La Russia ora teme l’alt delle sanzioni Usa alle banche cinesi e turche

di Fabrizio Dragosei

La decisione della Casa Bianca di imporre limitazioni alle istituzioni finanziarie che favoriscono le triangolazioni con altri Paesi potrebbe avere effetti catastrofici per Mosca

La Russia ora teme l’alt delle sanzioni Usa alle banche cinesi e turche

Il primo campanello d’allarme per il Cremlino � suonato quando banche cinesi hanno iniziato a chiedere sempre nuovi documenti alle loro controparti russe e, in pratica, a bloccare quasi tutte le transazioni finanziarie. Poi, secondo il quotidiano Kommersant, sono arrivati gli istituti di credito turchi che in alcuni casi hanno addirittura rifiutato apertamente di lavorare con i clienti russi. E ora ci si aspetta che anche i partner negli Emirati Arabi e nelle repubbliche ex sovietiche inizino a creare problemi.

Il fatto � che a fine dicembre gli Stati Uniti hanno deciso di pigiare l’acceleratore sulle sanzioni, per tentare di chiudere le falle attraverso le quali Mosca � riuscita dall’inizio dell’Operazione speciale in Ucraina a importare tecnologia �vietata� da utilizzare nei settori militare, petrolifero e tecnologico. Un’enorme quantit� di componenti che in buona parte sono finiti poi nei droni e nei missili utilizzati dalle unit� al fronte. La novit� che potrebbe avere effetti catastrofici per la Russia � la decisione della Casa Bianca di imporre sanzioni secondarie alle istituzioni finanziarie che favoriscono le triangolazioni con altri Paesi. Quelle che hanno funzionato cos� bene fino ad ora per Putin. Gradualmente, le restrizioni occidentali si stanno facendo sentire sempre di pi� in tutti i campi. Una prova viene da quanto � successo in questi giorni in una delle raffinerie pi� grandi, quella di Nizhnij Novgorod che appartiene alla Lukoil . Un impianto di cracking catalitico per la produzione di benzina � stato fermato per un guasto. Senza assistenza di imprese specializzate occidentali e senza i necessari pezzi di ricambio, l’impianto rimarr� bloccato almeno fino a primavera. Con un calo del 10 per cento della disponibilit� di benzina in Russia.

Pochi giorni prima di Natale, il 22 dicembre, Biden ha firmato l’ordine esecutivo 14114 di cui si � parlato assai poco anche negli Usa, ma che ha messo in allarme tutte le banche del mondo. Il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti viene autorizzato a imporre sanzioni �alle istituzioni finanziarie straniere� che abbiano �condotto o facilitato qualsiasi significativa transazione� volta a far arrivare in Russia materiale strategico nei settori di cui abbiamo parlato. Vale a dire che le banche di tutto il mondo da ora in poi potranno subire ripercussioni da parte di Washington. Da qui l’alt degli istituti cinesi e turchi, i primi a essersi mossi.

Secondo organi d’informazione turchi, la cosa sarebbe stata spiegata direttamente al presidente Erdogan dal segretario di Stato Blinken che all’inizio del mese � stato a Istanbul. Un identico messaggio sarebbe stato fatto recapitare negli Emirati Arabi che in tutti questi mesi hanno lavorato moltissimo con la Russia. Il settimanale giapponese Nikkei Asia ha poi riferito di un incontro svoltosi mercoled� 17 a Hong Kong tra Andrea Gacki, direttore del dipartimento del Tesoro americano che si occupa dei crimini finanziari, e rappresentanti delle maggiori banche cinesi e straniere: Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China, Bank of Communications, CMB Wing Lung Bank, UBS, Citigroup, JPMorgan Chase, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Deutsche Bank, Barclays e BlackRock. Gacki ha spiegato il contenuto del provvedimento, secondo alcuni partecipanti alla riunione. Fino alla fine dell’anno scorso, le importazioni attraverso Paesi terzi sono state fondamentali per Mosca. Tra gennaio e ottobre 2023 sono arrivati in Russia oltre 22 miliardi di dollari di quelli che gli occidentali definiscono �componenti critici� per l’industria. Almeno la met� veniva da Stati Uniti e altre nazioni che il Cremlino attualmente definisce �non amichevoli�. Gli ucraini hanno segnalato poi che continuano a trovare parti di produzione occidentale nei droni e nei missili russi.

Nei primi mesi dopo l’inizio delle ostilit� nel 2022 alcune aziende specializzate nei servizi per l’industria petrolifera, come SLB, Baker Hughes e Halliburton, avevano addirittura incrementato i loro rapporti con l’industria estrattiva russa. Poi per�, dopo inchieste giornalistiche, hanno cessato ogni collaborazione. Adesso si pensa che la spada di Damocle che dal 22 dicembre pende sulla testa delle istituzioni finanziarie di tutto il mondo, potr� far sentire i suoi effetti in breve tempo. Essere sanzionati dagli Stati Uniti, il maggior mercato finanziario del mondo, potrebbe rivelarsi catastrofico per una banca internazionale. Ora che sono emerse le difficolt� in Turchia e Cina, Mosca cercher� altre vie per aggirare il problema. Stati Uniti ed Europa, a loro volta, escogiteranno nuovi interventi per turare le falle. Sar� una rincorsa continua che durer� a lungo.


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21 gennaio 2024 (modifica il 21 gennaio 2024 | 13:47)

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