Booking.com nel mirino dell’Antitrust: abuso di posizione dominante nelle prenotazioni di alberghi

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom) ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Booking.com (Italia) srl, Booking.com B.V. e Booking.com International B.V. per accertare un presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi online di intermediazione e prenotazione di strutture alberghiere. A rivelarlo è la stessa Authority in una nota, che precisa che i suoi funzionari hanno svolto ispezioni nelle sedi della società italiana (a Roma), accompagnati dal Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

La pratica sotto indagine

Secondo quanto ricostruito finora e riferito da Agcom, Booking conferirebbe alle strutture alberghiere che fanno parte del "Programma partner preferiti" (e della sua estensione "Preferiti plus") vantaggi in termini di visibilità della propria offerta nei risultati di ricerca, a fronte di commissioni più elevate e dell'impegno a offrire sul portale web booking.com prezzi "competitivi", ovvero non più elevati di quelli che le strutture applicano sul proprio sito o sulle piattaforme di altre agenzie di viaggio online. Al contempo, quando riscontra, all'esito di un monitoraggio capillare e sofisticato, che una struttura offre prezzi migliori su altri siti online, Booking si riserverebbe la possibilità di applicare, senza il consenso delle strutture, uno sconto (il cosiddetto "Booking sponsored benefit") per allineare la propria offerta a quella migliore tra quelle disponibili online.

Disagi per competitor, strutture e consumatori finali

«Possiamo confermare che stiamo pienamente collaborando con la guardia di Finanzia e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato — ha commentato Booking.com —, che ieri hanno svolto delle ispezioni nei nostri uffici in Italia». Dalla prima fase delle indagini, l’Autorità ha ritenuto che questa pratica commerciale e strategica stia ostacolando lo svolgimento di una concorrenza effettiva e leale nel mercato, quantomeno a livello nazionale, dei servizi online di intermediazione e prenotazione alberghiera. I danni, poi, ricadrebbero su altre agenzie di viaggio online e conseguentemente scaturirebbe effetti negativi sulle strutture ricettive che ad essere si appoggiano e, ipoteticamente, sui consumatori finali nella dimensione di prezzi più alti a scapito di una minore scelta nei servizi di intermediazione e prenotazione online.

Codacons: «Rialzi dell’11,7% nel 2023»

Sulla vicenda si è espresso anche il Codacons: «Qualsiasi limite alla concorrenza tra operatori provoca un danno dai consumatori e si riflette in un incremento delle tariffe praticate agli utenti — si legge in una nota dell’organizzazione —. I risultati che le  piattaforme di prenotazione alberghiere propongono agli utenti devono essere incentrati sulla massima trasparenza e non devono essere previste politiche che restringano la concorrenza di altri operatori, o che limitino la possibilità per le stesse strutture di applicare tariffe inferiori su altri canali. L’indagine dell’Antitrust va nella giusta direzione, anche in considerazione del fatto che le tariffe delle strutture ricettive hanno subito sensibili rialzi nell’ultimo periodo, con alberghi, B&B, pensioni, motel ecc. che in Italia hanno aumentato i listini in media del +11,7% nel 2023».

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