I macchinari (occidentali) che aiutano la Russia a eludere le sanzioni

di Matteo Castellucci

Un report dell’Agenzia ucraina anticorruzione ha identificato 270 apparecchiature �straniere� nella produzione di armi e mezzi della Federazione. Mosca si avvale della triangolazione in Paesi terzi per procurarsi i componenti vietati, ma i governi possono intervenire contro questa specie di riciclaggio

I macchinari (occidentali) che aiutano la Russia a eludere le sanzioni

Il presidente russo Putin visita una fabbrica di Chelyabinsk (Kazakov/Epa)

Ci sono componenti occidentali dentro i missili russi sparati sui condomini ucraini, cos� come nei mezzi e nelle armi delle truppe d’invasione. Questo �, purtroppo, noto da tempo. C’� un altro lato, dell’elusione delle sanzioni, che precede il “prodotto finito” e quindi � meno visibile ma altrettanto inserito nella macchina bellica. Sono i macchinari usati per fabbricare quelle bombe, ma anche munizioni, pezzi di ricambio, fino a cannoni e carri armati. L’Agenzia ucraina anti-corruzione (Nacp) ha messo online un database che ha rintracciato l’impronta di 270 attrezzature straniere, e anche italiane, nell’arsenale del Cremlino.

La ricerca �Tools of War�

La componentistica, colpita dalle misure restrittive di Unione Europea, America e G7, viene fatta passare da nazioni terze, come i Paesi dell’Asia centrale e la Turchia, oppure dagli alleati del regime, Iran e Cina. Ricostruire le triangolazioni � complicato perch� la Federazione Russa cerca di occultare le sue importazioni nei registri doganali, spiega Agiya Zagrebelska, dirigente della Nacp della task force che si occupa delle sanzioni. Il report � il punto culminante di un lavoro cominciato nel novembre 2022: un’indagine uno stabilimento alla volta, scandagliando anche i video su YouTube, la sua versione russa RuTube, o nelle riprese dei telegiornali. In diversi casi le imprese non hanno nascosto l’equipaggiamento straniero: al pubblico domestico viene mostrato come garanzia di qualit�. Fino al 2021, poi, erano accessibili i contratti.

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Olena Yurchenko

�Un microchip americano, per esempio, fa notizia pi� facilmente — dice Olena Yurchenko, analista dell’Economic Security Council of Ukraine (Escu) che ha lavorato alla ricerca —. Con i macchinari � meno diretto: non li vedi nel prodotto finito, ma sono necessari a ogni step della sua produzione. Consentono di fare duplicati con una precisione impossibile lavorando a mano. Il complesso militare russo non starebbe in piedi senza queste macchine�. Al governo ucraino risulta che l’Fsb, i servizi segreti della Federazione, abbiano creato una centrale finalizzata esclusivamente all’acquisto di materiale all’estero, per fare incetta soprattutto dei pezzi �dual use�, cio� riconvertibili a finalit� belliche.

La triangolazione e gli alleati

L’Agenzia ucraina anti-corruzione ha identificato degli schemi ricorrenti. Uno comune � la �clonazione� delle imprese che finiscono sulla lista nera: chiudono e riaprono con un nome diverso, ma gli stessi clienti e fornitori. Oppure viene falsificata la �bolletta doganale�, cio� la modulistica, e si dichiara che la destinazione di un carico sia il Kazakistan quando invece viene poi esfiltrato nella Federazione. Un vertice frequente, in questa triangolazione, � la Bielorussia: qui alcune merci verrebbero parcheggiate nei magazzini di stoccaggio temporaneo, prima di scomparire. �Fuori dalla manciata di nazioni occidentali che ha adottato sanzioni, il resto del mondo per la Russia � un’area di transizione aperta�, aggiunge Yurchenko.

Cos� potrebbero essere stati acquistati negli Emirati Arabi Uniti i terminali di Starlink, il servizio di connessione internet satellitare di Elon Musk fornito agli ucraini nelle prime fasi della guerra ma a cui ora si sarebbero collegati anche i russi. Ci sono poi gli alleati, in genere altri Stati autoritari. Negli aeroporti di Mosca, di fatto sfuggiti ai vari pacchetti di restrizioni, sono stati sbarcati i droni Shahed iraniani. La compagnia aerea del Kirghizistan, Aerostan, � stata coinvolta nelle forniture di componenti militari; quella russa Volga-Dnepr � stata ribattezzata dagli ucraini �Putin Wings� perch�, oltre a materiale vietato, ha trasportato i miliziani del Gruppo Wagner. C’� poi la Cina. Nel 2023 Pechino ha varato leggi anti-spionaggio che coprono come segreti di Stato le informazioni commerciali. �Circa il 50% degli approvvigionamenti russi attraverso la Cina ha origine fuori dalla Repubblica popolare, principalmente da nazioni occidentali�, continua Yurchenko.

Tappare le falle
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Agiya Zagrebelska

Le prime sanzioni alla Russia sono state comminate nel 2014, ai tempi dell’annessione unilaterale della Crimea. L’economia della Federazione avrebbe risentito pi� del Covid che di quei primi pacchetti, ma � l� che l’apparato statale ha iniziato a prepararsi. Sono state aperte ditte di facciata all’estero e, prima dell’attacco su larga scala, sono state accumulate scorte di prodotti, su tutti la micro-elettronica, su cui si prevedeva ci sarebbero state ripercussioni.

Con la guerra, per�, l’Occidente ha introdotto nuove sanzioni, anche di tipo secondario, cio� quelle finalizzate a colpire gli intermediari, o precludere le transazioni finanziarie. Intervenire sulla componentistica sarebbe comunque possibile. Tipicamente i macchinari hanno sistemi di controllo da remoto. Alcuni sono programmati per bloccarsi dopo un certo numero di ore, per riavviarli serve un codice fornito dal produttore. Si potrebbero intercettare le violazioni in questo passaggio di verifica, quando vanno forniti (alla casa madre) il numero di serie e la licenza. Qualcosa di simile vale per gli aggiornamenti dei software.

Speculare sul mercato nero

In alcuni casi, secondo l’analista dell’Economic Security Council of Ukraine, gli apparecchi sono stati preventivamente scollegati da internet. Sul lungo periodo, per�, la mancata manutenzione deteriora la qualit�. Iniziano i malfunzionamenti, avvengono guasti non riparabili. �Riteniamo che la responsabilit� sia dei produttori di massa: sanno dove finiscono i loro pezzi, servono sistemi di monitoraggio e controllo interno — dice Zagrebelska —. Dovrebbe essere una delle priorit� della coalizione delle sanzioni: spingere i produttori a implementare sistemi di questo tipo farebbe la differenza. I governi sarebbero pronti a fare pressione sulle aziende?�. Perch�, in ultima istanza, la motivazione dell’elusione � semplice: i profitti.

Le aziende russe, per continuare a vendere, praticano sconti che giustifichino il “rischio d’impresa”, chiamiamolo cos�: dalle raffinerie indiane o cinesi, il petrolio comprato sottocosto viene rimesso sul mercato. Viceversa, quando compra, la Russia deve spendere di pi� per meno merce. � un affare, per chi � senza scrupoli. Le sanzioni secondarie servono proprio a sventare il riciclaggio e si estendono alle banche, che rischiano penalit� se risultano connesse con l’elusione dei divieti. Spiegata semplice, vanno implementate misure simili, ma su scala diversa, a quelle antiriciclaggio. �Le sanzioni non sono inefficaci — conclude Yurchenko —: rischiano di esserlo solo se non si considerano gli altri strumenti applicabili, vanno abbinate al sostegno militare e finanziario�.


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8 marzo 2024 (modifica il 8 marzo 2024 | 18:10)

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