinga Kim a fare mosse destabilizzanti nella penisola coreana.
Dall’inizio dell’anno Kim ha teorizzato l'annientamento della Sud Corea, ha guidato «sul campo» esercitazioni di lancio di missili, fuoco di artiglieria, incursioni di paracadutisti, offensive di carri armati. Nelle ultime ore ci sono stati movimenti di pattuglie nordcoreane e brevi sconfinamenti sul 38° Parallelo. Dal lato Sud sono partiti alcuni colpi di avvertimento e i nordisti sono scomparsi. La DMZ (Demilitarized Zone) resta uno dei luoghi più pericolosi del mondo, anche ora che Kim la può «saltare» con i suoi missili. Secondo il comando di Seul, i nordcoreani hanno ripreso a fare lavori nel loro settore, anche con le mine. E ci sarebbe stato un incidente: alcuni ordigni esplosi accidentalmente avrebbero ferito o ucciso diversi genieri del Nord.
C’è stato un grande lavoro preparatorio per questo vertice tra Putin e Kim: nei primi mesi dell’anno tra Mosca e Pyongyang hanno viaggiato 18 delegazioni di alto livello, guidate dai ministri degli Esteri, da capi militari e dei servizi segreti, dai responsabili dell’economia, dell’agricoltura, della pesca, della scienza e tecnologia. Sono arrivati anche i dirigenti dello zoo di Mosca, che hanno annunciato il prossimo invio di una quarantina di animali per ripopolare il bioparco di Pyongyang.