Carburanti, addio al cartello dei prezzi: il Consiglio di Stato dà ragione ai benzinai

I benzinai vincono la battaglia contro il cartellone. Il Consiglio di Stato ha annullato la parte del decreto del ministero delle Imprese e del made in Italy del 31 marzo 2023 che imponeva l'obbligo di esporre nei punti vendita carburanti il cartellone con i prezzi medi regionali. 

La prima vittoria al Tar

I distributori di carburanti avevano già vinto al tribunale amministrativo, ma il Mimit aveva subito fatto ricorso. Con la sentenza (1806/2024), depositata oggi 23 febbraio, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso del Mimit contro la sentenza del Tar che aveva annullato l'intero decreto per motivi procedurali ma, entrando nel merito, ha annullato l'articolo 7 del provvedimento la cui prescrizione «si presenta come manifestamente irragionevole e sproporzionata».

Gli «oneri irragionevoli»

Per un verso, si legge nella sentenza, «si impone di rendere conoscibile nei singoli punti vendita una informazione che il consumatore può avere (in forma ben più completa visto che è possibile sapere anche quale distributore applica i prezzi più bassi nella zona di riferimento) collegandosi al sito del Ministero ovvero scaricando delle app; per altro verso si addossano i relativi costi informativi unicamente in capo ai distributori imponendo loro degli oneri irragionevoli e sproporzionati rispetto alla limitata utilità che l'informazione relativa al prezzo medio, in sé considerata, può avere». 

La proposta del Qr code

Se vuole intervenire di nuovo, scrivono ancora i giudici, il ministero «dovrà valutare le misure più idonee ad attuare quanto previsto dal decreto legge senza gravare i distributori di oneri eccessivi e impropri rispetto alla effettiva utilità di rendere conoscibile presso il singolo distributore il prezzo medio regionale. Un'ipotesi potrebbe essere quella suggerita dalla Confesercenti ovvero di posizionare in evidenza direttamente sugli impianti un QR-code che rinvii al sito del Ministero nella parte in cui fornisce le informazioni sui prezzi praticati in zona». 
Il Consiglio di Stato fa sostanzialmente proprie le considerazioni svolte a più riprese dall'Antitrust sull'inutilità e potenziale nocività del cartello ai fini della concorrenza. «Il prezzo medio - si legge - comunica unicamente un dato: ovvero che in ambito regionale (o nazionale, in autostrada) esistono dei distributori che praticano prezzi più bassi (o anche più alti). Ma il consumatore non sa (semplicemente leggendo il cartello del prezzo medio) dove sia il distributore che pratica prezzi inferiori. Come rilevato dal Presidente AGCM nella citata audizione, un impianto di distribuzione di carburanti risulta effettivamente in concorrenza soltanto con gli impianti situati a pochi chilometri di distanza, in quanto soltanto gli impianti più vicini possono costituire una concreta alternativa per il consumatore che necessita di rifornire la propria vettura». 

Il sito con tutti i prezzi

In ogni caso, prosegue la sentenza, «l'informazione relativa al costo medio dei carburanti è disponibile per il consumatore che voglia conoscerlo»: è sufficiente collegarsi al sito del ministero per conoscere non solo il prezzo medio regionale ma anche la collocazione dei singoli distributori che praticano i prezzi più bassi in una determinata zona.

Fegica Figisc/Anisa: pronti al confronto

Le associazioni di categoria Fegica e Figisc Confcommercio cantano vittoria, ma si dichiarano disponibili al confronto con il governo: «È una vittoria della categoria e della ragione: i diritti sono i diritti della categoria e non sono negoziabili; la collaborazione e la costruttività intorno al tavolo di confronto istituzionale, non è mai stata (e continua a non essere) in discussione, senza per questo rinunciare ad esercitare il ruolo. È una vittoria di ogni singolo gestore -soprattutto quelli che hanno subito l’onta della vessazione o le multe per 15 minuti di ritardo- che, attraverso le organizzazioni di rappresentanza  hanno creduto che ottenere ragione fosse possibile (e non improponibile). Ora il governo e, soprattutto, il ministro Urso (e il suo ufficio legislativo) devono prendere atto della nuova realtà disegnata dal provvedimento del Consiglio di Stato e procedere di conseguenza. Magari affrontando dialetticamente e senza forzature, con le rappresentanze di Categoria i temi che più volte sono stati posti alla loro attenzione. Noi, siamo, come sempre pronti al confronto ma senza l’imposizione di diktat».

Assoutenti: ora una app ufficiale

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato occorre rimettere al centro dell’attenzione le reali tematiche collegate ai rincari dei carburanti, ha affermato Assoutenti. «E’ necessario intervenire per rendere “mobili” le accise collegate al prezzo dei carburanti - afferma il presidente Gabriele Melluso - allo scopo di impedire il superamento di una soglia massima di prezzo e incentivare la scelta consapevole del consumatore tramite una app ufficiale che indichi in tempo reale i gestori che praticano i listini di benzina e gasolio più convenienti sul territorio. Infine chiediamo la sperimentazione, tramite la società controllata dallo Stato, di un “carburante tricolore” che potrebbe fare da traino al ribasso generalizzato dei prezzi alla pompa».

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