Le donne sole mangiano di più e peggio: come il cervello le guida a scelte poco salutari

diSilvia Turin 

Una ricerca statunitense indaga sul meccanismo che si scatena nel cervello che si sente isolato: come certi alimenti creano dipendenza perché fungono da consolazione-ricompensa

Le donne sole mangiano di più e peggio: come il cervello le spinge verso scelte poco salutari

(Getty Images)

Una ricerca condotta dalla UCLA Health di Los Angeles e pubblicata recentemente su JAMA ha monitorato le abitudini delle donne che si sentivano più sole scoprendo un'inclinazione verso cibi ad alto contenuto di zuccheri e un relativo scarso controllo verso l'eccesso di alimenti consolatori in genere.

La ricerca 

Il gruppo di scienziati voleva osservare i percorsi cerebrali associati alla solitudine e ai comportamenti di alimentazione incontrollata. È noto infatti che l’obesità è legata a doppio filo a depressione e ansia e che l’alimentazione «emotiva» e «consolatoria» è considerata un meccanismo con cui molti provano ad affrontare la solitudine. 
I ricercatori hanno intervistato 93 donne riguardo ai sentimenti percepiti di solitudine e isolamento e le hanno divise in due gruppi in base al punteggio riscontrato. Le donne che dichiaravano livelli più elevati di isolamento sociale tendevano ad avere una massa grassa più elevata, una dieta di qualità inferiore, maggiore appetito, un’alimentazione basata su ricompensa e abbuffate e maggiori livelli di ansia e depressione.

I risultati 

Per dimostrare la tesi a livello cerebrale, alle donne sono state mostrate immagini di cibi dolci e salati in varie associazioni mentre venivano sottoposte a imaging a risonanza magnetica. 
Le scansioni del loro cervello mostravano che le donne che si percepivano sole sperimentavano una maggiore attivazione nelle regioni del cervello associate a un maggiore desiderio di mangiare cibi zuccherati e una diminuzione dell’attivazione nella regione del cervello associata all’autocontrollo nei confronti dei comportamenti alimentari.

Cibi che «danno dipendenza» 

«Questi risultati sono interessanti perché forniscono prove di ciò che sappiamo intuitivamente - ha dichiarato Arpana Gupta, PhD, ricercatrice e co-direttrice del Goodman-Luskin Microbiome Center dell'UCLA, autore principale dello studio -. Quando le persone sono sole, quello che provano ha un impatto maggiore: sottostimano ciò che mangiano, soprattutto il desiderio di cibi malsani».
La fame emotiva spinge verso cibi di solito dolci e «compensatori» che attivano il meccanismo di «stimolo-routine-ricompensa» che coinvolge il cervello (ne abbiamo parlato QUI). Si creano connessioni neuronali specifiche che rendono il comportamento automatico e ripetitivo nel tempo. Così alcuni alimenti diventano «droganti» perché danno dipendenza, soprattutto associati ad alcune situazioni, come la solitudine.

12 aprile 2024

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