Le origini di Zaccagni: la famiglia, il primo allenatore, l'esordio. Il racconto dello zio e dell'ex allenatore

diNicolò Franceschin, redazione gianlucadimarzio.com

Gli inizi tra le strade romagnole, l’attività di famiglia, una settimana bianca e un pulmino: Mattia Zaccagni raccontato dallo zio e dal suo ex allenatore

L'immagine è nitida: un bambino corre per le strade e le spiagge di Bellaria. Anni dopo continua a correre e in Germania un suo tiro ha cambiato il destino della Nazionale all'Europeo, portando l'Italia agli ottavi di finale. «Mattia se lo merita. Da piccolo diceva di voler diventare un calciatore, ci sembrava impossibile». La voce dello zio di Zaccagni, Andrea Morri, è ancora piena d’emozione. D’altronde sono passate solo poche ore dal gol di Lipsia.

Lo zio risponde direttamente dall’hotel di Bellaria che gestisce insieme alla mamma del giocatore: «Questo è il posto dove è cresciuto. Calciava qualsiasi cosa assomigliasse a un pallone».

Le origini di Zaccagni: la famiglia, il primo allenatore, l'esordio. Il racconto dello zio

Poi Andrea torna sull'attualità: «La partita l’abbiamo vista qui. Al suo gol abbiamo buttato giù tutto. Poi l’abbiamo sentito per telefono». Cosa si sono detti? «Non me lo ricordo — racconta divertito —. Ricordo solo che lui rideva per i cori che facevamo». Un gol scritto nel destino, segnato poche ore prima del compleanno del nonno che non c'è più: «Gli ha fatto un bel regalo. Segnò anche la partita dopo la sua morte. Erano legatissimi».

Il gol come Del Piero nel 2006: «Che emozione, è il suo idolo da sempre»

«Quel sogno che inizia da bambino», la frase scritta dal giocatore sotto uno degli ultimi post. La maglia azzurra e due foto da bambino. «Gliele scattai io». Da un’immagine all’altra: «Festeggiammo insieme per i Mondiali del 2006 in giro per le strade». Lì dove si è formato: «Se la cavava da solo, noi dovevamo lavorare. Torna qui ogni estate».

Le origini di Zaccagni: la famiglia, il primo allenatore, l'esordio. Il racconto dello zio

Tanta gavetta e «una famiglia che non lo hai mai esaltato». I tornei contro Stefano Sensi con cui si contendeva i premi di miglior giocatore, le stagioni nel Bellaria e il trasferimento al Verona: «Il presidente lo avvisò all’improvviso. Partimmo e lo accompagnai al pulmino del club che lo aspettava in autostrada. Poi è stavo bravo a reggere le pressioni». L’ultima immagine segna il minuto 98. La discesa di Calafiori e il tiro a giro. Una volta ancora in Germania, come Del Piero nel 2006: «Il suo idolo da sempre. L’ha sentito in questi giorni, gli ha scritto l’in bocca al lupo. È stata un’emozione immensa per lui».

La punizione dopo la vacanza in montagna e Euro 2020

Mattia Zaccagni ha guardato l'Europeo dell'estate 2021 davanti alla tv. «Una sera è arrivato con i suoi ex compagni di squadra a casa mia. Abbiamo organizzato una grigliata e visto la Nazionale», parole e ricordi di Mario Antonioli, suo allenatore ai tempi degli Allievi del Bellaria. Tre anni dopo, stesso posto e stessa tv con una differenza... «Mattia era in campo. Quanto ho esultato per lui. Era il mio capitano, un grande talento». Anche se una volta arrivò un’esclusione a sorpresa: «Decise di andare in vacanza a sciare. Quando tornò non lo feci giocare. All’intervallo entrò. Risultato? Fu suo il gol decisivo». Nell’anno della Beretta è arrivato anche l’esordio tra i professionisti. «Entrò al mio posto, aveva qualcosa di speciale», racconta il suo ex compagno Francesco Nicastro. Il 24 giugno 2024 è arrivato un altro gol decisivo. Un tiro a giro e l’abbraccio di un intero popolo, Mattia Zaccagni nella notte di Lipsia.

Le origini di Zaccagni: la famiglia, il primo allenatore, l'esordio. Il racconto dello zio

25 giugno 2024

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