Un pieno di benzina costa già 5 euro in più rispetto a inizio anno: denuncia di Assoutenti
Dall’inizio dell’anno sono trascorse appena otto settimane, eppure in Italia il prezzo medio della benzina rispetto ai primi giorni del 2024 è aumentato del 5,3% (e quello del diesel del 6,3%). Non sorprendentemente, in alcuni distributori la verde in modalità servito ha perciò sfondato il tetto psicologico del 2,5 euro al litro, con l’aggravante che i nuovi listini record si registrano non sulle autostrade – dove i prezzi dei carburanti sono notoriamente più elevati –, bensì sulla rete ordinaria. Lo ha reso noto sabato Assoutenti sulla base degli ultimi dati diffusi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul suo apposito Osservaprezzi Carburanti consultabile online.
Al Sud i distributori più cari
I numeri parlano chiaro: come riferisce la non profit volta alla tutela dei consumatori, in una pompa di Taranto «la benzina costa 2,537 euro al litro, il gasolio 2,447 euro al litro. Anche in provincia di Benevento la benzina al servito ha superato i 2,5 euro al litro, e viene venduta a 2,522 euro, mentre il prezzo più alto tra quelli rilevati spetta a un distributore della provincia di Palermo che, in base all’ultimo dato fermo però al 15 febbraio, vendeva un litro di verde a 2,565 euro e un litro di gasolio a 2,495». Tutte cifre che lasciano ancora più sbigottiti se si considera che, contemporaneamente, il costo massimo relativo alle autostrade ammontava ai 2,499 euro al litro richiesti in un’area di servizio sulla A21 nei pressi di Piacenza.
Benzina e petrolio, notizie e aggiornamenti
«Per un pieno quasi 5 euro in più»
«In poche settimane i listini dei carburanti sono aumentati sensibilmente, al punto che oggi un pieno di benzina costa quasi 5 euro in più rispetto all’inizio dell’anno, mentre per un pieno di gasolio si spendono 5,5 euro in più», denuncia il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso in merito ai risultati dell’analisi. E aggiunge: «Al di là dei casi limite dove i listini superano i 2,5 euro al litro, il rischio concreto è che la nuova ondata di rialzi determini una spirale inflattiva attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio dei beni che viaggiano su gomma e che rappresentano l’88% della merce venduta in Italia».
Cosa prevedono gli esperti
Cosa aspettarsi ora dal resto dell’anno? Purtroppo nessuna buona nuova, anzi. Come già scritto a questo link il 26 gennaio, infatti, secondo un sondaggio svolto dalla Reuters il prezzo medio del petrolio Brent previsto per il 2024 sarà di 82,56 dollari al barile, dunque più alto rispetto alla media del 2023, che si era attestata a 82,17 dollari. Le ragioni? Molto semplicemente, per gli analisti le tensioni globali non si attenueranno e, più in generale, la domanda sarà frenata dalla debole crescita globale.
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