I cento brand che valgono di più al mondo: vince Apple, l’Italia svetta con Gucci, Ferrari e Prada

I cento brand che valgono di più al mondo: vince  Apple, l'Italia svetta con Gucci, Ferrari e Prada I cento brand che valgono di più al mondo: vince  Apple, l’Italia svetta con Gucci, Ferrari e Prada

Eccellenze del Made in Italy come Gucci, Ferrari e Prada insieme a colossi del calibro di Apple, Microsoft, Amazon, Coca-Cola e Louis Vuitton. È questo uno dei risultati della «Best Global Brands 2023», la classifica (GUARDA QUI) stilata ogni anno dalla società di consulenza Interbrand sui cento marchi più forti e noti al mondo. A dominare la graduatoria è ancora una volta la tecnologia, con Apple in testa per l’undicesimo anno consecutivo (e il primo a superare i 500 miliardi di valore), seguita da Microsoft, Amazon, Google e Samsung. Al sesto posto il primo marchio non tech, Toyota, poi Mercedes-Benz, Coca-Cola, Nike e Bmw completano la top 10. «Apple si conferma leader assoluto perché, dal nostro Osservatorio, è quello che più di tutti è riuscito ad aprire più strade di ingaggio, fattore che permette ai brand di essere resilienti anche in un momento di volatilità sistemica come quello degli ultimi mesi», commenta Lidi Grimaldi, ceo della sede italiana di Interbrand. E proprio questo contesto instabile ha influito anche sul valore aggregato dei cento brand, che nel 2023 si è attestato a 3,3 trilioni di dollari (con i primi dieci marchi che, insieme, costituiscono la metà di questo valore): una crescita del 5,7% rispetto al 2022, anche se in rallentamento rispetto al +16% fatto registrare l’anno scorso. «La congiuntura economica attuale, unita a un susseguirsi di crisi sociali repentine, ha fatto sì che molti brand siano entrati in una fase di “stagnazione” e che, di conseguenza, si siano concentrati su operazioni tattiche e a breve termine piuttosto che su operazioni strategiche di lungo periodo», prosegue Grimaldi.

Le tre eccellenze italiane

Come nel 2022, sono tre i brand italiani presenti in classifica. Si tratta di Gucci al 34esimo posto, Ferrari al 70esimo e Prada all’86esimo, con gli ultimi due che hanno fatto registrare una crescita del loro valore vicina a quella dei top performer: +16% per il Cavallino Rampante (che in questa particolare classifica si piazza solo dietro ad Airbnb, Porsche e Hyundai) +12% per il noto brand di moda milanese. «Prada ha visto una crescita molto importante negli ultimi anni grazie a un coraggioso cambiamento generazionale interno ed esterno gestito con grande successo — dice Grimaldi —. Ferrari cresce perché ha una direzione strategica chiara: è pop nel mondo sportivo, essendo il brand più riconosciuto nelle corse, ma sa anche essere il lusso per eccellenza nell’ambito del prodotto. Per questo motivo l’engagement sui propri consumatori di riferimento è fortissimo». Gucci rimane il primo brand italiano in classifica, ma ha riportato una flessione del 2% nel 2023 «perché circa un anno fa ha iniziato un processo di trasformazione che va in forte discontinuità con il passato e ha bisogno di tempo per essere valutato con credibilità e fiducia da parte dei mercati finanziari e dei consumatori», spiega la ceo della sede italiana di Interbrand.

Chi sale di più

Sono infine due le novità nella top 100 rispetto all’anno scorso, perché Mini e Land Rover hanno fatto spazio a Nespresso (entrato al 98esimo posto della classifica), e al rientro di Oracle, che si piazza in 19esima posizione. Per quanto riguarda i settori, invece, i più performanti sono stati l’automotive (+9% rispetto al 2022), il retail (+7%) e il lusso (+6,5%). «Se il lusso figura sempre tra i settori con una crescita maggiore, in quanto si compone di modelli di business resilienti, la vera sorpresa è l’automotive (con ben 13 marchi in classifica, il settore che ne presenta di più), che fa segnare risultati eccellenti nonostante stia andando incontro a una grande trasformazione — dice Grimaldi —. Le previsioni finanziarie rimangono positive, la capacità dei brand di rimanere focalizzati sulla domanda è forte, e la tecnologia e l’innovazione sono tra i driver principali di questa crescita di settore».

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