Autovelox, la stretta del governo: in città vietati sotto i 50 km orari, multe solo da rilevatori ben visibili

Lo ha ribadito ancora una volta il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini: sugli autovelox «non può esserci il fai da te». Ecco, quindi, che il governo sta lavorando a un decreto interministeriale con il ministero dell’Interno che poterà a una «omologazione nazionale» perché «per salvare vite vicino a scuole, ospedali, una curva pericolosa ci sta, ma piazzati dalla sera alla mattina su stradoni per tassare gli automobilisti  hanno poco a che fare con la sicurezza», ha spiegato. 

Quali saranno le nuove regole

Per quanto ne sappiamo finora, il provvedimento, che dovrà concludere il suo iter burocratico nel mese di marzo, dovrebbe impedire ai comuni di montare autovelox nelle zone che impongono ad auto e moto una velocità inferiore ai 50 km all’ora. Rimangono esclusi, quindi, i centri storici e tutte le aree dove i veicoli non possono superare i 30 km/h. Sulle strade extraurbane non sarà più possibile alternare limiti di velocità con un ampio distacco: ad esempio, se solitamente è consentita una percorrenza a 110 km/h, scendere a 60 crea confusione agli automobilisti, oltre a generare una serie di multe molto elevate, contro cui Salvini ha più volte annunciato una battaglia, ritenendolo un modo  «solo per fare cassa». Perciò,  non potranno essere collocati autovelox su via dove il limite di velocità è già inferiore di 20 km/h rispetto a quello standard: sotto i 90  per vie provinciali e regionali e inferiore ai 70 per le superstrade.

Apposita segnalazione di autovelox

Ogni misuratore di velocità dovrà essere installato in uno specifico punto per una valida ragione, che deve essere principalmente una necessaria tutela della sicurezza della circolazione . «I sindaci — ha detto Salvini — dovranno spiegare perché li mettono e dove e con quale motivazione». Con questo provvedimento, inoltre, si intende chiarire che, per fare in modo che gli autovelox siano legittimi anche in assenza di un agente che valuti la violazione avvenuta (come già è previsto dal Codice della strada), l’apparecchio dovrà risultare ben visibile dalla carreggiata e segnalato con appositi cartelli e indicazioni almeno 80 metri prima sulle strade comunali e almeno un chilometro fuori dai centri abitati. 
È volontà del governo, inoltre, stabilire una apposita distanza anche tra uno strumento e l’altro. Infine, tra le ipotesi c’è anche l’introduzione di un’autorizzazione da parte della Prefettura per le rilevazioni di velocità che vengono effettuate con dispositivi a bordo di una vettura in movimento e, in ogni caso, questo metodo deve essere adottato in tratti stradali dove non siano già presenti strumenti fissi e l’auto delle forze dell’ordine deve essere sempre riconoscibile.

Gli incassi dei comuni dalle multe

Il vicepremier, Matteo Salvini, interpellato da Rtl 102.5, ha citato ad esempio il caso di viale Enrico Fermi a Milano o l’uscita autostradale per chi proviene da Como o Varese: «Il limite dei 50 in stradoni larghi larghi larghi — ha ribadito —. Lascio a voi giudicare se è per sicurezza o per fare alcune centinaia di multe al giorno». Secondo dati ministeriali, nel 2023 i comuni hanno incassato 1,53 miliardi di euro (+6,4% rispetto al 2022). Salvini, infine, ha parlato di una riorganizzazione della motorizzazioni per «ridurre i tempi delle revisioni e per conseguire la patente». La maggioranza, inoltre, da diverso tempo — come più volte annunciato dal vicepremier — sta lavorando a un nuovo Codice della strada. Un pacchetto di norme in attesa dell’approvazione del Parlamento, dove è stato approvato un emendamento che prevede una riduzione delle multe a carico degli automobilisti: «Nel caso in cui si incorra in più sanzioni per autovelox nello stesso tratto stradale, in un periodo di tempo di un'ora e di competenza dello stesso ente, se ne pagherà solo una: quella più grave aumentata di un terzo, se più favorevoli», ha spiegato Elena Maccanti, deputata della Lega relatrice del provvedimento.

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